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Regione Toscana
LA VISITA DI ROSSI ALLA CASA ACCOGLIENZA ANTIVIOLENZA "FRIDA KAHLO"
Il mpresidente della Regione a San Miniato Basso
I bambini erano in camera, ma lo aspettavano con ansia, forse anche per mangiare insieme a lui le crostate e la torta al cioccolato che erano pronte nel soggiorno. Poi, appena sono stati certi che non c'erano né fotografi né telecamere, sono scesi a festeggiare il presidente Enrico Rossi, arrivato in visita al centro antiviolenza del Valdarno inferiore "Frida Kahlo" che a San Miniato Basso ospita attualmente 3 nuclei familiari (e le mamme hanno tutte trovato occupazione) e 5 bambini.

Con una (D.) il presidente della Regione ha fatto subito amicizia, mentre ascoltava la presidentessa dell'Associazione Frida, Rosalba Taddeini, il direttore Franco Doni e le altre operatrici e volontarie che gli narravano una storia nata nel 2008 e fatta del rapporto con circa 200 donne vittime di violenze, e poi quella di una struttura (all'apparenza una casa come ce ne sono tante) aperta nel giugno scorso e volutamente inserita nella comunità e visibile, anche se ben sorvegliata e presidiata 24 ore su 24.

"E' un vero piacere – ha detto alla fine Enrico Rossi - essere qui con voi per conoscere da vicino la vostra esperienza, che ho molto apprezzato. Vi invito a continuare e cercheremo di fare il possibile per aiutarvi".

E, a proposito di aiuti, sono stati il consigliere regionale Paolo Tognocchi e l'assessore regionale al bilancio, Vittorio Bugli a rivelare che la Regione ha deciso di istituire un fondo per pagare alle donne vittime di violenza le spese di tutela legale: una notizia accolta con grande soddisfazione dalle operatrici e dalle ospiti.

E di sostegno a questa rete di solidarietà e protezione sociale (la struttura samminiatese fa parte di un circuito nazionale che ne raccoglie 57) ne ha davvero necessità, visto che purtroppo le violenze sono in aumento.

Le donne del Frida Kahlo tendono a leggere, pur nella sua gravità, in senso positivo questo dato, che segnala come dall'apertura del centro le domande di aiuto siano aumentate del 120%. Si è innescato insomma un meccanismo virtuoso in grado di far sì che la violenza non sia più richiusa tra le mura domestiche o – peggio – negata. Nel 2013 sono state circa 50 le donne che in varie forme si sono rivolte al Centro.

La struttura, che vuole offrire sostegno, non assistenza, prosegue nelle sue molteplici attività: dal teatro a percorsi di informazione e sensibilizzazione nelle scuole (si comincia da quelle primarie) e per le famiglie.

09/02/2014 21.43
Regione Toscana


 
 


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