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Comune di Pontassieve
Pontassieve - Mostra di pittura e scultura - Opere di Giulio Galgani
L’arte che nasce dal recupero dell’arte contadina

PRIMA LA TERRA, POI IL PARADISO
Mostra di pittura e scultura - Opere di Giulio Galgani

L’arte che nasce dal recupero dell’arte contadina

Con la partecipazione di Charlie Gnocchi in mostra con una selezione di opere pittoriche

S’inaugura sabato 28 giugno alle ore 17.30 nella Sala delle Colonne a Pontassieve (Fi), la mostra di Giulio Galgani, artista di origine ligure che da anni ormai vive e lavora in provincia di Arezzo. Come indicato anche dal titolo, la mostra, curata da Daniela Pronestì, racconta il legame di Giulio Galgani con il territorio in cui vive. Un legame che da diversi anni lo vede puntare l’attenzione sul recupero della cultura contadina, la cui memoria rischia ormai di sparire, cancellata dai ritmi selvaggi della contemporaneità. Come un archeologo che scava nella terra per riportare alla luce le tracce di civiltà ormai perdute, Galgani fa riemergere dal passato semplici e consunti attrezzi agricoli, che connota artisticamente con l’applicazione del colore e l’integrazione di vari materiali.

Si spiegano così le Vanghe, opere che evocano un vissuto antico quanto l’uomo. Un modo per riportare l’attenzione della nostra società sui valori e sulle esperienze umane che hanno segnato la storia dei territori, creando i presupposti per la nascita delle civiltà. Nelle Vanghe le ossidazioni del metallo prodotte dal tempo e dall’usura scompaiono sotto abbaglianti cromature e inserti di pelle colorata, modificando in maniera sostanziale le caratteristiche cromatiche e strutturali di partenza. E’ così che queste reliquie di un passato non troppo lontano tornano a vivere nel presente, sovrapponendo ad una gestualità antica un agire artistico di segno contemporaneo. Il risultato sono opere che, sfuggendo alle consuete categorie artistiche, confermano la natura ibrida del suo registro espressivo, che non ammette alcuna distinzione tra pittura e scultura, materiali vegetali ed elementi industriali, strumenti tradizionali e tecniche personali. Anche i Paesaggi presentano una configurazione diversa rispetto al passato: la loro forma quadrata è un riferimento al significato che questa figura geometrica assume in molte culture, compresa quella occidentale, per le quali simboleggia sia il mondo terrestre che la concretezza e l’immanenza delle cose materiali. In questo caso, il quadrato è un recinto che delimita e contiene il corpo dell’opera, quasi a farne un oggetto sacro, un microcosmo in cui gli opposti si congiungono, la natura e la storia s’intrecciano. Così concepito, il paesaggio custodisce le impronte di un’età mitica dell’uomo e di una sacralità consegnata tanto alle forme - i piccoli cipressi che affiorano dal fresato come allusioni al desiderio d’immortalità che da sempre anima l’essere umano - quanto ai colori, che, oltre a rendere luminosa la ‘pelle’ dell’opera, specialmente quando prevale il bianco, ne accentuano la portata simbolica. I grandi fresati che completano il percorso espositivo, sono l’esito di una sintesi tra la fisicità della materia e l’incisività del tratto pittorico. In Casa Country (2012) la bidimensionalità della tela è interrotta dallo spessore irregolare del fresato e dagli oggetti - fiori finti, animali di plastica, residui metallici - che il recupero artistico riscatta dalla condizione di scorie del vissuto quotidiano. L’organico e l’inorganico convivono sulla superficie dell’opera, richiamando il contrasto tra autenticità e artificio, energia vitale della natura e azione dell’uomo. Con Capi grossi e cervelli fini (2014), titolo ispirato ad un noto proverbio, ritorna la forza comunicativa dei segni, che si muovono come gli ingranaggi di un congegno meccanico, occupando un’estensione priva di coordinate spaziali, al cui interno disegnano percorsi labirintici e ignote geometrie. Segni rubati alla vita, al mondo e ai linguaggi contemporanei, e poi imprigionati in una visione ciclica e circolare del tempo che descrive il continuo ripetersi degli eventi nella storia delle civiltà. Lo scopo è spezzare l’unità della pittura tradizionalmente intesa, farla muovere nello spazio, darle sostanza. Un’ambizione che proietta la ricerca artistica di Giulio Galgani in una dimensione dilatata dove tutto può succedere, e dove anche i generi, liberati dai vincoli del consueto, subiscono una continua mutazione.

In mostra, nella saletta di accesso alla Sala delle Colonne, una selezione di opere pittoriche e grafiche di Charlie Gnocchi, noto conduttore radiofonico e personaggio televisivo, qui presente in veste di artista visivo e amico di Giulio Galgani. Le opere esposte fanno parte della serie denominata Moto - Moka, che si caratterizza per l’immediatezza e la freschezza esecutiva.

INAUGURAZIONE: sabato 28 giugno 2014 ore 17.30 - Palazzo Sansoni Trombetta, Sala delle Colonne, Pontassieve, via Tanzini 30. All’inaugurazione parteciperanno il Sindaco di Pontassieve Monica Marini, l’assessore alla cultura Carlo boni, la curatrice della mostra Daniele Pronestì e l’autore.

DURATA: 28 giugno - 13 luglio 2014 ORARIO DI APERTURA DELLA MOSTRA: INGRESSO LIBERO
Lunedì, Martedì, Giovedì ore 16.00 - 19.00 Mercoledì, Venerdì e Sabato ore 9.00 - 12.00 / Domenica chiuso

PER INFORMAZIONI:
Comune di Pontassieve, Dipartimento cultura
tel. 055/8360344 - 343 cultura@comune.pontassieve.fi.it

galgani

24/06/2014 16.53
Comune di Pontassieve


 
 


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