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Comune di Empoli
Sedici comuni uniti per diminuire le Pm10 nell’aria. Varato un piano triennale d’interventi
Ecco il PAC - Piano di Azione Comunale – che coinvolge Bientina, Casciana Terme-Lari, Cascina, Castelfiorentino, Castelfranco di Sotto, Crespina-Lorenzana, Empoli, Fauglia, Fucecchio, Montopoli in Val d'Arno, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Santa Maria a Monte, Vinci
Centralina di monitoraggio dell'inquinamento
Giornate ecologiche, maggiore attenzione alle zone dedicate ai pedoni e a quelle a traffico limitato, ancora più impegno nel controllo degli episodi di abbruciamento agricolo molto frequenti nelle nostre campagne, efficientamento energetico degli edifici pubblici, ‘traffic calming’ ovvero predisporre misure di razionalizzazione dei flussi di traffico grazie alla realizzazione di rotatorie.
E’ in estrema sintesi e a grandi linee il contenuto del Piano di Azione Comunale (PAC) per contrastare la presenza di polveri inquinanti nell’aria delle nostre città.
Il provvedimento descrive una serie di misure che le amministrazioni comunali dovranno seguire da qui al prossimo futuro.
Il piano è stato preparato dopo l’input della Regione Toscana ed è lo stesso per tutti e 16 i Comuni che rientrano nell'area di rilevamento della centralina di Santa Croce sull’Arno. In ordine alfabetico stiamo parlando di località che vanno dall’Empolese al Valdarno Inferiore fino alla Valdera: Bientina, Casciana Terme-Lari, Cascina, Castelfiorentino, Castelfranco di Sotto, Crespina-Lorenzana, Empoli, Fauglia, Fucecchio, Montopoli in Val d'Arno, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Santa Maria a Monte, Vinci.

Dopo alcuni sforamenti dei livelli di Pm10 emersi fra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 (dati rilevati per tutti i Comuni dalla centralina posta nella zona industriale di Santa Croce) è stato deciso il piano per diminuire, soprattutto con l’aiuto di pratiche virtuose e corrette da parte dei cittadini, le polveri sottili nell’aria.
Centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico e la combustione della legna o di altra vegetazione sono le cause principali della produzione di Pm10.

Dunque ecco che siamo arrivati all’approvazione del Piano di Azione Comunale: i sedici comuni appartenenti all’area di superamento “Comprensorio del Cuoio di Santa Croce sull’Arno” hanno redatto in maniera congiunta il documento Piano di Azione Comunale in attuazione della Legge Regionale 9/2010 sulla tutela della qualità dell’aria ambiente.
Il Piano è stato redatto grazie a un "Tavolo tecnico" istituzionale, appositamente costituito, alla presenza di tecnici e di alcuni assessori con delega alle politiche ambientali che hanno seguito i lavori.
Il Comune di Santa Croce sull'Arno è capofila in quanto, come detto, la centralina di rilevamento è situata nel suo territorio.
Il PAC contiene tutte le azioni che i Comuni si impegnano ad intraprendere da qui a tre anni (2016/2017/2018), per raggiungere l’obiettivo di ridurre l'inquinamento atmosferico, con particolare riferimento alle emissioni di PM10 ed NO2.
E' questo un tipo di inquinamento atmosferico finora scarsamente considerato nelle nostre zone, ma che ha invece una ricaduta molto forte sulla nostra salute, in particolare su quella di bambini ed anziani. Il Piano si pone pertanto l'obiettivo di individuare un insieme di azioni multisettoriali, coordinate tra loro in maniera sinergica, che incidano a vari livelli sulle emissioni di queste sostanze. Le azioni individuate si dividono in “strutturali” (interventi e progetti) e “contingibili ed urgenti” (da porre in atto solo nelle situazioni di rischio).

Il Quadro conoscitivo della Regione Toscana ha individuato come inquinanti caratteristici il PM10 di origine prevalentemente primaria e derivante quindi da processi di combustione che si verificano a temperature troppo basse, tali da determinare il rilascio in atmosfera di particelle incombuste nocive per la salute. I limiti degli inquinanti sono superati frequentemente nelle aree di fondovalle al di sotto dei 100-200 metri di altezza s.l.m. in situazioni di ristagno atmosferico, in assenza di pioggia e di ventilazione. Da ciò si desume che in linea di massima gli apporti più significativi di PM10, in rapporto alla massa combusta, derivano principalmente da fuochi liberi di biomasse vegetali legittimamente effettuati nell’ambito di attività agroforestali realizzate in fondovalle, oppure illegittimamente accesi; - da impianti di riscaldamento degli immobili a combustibile vegetale in camini, dove cioè la temperatura di combustione non è molto superiore a quella a fuoco libero; da impianti di combustione di combustibile vegetale in stufe tradizionali o forni a legna, che raggiungono temperature più elevate, ma comunque non tali da azzerare le emissioni di PM10; da tutti mezzi motorizzati a motore endotermico a gasolio o benzina mal funzionanti, o euro 0, 1, 2.

23/07/2016 20.36
Comune di Empoli


 
 


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