Comune di Impruneta
"Tra il dire e il wel-fare, per uno stato sociale di comunità"
L’Assessore Buccioni incontra il volontariato sociale del territorio di Impruneta
Per il prossimo 27 gennaio alle ore 17.30 l’Assessore alle Politiche del Welfare del Comune di Impruneta, Francesca Buccioni, ha invitato in palazzo comunale tutti i referenti delle varie associazioni e realtà che sono impegnate nell’ambito del “sociale” nel territorio, per un momento di incontro, conoscenza e confronto.
Oltre all’Assessore saranno presenti il dirigente del settore socio educativo del Comune, il personale degli uffici e le assistenti sociali.
Pubblica Assistenza, Rioni, Caritas, Rete, Misericordia, Circoli Arci e Cattolici, Associazioni varie e diverse nel territorio, con genesi e storie differenti ma impegnate ogni giorno nel difficile e delicato compito di solidarietà e fattiva azione verso i concittadini più in difficoltà.
“La mia personale volontà di arrivare a questo incontro – spiega l’Assessore Buccioni - parte da una riflessione che vorrei divenisse la base di un nuovo e costruttivo rapporto tra l’Ente Locale e tutta la sfera del VOLONTARIATO SOCIALE del nostro territorio.
Ad oggi lievita il numero delle richieste di aiuto e di assistenza a fronte di un drastico calo delle risorse finanziarie nazionali e statali da destinare agli Enti Locali e al comparto dei servizi sociali. Ma non passa giorno senza che almeno una famiglia con bambini si rivolga a noi perché uno dei suoi componenti ha perso il lavoro e non riesce più a pagare l’affitto di casa oppure ha già ricevuto un provvedimento di sfratto per morosità. Aumenta il numero dei “poveri” e di pari passo si allungano le liste d’attesa per gli anziani non autosufficienti che attendono assistenza domiciliare e strutture per anziani. Nel nostro territorio assieme a chi si vede ridurre il proprio reddito da lavoro sale anche il numero delle persone che invecchiano o che per esigenze di salute ha sempre più bisogno di essere assistito, sia a domicilio sia in strutture attrezzate.”
“Segni di affaticamento vengono anche dal mondo del volontariato che anche sotto la spinta dei cambiamenti sociali ed economici si trova a rivedere la propria struttura ed il rapporto con la gratuità.
Le organizzazioni diventano sempre più piccole; schiacciate dalla burocrazia, cresce il numero di volontari che ricevono per il loro “lavoro” un rimborso forfaittario.
Emergono, infine, nuove emergenze che devono essere fronteggiate, cui spesso siamo impreparati anche “culturalmente”, “nuove” e “sconosciute” rispetto ad un recente passato e che necessitano di una risposta forte e unitaria: minori che subiscono o assistono a violenze in famiglia, la disabilità sugli stranieri, tutto il capitolo sull’accoglienza, e sicuramente l’allarme “Casa” cha sta assumendo numeri esponenziali.
La soluzione è innovare: mobilitare nuove disponibilità umane ed economiche, dalla partecipazione attiva dei cittadini e degli stessi utenti alle risorse economiche di imprese e donatori. Si può fare!!! Solo tutti assieme!!!
In questo nuovo percorso verso un Welfare di comunità, il ruolo del TERZO SETTORE deve necessariamente essere rivisto: cooperazione e volontariato sono irrinunciabili protagonisti di primo piano nella gestione dei servizi sociali, e ormai già dagli anni ottanta, anche in stretta collaborazione con l’ente pubblico.
Questi ed altri argomenti vorrei portare in discussione assieme a chi ogni giorno, con fatica, serietà e dedizione, si dedica, in silenzio con coerenza e continuità al volontariato sociale, augurandomi che questo in programma sia il primo di molti altri incontri.
Il welfare è PROTEZIONE SOCIALE: e la società siamo tutti noi, Stato, cittadini, imprese, terzo settore. Il welfare è alla portata di tutti noi: operatori dei servizi sociali, assessori, volontari o cittadini che pur facendo altro possono comunque far parte di una rete di protezione.
Ciascuno può decidere di mettersi in gioco e fare la sua parte: alcuni perché ne hanno la precisa responsabilità (Stato, Regione, Comune…), qualcuno per vocazione identitaria (cooperazione, volontariato…), qualcun altro per interesse (imprese) altri (famiglie e cittadini…) per scelta.
Pensare al welfare come un’esperienza di “casa mia” richiama ciascuno a una responsabilità di partecipazione e cura. Una casa va abitata, resa accogliente, sistemata, adeguata alle fasi della vita e alle differenti esigenze delle persone. Se vogliamo che “questa casa non sia un albergo” è importante che ognuno faccia la sua parte e sia attento alle altre persone con cui abita. Anche le case, per altro, non sono tutte uguali: così come il welfare, una casa deve potersi adattare a persone diverse. Se non vogliamo che il welfare che verrà assomigli a un desolato e anonimo palazzo di periferia, deve integrarsi nel paesaggio e nella storia del territorio in cui si colloca ed entrare in relazione con gli altri soggetti di quella stessa comunità.”
25/01/2015 22.51
Comune di Impruneta