Login

MET



Controlli voce Chiudi controlli
: Volume:  1 Velocità  1 Tono:  1
Comune di Tavarnelle Val di Pesa
La rabbia dei sandonatini. “Se chiude l’ufficio postale chiudiamo cinema, teatro e spazi culturali”
Continua a salire la tensione tra i cittadini per la decisione di Poste di eliminare tre uffici postali dal territorio del Chianti. Spunta l'idea di un comitato civico del Chianti contro Poste. Il vicesindaco Davide Venturini si appella al Presidente del Consiglio Matteo Renzi perché intervenga direttamente
La rabbia di cittadini e amministratori del Chianti non si placa. Contro la decisione di Poste Italiane di riorganizzare il proprio assetto sul territorio con la chiusura di tre uffici postali nelle frazioni più decentrate dei Comuni di Tavarnelle, San Casciano e Barberino, la protesta continua. Di fronte alla prospettiva che sullo sportello di San Donato in Poggio scenda a breve il bandone c’è un appello forte e chiaro: quello del vicesindaco di Tavarnelle Davide Venturini che si rivolge al Presidente del Consiglio Matteo Renzi perché si attivi direttamente sulla questione.“La mia richiesta – dichiara il vicesindaco – è che il Presidente intervenga in modo deciso bloccando il decreto ministeriale che autorizza il provvedimento, la cessazione degli oltre 60 uffici postali in tutto il territorio regionale sommata alla riduzione oraria di almeno altri 100 uffici procura un disagio di fruizione e di raggiungibilità del servizio in questi territori, densamente popolati, per distanze di 10km. Non siamo mai stati coinvolti in un percorso di trattativa. Non esiste nessuna fase di accompagnamento alla cessazione né di sostituzione con servizi automatici di presidio. Voglio ricordare inoltre che San Donato, dove abita un migliaio di persone tra cui molti anziani, è già stato colpito dalla riduzione dei servizi al credito e al risparmio, oltre che trovarsi in un’area fortemente penalizzata sul piano dei trasporti pubblici”.

Alla preoccupazione del vicesindaco si unisce quella della comunità di San Donato. “La chiusura dell’ufficio postale corrisponde alla morte civile della nostra frazione – commenta Filippo Ninci, presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi – è l’abbandono delle piccole comunità da parte dello Stato, nella nostra frazione le attività si svolgono in gran parte grazie al volontariato e alla buona volontà dei cittadini, alle associazioni culturali, sociali che da sempre si distinguono per dinamicità; noi, a differenza dello Stato non abbiamo il compito di mantenere viva una frazione, possiamo contribuire certamente ma non è un nostro dovere. E se, come Poste, decidessimo di chiudere cinema, teatro e luoghi culturali e ricreativi? Cosa succederebbe in questo caso? Lanciamo l’idea di un comitato civico contro Poste esteso a tutto il Chianti. Più siamo e più faremo sentire la nostra contrarietà che non deve restare una voce nel deserto”.

11/02/2015 18.11
Comune di Tavarnelle Val di Pesa


 
 


Met -Vai al contenuto