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Comune di Tavarnelle Val di Pesa
Terremoto nel Chianti. L’assessore Rustioni tranquillizza i cittadini: “lo sciame sismico a più riprese evita il terremoto di grandi proporzioni"
Il Comune ha organizzato un’iniziativa di confronto scientifico sullo sciame sismico del Chianti. Tra gli esperti che spiegano i movimenti della terra in Valdipesa uno dei maggiori sismologi italiani, Maurizio Ripepe
“Nella sfortuna la popolazione chiantigiana sembra tra le più fortunate: l’evento sismico che ha colpito Tavarnelle e l’area della Valdipesa nelle scorse settimane è la testimonianza che le faglie attivate lo scorso dicembre hanno dato avvio ad uno sciame che di fatto ripartisce l’energia in centinaia di movimenti tellurici evitando di restituirsi in una volta sola ed in un evento di vaste proporzioni”. E’ un’ipotesi che tranquillizza e rasserena gli animi quella che l’assessore all’Ambiente del Comune di Tavarnelle Marco Rustioni fa emergere a seguito dell’incontro con uno dei più illustri sismologi universitari italiani, Maurizio Ripepe, uno dei relatori dell’iniziativa “Lo sciame sismico della zona Chianti”, organizzata dal Comune in collaborazione con l’Osservatorio polifunzionale del Chianti.

“Abbiamo accompagnato un evento preoccupante come il terremoto – spiega l’assessore –ad un percorso culturale di crescita e informazione rivolto a tutta la popolazione, l’incontro è servito ad illustrare ragioni e contesti storico-scientifici degli eventi che hanno comprensibilmente e imprevedibilmente diffuso paure e timori tra i cittadini”. I punti salienti sui quali si sono basati gli interventi degli esperti, chiamati dalla giunta Baroncelli ad esprimersi sugli effetti recenti e passati del terremoto chiantigiano sono due. “Il primo - spiega l’assessore – è che l’evento verificatosi qualche settimana fa, caratterizzato dalle punte di magnitudo pari a 3.3 e 3.7, non risulta scisso dai movimenti di dicembre ma fa parte della stessa catena che ha raggiunto tra i 9 e gli 11 Km di profondità causando la frattura della crosta terreste; la seconda è che nel Chianti, dove la vulnerabilità sismica è considerata di medio livello, il numero elevato di sismi, circa 500 dallo scorso dicembre, ha permesso di diluire l’energia ed evitare, in linea teorica, il verificarsi di un evento di vasta portata, ovviamente occorre non abbassare mai la guardia con madre natura, i sismi sono imprevedibili e fanno parte del pianeta che vive in quanto in continua trasformazione”. Gli esperti hanno rilevato inoltre che i terremoti chiantigiani nel corso dei secoli si sono distanziati l’uno dall’altro di circa cento anni. “I primi ipocentri si sono verificati nell’Ottocento e nel Novecento – continua l’assessore - e ora, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, il terzo; sono dati storici dai quali la scienza parte per elaborare ragionevoli ipotesi, mai assolute certezze, destinate ad aiutare noi umani a comprendere tempi e modalità di espressione della natura verso le quali occorre continuamente tenere alta l'attenzione e attivare strategie rivolte alla prevenzione”. Oltre al sindaco David Baroncelli, tra gli esperti che hanno preso parte all’incontro anche Gilberto Saccorotti e Carlo Meletti dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, Andrea Fiaschi della Fondazione. Prato Ricerche e Christian Baccani, rappresentante della Protezione Civile di Firenze.

16/03/2015 18.19
Comune di Tavarnelle Val di Pesa


 
 


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