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Regione Toscana
Arenili di Cecina: Bramerini, Arpat non coinvolta in ripascimento
L’assessore regionale all’Ambiente ha risposto ad una interrogazione del consigliere Gabriele Chiurli (Misto) in merito al materiale usato per contrastare i fenomeni di erosione costiera

“Oltre al rispetto delle specifiche prescrizioni di Via, l’intervento di ripascimento degli arenili di Cecina è stato oggetto di autorizzazione, rilasciata dalla Provincia di Livorno”. E poiché “gli studi di caratterizzazione chimico, fisico, microbiologica ed eco tossicologica dei sedimenti movimentati sono a carico del soggetto proponente, non vedono il diretto coinvolgimento di Arpat”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini rispondendo ad una interrogazione del consigliere Gabriele Chiurli (gruppo misto) in merito al materiale per il ripascimento degli arenili di Cecina. Nello specifico dei primi due punti oggetto della dichiarazione dell’assessore, Chiurli chiedeva di conoscere se “le preoccupazioni circa la presenza di elementi fortemente inquinanti nella sabbia utilizzata per il ripascimento siano da ritenersi fondate” e “se siano state effettuate analisi in merito da Arpat e con quali risultati”.

Chiurli chiedeva poi di sapere se “la Provincia di Livorno e il Comune di Cecina abbiano sollecitato questo tipo di monitoraggio da parte di Arpat o di altri organismi pubblici o privati” e di conoscere la spesa complessiva dell’opera. Bramerini ha ricordato che la Provincia, soggetto attuatore dell’intervento, “ha affidato gli studi di caratterizzazione a diversi soggetti, tra i quali Icram, Unisi, Cibm”. Arpat, ha aggiunto, “ha esaminato la problematica solo in fase di Via del porto di Cecina, nella quale erano già presenti le analisi di caratterizzazione dei siti di provenienza dei materiali utilizzati per i ripascimenti. In quel contesto non sono stati rilevati motivi ostativi al loro utilizzo”. Il costo dell’intervento, previsto nel “programma straordinario di investimenti” per il recupero e riequilibrio del litorale ammontava, secondo la delibera del 2003, a 7,2 milioni a totale carico della Regione. Nel 2010, ha aggiunto l’assessore, il finanziamento è aumentato di 4 milioni poiché “l’intervento è stato inserito nell’accordo di programma per la mitigazione del rischio idrogeologico sottoscritto con il Ministero dell’ambiente”.

Chiurli ha replicato affermando che “la risposta conferma abbastanza chiaramente i timori” sollevati nell’interrogazione. Ci sono preoccupazioni fondate che il materiale usato per il rinascimento contenga inquinanti e Arpat non ha svolto indagini in merito”. In assenza di compatibilità dei materiali, ha ricordato Chiurli, “il ripascimento non si dovrebbe fare. Eppure, è chiaro che si è utilizzato materiale non compatibile, perché sulla spiaggia si notano sedimenti provenienti da cantieri edili e sabbia di un colore differente. Quindi, davvero, i cittadini di Cecina devono essere preoccupati”.

30/09/2014 18.20
Regione Toscana


 
 


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