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Regione Toscana
Def 2017: il Consiglio regionale approva a maggioranza
Passa a maggioranza il Documento di economia e finanza regionale. Il dibattito in Aula con gli interventi di Borghi, Cantone, Fattori, Mugnai, Anselmi, Mazzeo
Con ventiquattro voti a favore e quindici voti contrari, espressi per appello nominale, il Consiglio regionale ha approvato il Documento di economia e finanza regionale 2017. Si è concluso così un lungo ed articolato dibattito, che ha impegnato l’aula fin dalla giornata di ieri.

“Si scrive sulla sabbia, perché basta che ci sia un cambio di appostamenti da parte dello Stato e tutto necessariamente deve cambiare”. Così il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi ha aperto il suo intervento durante il dibattito sul Def 2017. Borghi si è detto d’accordo, per una volta, con quanto sostenuto dal presidente Enrico Rossi, e cioè che “se si fosse seguita una politica meno rigorosa avremmo un Pil più alto, un migliore rapporto debito-Pil e meno disoccupazione”. “Sono concetti di base di macroeconomia, sono anni che li ripeto – ha detto Borghi –. Il problema è che è il Pd ad essere al governo, che dietro questi numeri c’è la sofferenza della gente, e che chi ha messo in atto queste politiche sbagliate dovrebbe prendersene le responsabilità”. “Inoltre – ha proseguito il consigliere – a certe dichiarazioni dovrebbero seguire atti conseguenti, una ribellione, una politica di rottura. Dovremmo girare la prua e lanciare un richiamo a un governo che ha smarrito la bussola. Invece i numeri di questo Def toscano vanno in direzione opposta, si adeguano alla politica nazionale, ci sono i tagli. Si fanno dunque esercizi dialettici inutili per inseguire gli elettori, e questo è il motivo per cui votiamo contro”.

Secondo Enrico Cantone (Movimento 5 Stelle) “non è vero che in Toscana si sta meglio di altre regioni, si sta solo meno peggio. La nostra regione è stata colpita profondamente dalla crisi, e in un quadro generale incerto non dovremmo dare attenzione solo al manifatturiero, ma anche a settori come il turismo”. Cantone ha denunciato che lo sviluppo occupazionale non viene aiutato e che gli aiuti alle imprese registrano un aumento del 5% quando si tratta di grandi aziende, un -5% quando si tratta di piccole e medie imprese. “C’è inoltre – ha detto Cantone – una mancanza di attenzione all’economia circolare, e dentro i palazzi continua a sfuggire quella che è la realtà”. Cantone ha quindi annunciato il voto di astensione del proprio gruppo, denunciando la mancanza di una politica effettiva per le piccole e medie imprese toscane, in particolare sul fronte del credito.

Anche per Tommaso Fattori (Sì–Toscana a Sinistra) la prima parte del documento “è condivisibile, ma poi si resta spiazzati dalla seconda, perché non si capisce come possa essere quella ricetta anti austerity che si invoca prima”. “La Toscana – ha dichiarato Fattori – vive una fase di stagnazione e il governo brilla per l’incapacità di attuare politiche anticicliche. Se i soldi usati per provvedimenti-spot fossero stati usati per sostenere gli investimenti, avremmo visto altri risultati”. Secondo Fattori il riformismo alto deve esercitarsi con politiche neokeynesiane e non con il Jobs Act, “che deprime la domanda interna perché abbassa i salari”, quando invece è provato che ogni euro di taglio di spesa porta un euro e mezzo in meno di Pil. Di qui, il voto contrario di Sì-Toscana a sinistra e la considerazione, dello stesso Fattori, che le imminenti scelte del Governo nazionale metteranno a rischio gli investimenti regionali.

“Siamo davanti a un film già visto, in Toscana si continuano ad applicare le solite categorie senza rendersi conto che la situazione è profondamente cambiata” ha commentato Stefano Mugnai (Forza Italia). “Si continuano a fare interventi con soldi pubblici per soddisfare le richieste delle persone che interessano, ma senza reale utilità – ha aggiunto il consigliere –. Quando si perde una partita bisogna avere il coraggio di giocare all’attacco, invece che trincerarsi in difesa”.

Gianni Anselmi (Pd), prima di illustrare la proposta di risoluzione presentata dal suo gruppo, ha sottolineato che “i semi di questa crisi sono stati posti negli anni che vanno dal 2008 al 2013, anni in cui i governi di centrodestra hanno brillato per l’assoluta assenza di politica industriale e di visione strategica”.

È stato Antonio Mazzeo a dichiarare il voto favorevole del gruppo Pd. A suo giudizio la strada dei microprogetti non conduce da nessuna parte. È, invece, proprio la scelta di non aumentare le tasse e di intervenire sulle infrastrutture che permette alla Toscana di ottenere risultati migliori di altre regioni.

28/09/2016 17.02
Regione Toscana


 
 


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