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Accademia di Belle Arti di Firenze
Arte all’Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze
Otto artisti in mostra nell’ambito di StARTpoint 2015. Inaugurazione venerdì 11 dicembre ore 18
In mostra all’Aeroporto Amerigo Vespucci
Da venerdì 11 a giovedì 17 dicembre 2015 – orario 7/20 – ingresso libero
Aeroporto Amerigo Vespucci - via del Termine, 11 – Firenze
Carta d’imbarco
Mostra collettiva


L’identità cosmopolita dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiano artisti provenienti da ogni continente, e uno dei luoghi simbolo del partire/tornare, l’aeroporto Amerigo Vespucci del capoluogo toscano.

Due microcosmi che si incontrano da venerdì 11 a giovedì 17 dicembre per “Carta d’imbarco”, l’esposizione collettiva che per una settimana (orario 7/20 – ingresso libero), nelle sale al secondo piano dell’aeroporto, proporrà opere di otto studenti dell’Accademia che hanno vissuto - o vivranno a breve - l’esperienza Erasmus, il noto programma di mobilità studentesca ideato dalla Comunità Europea.

L’inaugurazione avrà luogo venerdì 11 dicembre alle ore 18 alla presenza degli artisti, dei curatori Paola Bitelli, Valeria Bruni, Edoardo Malagigi e di Eugenio Cecioni e Luciano Modica, rispettivamente direttore e presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Ragazzi, dunque, con la carta di imbarco pronta. Narine Nalbandyan, di origine armena, presenterà un video denso di significati che, partendo da un elettrocardiogramma, riporta con le immagini successive allo sterminio del suo popolo.

Altrettanto evocativo, in termini di riflessione e recupero di un tempo umano e non digitale (intensificato dai suoi disegni su carta di quaderno con quadratini che sostituiscono i pixel), è il video della spagnola Estela Barcelò: il lento sgretolamento di un edificio simboleggia la corrosione che la normalità dello scorrere del tempo esercita su cose e persone. Qualcosa di inesorabile, ma proprio per questo accettabile.

Sulla ricerca del segno si fonda la poetica di Gianluca Tramonti; un segno fatto d’istinto, alla ricerca dello sbaglio rivelatore. Appassionato di Matisse, reinterpreta alcuni quadri del maestro fauvista, senza però la gioiosa essenzialità di quest’ultimo. Le figure che si muovono, interagiscono fra loro, forse danzano, e non anelano alla purezza della vita primitiva, ma attendono un qualcosa di ineluttabile ed orribile, forse una morte violenta.

Anche Claudia Bigongiari si muove riattualizzando forme del passato. Partendo da alcuni dipinti che si trovano nella chiesa di Sant’Agostino a Pietrasanta, l’autrice ne sceglie alcuni particolari: un pastorale, un crocifisso, un calice e li rielabora facendoli diventare un modulo decorativo. La sua è una ricerca sulla ripetitività che si carica di significato nell’uso del lucido come riferimento alle vetrate e ai rosoni delle chiese.

Giordano Magnani comincia ad interessarsi alla fotografia durante il suo soggiorno Erasmus ad Anversa, dove salta ai suoi occhi la costante presenza di geometrie e luci fredde, quasi teatrali. Ne nascono immagini di città distaccate e asettiche, dove però, accanto all’apparente assenza di emozioni trova posto un’armonia e di forme ed un’attenzione estetica che si vestono di simbolicità.

Philipp Plath (tedesco) prende a soggetto la città di Istanbul quale luogo privilegiato di incontro fra popoli, culture e religioni diverse. Va pertanto alla ricerca delle tracce umane e, talvolta, ideologiche che nella metropoli turca trovano adeguata collocazione. Luoghi abbandonati, quartieri nuovi diventano metafora di un melting pot dai contorni complessi e spesso indecifrabili.

Anche il lavoro di Paolo Angelini si muove nell’ambito della riscoperta dell’inusuale delle città. Non dunque luoghi, persone o cose consacrate dalla loro intrinseca bellezza, ma soggetti apparentemente privi di significato e “poveri” nella loro occasionalità. Persone comuni, pupazzi dimenticati, poster ormai obsoleti costituiscono i temi di questa serie fotografica stampata con tecniche generalmente superate, dettaglio importante questo perché riconduce all’essenza della ricerca poetica dell’autore.

Si può visitare la mostra “Carta d’imbarco” gratuitamente, da venerdì 11 a giovedì 17 dicembre, orario 7-20.

Iniziativa nell’ambito della rassegna StARTpoint 2015, ideata e prodotta dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, con il contributo di Regione Toscana, in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale Cantiere Toscana Contemporanea. Direzione artistica a cura dei docenti Paola Bitelli, Valeria Bruni ed Edoardo Malagigi.

09/12/2015 20.08
Accademia di Belle Arti di Firenze


 
 


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