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Asl Toscana Centro - Pistoia
Nella donazioni e nei trapianti c’e’ differenza tra uomini e donne?
Prima ricerca regionale della Ausl3 insieme all’organizzazione toscana trapianti
Anche nella provincia di Pistoia i maschi ricevono e donano più organi rispetto alle femmine, mentre le donne attendono un tempo più lungo prima di essere sottoposte ad un trapianto. Sempre le donne sono più restie a dare il consenso alla donazione degli organi di un familiare e, rispetto agli uomini, accettano malvolentieri di essere curate con un trapianto di organo. E ancora: l’età del trapianto è maggiore nei maschi, mentre alla donazione è maggiore nelle femmine. Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca condotta dalla AUSL3, in collaborazione con l’organizzazione Toscana Trapianti, i cui risultati complessivi saranno presentati sabato prossimo 28 novembre (inizio ore 9,00) nella Sala Cinzia Lupi (piano terzo) del presidio Ospedaliero San Jacopo di Pistoia.

All’iniziativa partecipano la dottoressa Anna Maria Celesti, coordinatrice regionale per la salute e la medicina di genere e la dottoressa Lucia Turco del nucleo tecnico di programmazione area vasta centro.

Nonostante la Toscana sia la Regione con il più alto tasso di donazioni in Italia e con il numero più elevato di pazienti curati attraverso il trapianto, lo studio è stato realizzato per verificare se esistano eventuali differenze di genere in questo particolare e delicato ambito sanitario.

La ricerca è stata promossa dal Centro Studi di Salute e di Genere della ASL3, la cui coordinatrice organizzativa è la dottoressa Sonia Iapichino e realizzata dal responsabile scientifico il dottor Giuseppe Seghieri, in collaborazione con il coordinatore aziendale trapianti dottor Eufrasio Girardi. I risultati preliminari sono già stati presentati in un Convegno internazionale a Berlino.

Evidenziare se esiste una spiccata polarizzazione in ottica di genere per quanto riguarda la donazione e il trapianto è stato lo scopo della ricerca finalizzata a ridurre ulteriormente le attuali liste di attesa.

Mentre non sembrano esserci significative differenze tra uomini e donne, sia per quanto riguarda le conoscenze in merito all’argomento, sia per quanto riguarda la personale posizione rispetto al tema, è invece discriminante il fattore dell’età: il 60% dei contrari ha più di 50 anni mentre tra le file degli indecisi ci sono i giovani. Tra le donne questa differenza di età finisce per caratterizzare due profili contrapposti: coloro che sono favorevoli sono solitamente donne lavoratrici (impiegate, libere professioniste, dirigenti, ecc…), sono diplomate o laureate, e di esse la metà ha 40 anni; sul versante opposto le donne contrarie sono spesso casalinghe o pensionate.

Sono molti gli aspetti che rimangono da approfondire ma secondo il gruppo che ha lavorato alla ricerca insieme a Seghieri (Chiara Gherardeschi, Susy Ferrari, Maurizio Rapanà della direzione sanitaria della AUSL3 e Marco Bombardi e Adriano Peris dell’OTT) sono già possibili alcuni interventi concreti: per esempio per modificare le differenze di genere in lista d’attesa, (67% gli uomini e solo 33% le donne) potranno essere attuate maggiori informazioni sulla valenza terapeutica del trapianto che, in molti casi, risolve numerose patologie croniche femminili; mentre per quanto riguarda l’attesa le cause potrebbero essere diverse (ormonali, morfologiche, maggiore incompatibilità immunitaria nelle donne rispetto agli uomini, ecc…).

27/11/2015 14.08
Azienda Asl 3 Pistoia


 
 


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