Pergola, Niccolini, Mila Pieralli, Rifredi
Trent'anni di workcenter di Jerzy Grotowski and Thomas Richards: una prospettiva per la ricerca nel teatro e oltre il teatro
Il cronoprogramma degli impegni nazionali ed internazionali
Una prospettiva per la ricerca nel teatro e oltre il teatro. Negli ultimi trent’anni, compiuti nel 2016, il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards ha costantemente allargato le frontiere dell’ambito teatrale e ha approfondito la propria ricerca in modi unici e straordinari, seguendo l’insegnamento del fondatore Jerzy Grotowski, uno dei più grandi ricercatori e innovatori di teatro del XX secolo.
Oggi attivo nell’ambito della Fondazione Teatro della Toscana, il cui impegno costituisce il fulcro delle attività internazionali della Fondazione, il Workcenter con Thomas Richards come direttore artistico e Mario Biagini come direttore associato annovera 18 persone di 9 nazionalità diverse, impegnate nella ricerca sistematica sulle arti performative e in un’intensa azione pedagogica. Nel 2017 sono previste dimostrazioni, presentazioni di opere e pedagogia con comunità locali in Polonia, Austria, Ungheria, Francia, Russia, in Grecia con giovani del campo profughi sull’isola di Samos, a New York con i senzatetto, gli ex detenuti e gli anziani del Bronx, in Cina, Brasile, Turchia, oltre agli impegni in Italia, a Pontedera, Firenze, Bologna, Modena e Milano.
Dall’inizio del percorso di Teatro Nazionale, nel febbraio 2015, il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards è entrato a pieno titolo nel novero delle attività che fanno riferimento alla Fondazione Teatro della Toscana, che da subito ne ha compreso l’immenso valore e la particolare consonanza con altre esperienze della Fondazione, in primis quelle derivanti dall’applicazione del Metodo Costa. Il Workcenter è divenuto, quindi, il cardine delle attività internazionali del Teatro della Toscana, in uno stretto e mutuo rapporto di scambi e iniziative culminato nella prima partecipazione del Workcenter al Fringe Festival di Edimburgo l’estate scorsa.
La qualità della ricerca e produzione artistica, le attività pedagogiche approfondite e ampiamente diffuse, e la portata internazionale delle tournée e delle reti di contatti professionali, fanno del Workcenter un gruppo artistico unico al mondo, che si evolve in relazione ai cambiamenti storici che le nostre società si trovano ad affrontare. Ogni passo della storia del Workcenter è stato un trampolino per il passo successivo, verso luoghi non conosciuti, e la ricchezza e la competenza sviluppate negli ultimi trent’anni sono il seme di future possibilità artistiche. Una continuità di crescita in larga parte resa possibile dal supporto costante di Roberto Bacci, Carla Pollastrelli curatrice e traduttrice della prima edizione italiana integrale dei Testi di Jerzy Grotowski (uscita nella collana “Oggi, del teatro” de La casa Usher), e Luca Dini, co-direttore del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera, attualmente confluito nella Fondazione Teatro della Toscana.
Nel 1985 fu proprio il CSRT a proporre a Jerzy Grotowski, maestro che ha profondamente mutato il teatro del Novecento, di creare in Toscana un istituto dove condurre un’attività di ricerca sistematica. Il Centro di Lavoro di Jerzy Grotowski (dal 1996 Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards), è nato nel 1986 a Pontedera su iniziativa dello stesso CSRT e della University of California, Irvine, in collaborazione con Peter Brook – Centre International de Créations Théatrales, come istituto creativo di educazione permanente per artisti adulti. Dalla morte di Grotowski nel 1999, Thomas Richards, direttore artistico del Workcenter, e Mario Biagini, direttore associato, hanno continuato a sviluppare e approfondire la ricerca del Workcenter sulle arti performative, anche in nuove direzioni. Dal 2007 il Workcenter ospita due gruppi di lavoro: il Focused Research Team in Art as Vehicle diretto da Thomas Richards e Open Program diretto da Mario Biagini.
Il Workcenter ha portato il proprio lavoro artistico e formativo in quasi tutti i continenti.
Ad aprile 2017 quattro workshop di approfondimento su aspetti specifici del lavoro svolto dal Workcenter (come quello sui canti tradizionali) toccheranno le città di Varsavia, Vienna, Parigi e Roma.
Tra fine aprile e inizio maggio il Workcenter sarà per la prima volta al MITEM Festival di Budapest con due date dell’ultima creazione The Underground: a Response to Dostoevsky e una conferenza dal titolo Thirty Years of the Workcenter: a Retrospective in cui il direttore artistico del Workcenter dialogherà col pubblico, ripercorrendo i trent’anni di storia del Workcenter. Sempre a maggio sono in programma: a Lublino, in Polonia, due date del ‘cult’ The Living Room e un incontro sugli attuali sviluppi della ricerca del Workcenter; a Rennes, in Francia, un workshop al Théâtre Nationale de Bretagne; a Perm, in Russia, la presentazione di propri lavori al Diaghilev Festival; sull’Isola di Samos, in Grecia, con i giovani del campo profughi e i ragazzi originari dell’isola, per creare insieme a loro uno spettacolo sul tema dell’esilio, dell’allontanamento forzato dal proprio paese e dalla propria casa: l’esperienza verrà documentata da un’equipe polacca, che realizzerà un documentario.
Il Workcenter tornerà a New York a giugno-luglio, settembre-ottobre, ottobre-novembre, per continuare il suo lavoro con le comunità del Bronx e arrivare a una creazione che coinvolga i senzatetto che fanno parte dei programmi di inclusione sociale presenti nell’area del Mid-Bronx, gli ex detenuti in collaborazione con Stella Adler Studio, la popolazione anziana del Mid-Bronx Senior Citizen Center.
Da luglio, inoltre, gli impegni spazieranno dalla Cina, a Hong Kong e a Shangai, al Brasile, alla Turchia.
Non meno rilevante di quello internazionale è il calendario delle attività in Italia. Il Workcenter svolge attività di formazione stabile a Pontedera nella stagione invernale con il Master Course e in quella estiva con il Summer Intensive Program. Le attività pedagogiche condotte dal Workcenter puntano a disvelare le potenzialità creative uniche di ogni partecipante. Durante questi workshop il Workcenter entra in contatto con centinaia di teatri e artisti di tutto il mondo.
Una serie di incontri è prevista a febbraio in Toscana, tra Pontedera, Scandicci e Firenze, con i Seminari Liberi di Canto e gli Incontri Cantati rivolti a gruppi di persone attive nei più diversi campi artistici, sociali e professionali.
La presenza nel prossimo giugno a Mechrí/Laboratorio di filosofia e cultura di Milano rappresenta il completamento pratico del percorso iniziato nel dicembre 2016: verrà presentato il lavoro del Workcenter agli associati di Mechrì, coinvolgendoli in una sessione di canti tradizionali della diaspora africana.
Tra fine novembre e inizio dicembre, grazie alla collaborazione tra ERT e La Soffitta, il Workcenter sarà impegnato a Modena e Bologna: eventi performativi si terranno in entrambe le città (Dark is My Mother a Bologna, The Hidden Sayings, Seminari Liberi di Canto e Incontri Cantati a Modena), mentre Bologna ospiterà le attività pedagogiche, compreso un workshop per studenti dell’università e un convegno sui testi di Grotowski, alla presenza di esperti italiani e stranieri sia del lavoro di Grotowski che del Workcenter.
www.theworkcenter.org
www.teatrodellatoscana.it
OBIETTIVO RICERCA: LA STORIA DEL WORKCENTER
Nel 2016 il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards ha compiuto trent’anni. Il Workcenter ha costantemente allargato le frontiere dell’ambito teatrale e ha approfondito la propria ricerca in modi unici e straordinari. La creazione e l’esistenza del Workcenter ha dato a Jerzy Grotowski, uno dei più grandi ricercatori e innovatori di teatro del XX secolo, un luogo dove realizzare l’ultima fase del lavoro di tutta la sua vita. Il Workcenter of Jerzy Grotowski è stato fondato a Pontedera nel 1986 su invito del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale (CSRT) (ora parte della Fondazione Teatro della Toscana) e dei suoi direttori Roberto Bacci, direttore artistico, e Carla Pollastrelli, già condirettrice. Per tredici anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1999, Grotowski ha sviluppato al Workcenter una linea di ricerca sulle arti performative conosciuta come ‘arte come veicolo’, una ricerca in cui, come in certe antiche tradizioni, l’attenzione per l’arte va di pari passo con l’approccio all’interiorità dell’essere umano. Durante questa investigazione creativa, Grotowski ha lavorato a stretto contatto con Thomas Richards, da lui definito ‘collaboratore essenziale’, cambiando infine il nome del Workcenter per includere quello di Richards. Durante questi anni di intenso lavoro pratico, Grotowski ha trasmesso a Richards il frutto della ricerca della sua vita, ciò che chiamava “l’aspetto interiore del lavoro”. Grotowski ha designato nel suo testamento Thomas Richards e Mario Biagini (fin dall’inizio un membro chiave del gruppo di lavoro del Workcenter) soli legatari dei suoi beni, incluso l’intero corpus dei suoi testi. Fin dal 1999, Richards e Biagini, rispettivamente direttore artistico e direttore associato del Workcenter, hanno continuato a espandere e approfondire in modo sistematico e inatteso una ricca e varia pratica teatrale che è modello di eccellenza e coraggio per molti artisti nel mondo intero.
Nel 1999 il Workcenter ha dato vita a una direzione completamente nuova della sua ricerca, denominata The Bridge: Developing Theatre Arts. Questo ramo della ricerca ha lanciato un ponte tra il mondo del teatro e l’ ‘arte come veicolo’. Ciò che è apparso con The Bridge non è teatro in senso stretto, ma neanche esattamente ‘arte come veicolo’. Con The Bridge, il Workcenter ha esplorato possibilità di dialogo in due direzioni apparentemente opposte. Diversamente dalle opere nel campo dell’ ‘arte come veicolo’, i lavori di The Bridge sono stati creati prendendo coscientemente in considerazione sia l’esperienza dello spettatore che il potenziale impatto degli eventi performativi sulla vita interiore dei performer.
Dall’aprile 2003 fino ad aprile 2006 sia le attività interne che quelle pubbliche del Workcenter si sono svolte nel quadro di Tracing Roads Across, un progetto triennale sostenuto dal programma ‘Cultura 2000’ dell’Unione Europea e da una rete di operatori culturali di undici paesi europei e non.
A partire dal 2007 il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards entra in un una nuova fase di sviluppo che vede la formazione di due gruppi creativi attivi contemporaneamente: il Focused Research Team in Art as Vehicle, diretto da Thomas Richards, e Open Program, diretto da Mario Biagini. Focused Research Team in Art as Vehicle e Open Program hanno continuato a sviluppare la linea di ricerca sull’ ‘arte come veicolo’, testando limiti ed espandendo il proprio lavoro in campo performativo lungo quella che Grotowski descriveva come ‘catena delle arti performative’: una catena con molti anelli, con l’ ‘arte come veicolo’ a un’estremità e l’ ‘arte come presentazione’ all’estremità opposta.
Il Focused Reseach Team in Art as Vehicle nasce con l’idea di un team artistico all’interno del Workcenter dedicato a una ricerca sistematica sulle potenzialità dell’arte come veicolo di trasformazione della percezione e della presenza dell’artista. Sin dai suoi inizi nel 2008, il Focused Research Team in Art as Vehicle ha costantemente ampliato i confini della conoscenza relativa al potenziale trasformativo dell’arte performativa e a specifici strumenti artistici che possono servire questo potenziale. Al momento della sua creazione, gli strumenti utilizzati in questa linea di ricerca erano soprattutto canti dalle tradizioni africane e afro-caraibiche. Il Focused Research Team continua a lavorare su canti provenienti da queste tradizioni, ma allo stesso tempo scopre fertili possibilità anche in canti provenienti da altre tradizioni, ciascuna con le sue storie uniche e complesse, che spesso sono direttamente legate alle specifiche culture e ai retroterra di provenienza dei membri del gruppo. Recentemente, il Focused Research Team ha vissuto un periodo di esplosione di materiali creativi, scaturito dallo sviluppo dei componenti del gruppo, il che ha permesso alla ricerca di espandersi in direzioni nuove e impreviste. Oggi il gruppo procede con dedizione all’indagine delle modalità in cui la qualità delle sue scoperte recenti possano vivere in eventi teatrali nei quali diversi approcci dell’arte dell’attore coesistano: esse contribuiscono a gettare una nuova luce su come il mondo del teatro possa effettivamente funzionare come luogo di connessione e comunione, un luogo in cui si possa vivere, percepire ed essere testimoni di correnti interiori di esperienze inusuali, nate dalle possibilità dell’approfondimento del contatto col momento presente. Attualmente il gruppo presenta e continua a lavorare su The Living Room (presentata sin dal 2009), nonché su The Underground: a Response to Dostoevsky e L’heure fugitive: entrambe queste due opere saranno presentate prossimamente in prima italiana.
Sin dal 2007 l’Open Program ha funzionato come una porta aperta al contatto con persone e contesti non appartenenti ad ambiti teatrali, portando avanti una ricerca su come il Workcenter possa attraversare barriere sociali e culturali di cui spesso non siamo consapevoli. In questo senso, l’Open Program mira alla riscoperta del nucleo del fenomeno teatrale: il momento di contatto significativo tra esseri umani. Dal 2007 al 2015 l’Open Program ha utilizzato come materiale testuale le poesie di Allen Ginsberg, riscoprendo la parola poetica come strumento di contatto e di azione, giocando con i modi in cui questa ricchezza si manifesta nella pratica degli attori con la sua complessità di significati poetici, ma anche politici e spirituali. Altro materiale è stato creato a partire da canti del Sud degli Stati Uniti appartenenti alla tradizione afroamericana, scoprendo come questi canti creino, grazie alle loro potenzialità come catalizzatori di interazione, condizioni in cui possono nascere incontri fuori dal comune. Queste due linee di lavoro hanno dato vita a molto materiale che è stato composto in quattro opere, I Am America, Electric Party Songs, Not History’s Bones – A Poetry Concert e The Nightwatch, presentate in una grande varietà di contesti. Attualmente i lavori proposti dall’Open Program sono basati su canti appartenenti a due rami di tradizione, quella afroamericana del Sud degli Stati Uniti e quella afroispanica dell’America del Sud e si presentano sotto forma di due eventi: The Hidden Sayings (Le parole nascoste, presentato dal 2013) e Open Choir (Incontro cantato, un incontro partecipativo sviluppato a partire dal 2014). Inoltre, le attrici del gruppo preparano un nuovo lavoro dal titolo Dark is My Mother, che attinge a fonti che riflettono la diversità culturale del gruppo. Open Program lavora in contatto con comunità culturali di diverse paesi, spesso in situazioni di marginalità ed estraneità ai flussi culturali dominanti, e ha di recente preso a esplorare l’interazione tra comunità locali e migranti. Queste persone, pur estranei all’ambito del teatro convenzionale, posseggono sovente competenze legate alla pratica teatrale, come il canto o la danza. Questo permette un incontro, sulla base di semplici elementi, al di là delle differenze culturali.
Tra gli esiti dell’impegno in campo pedagogico negli ultimi anni si può contare la creazione nel 2014 del New York City Seed Group e del Workcenter Studio in Residence nel 2016.
Il New York City Seed Group è un gruppo eterogeneo di artisti con base a New York: guidato da Mario Biagini, e formatosi in collaborazione con l’Open Program, il New York City Seed Group continua ad assistere nella ricerca, creazione e sviluppo dell’Open Choir a New York e negli Stati Uniti. Il New York City Seed Group si incontra regolarmente a New York per lavorare su canti che fanno parte della ricerca e della pratica dell’Open Program, provenienti dalla diaspora africana, in particolare del Sud degli Stati Uniti. Il loro lavoro si lega a quello di Open Program nella scoperta e articolazione di possibilità di contatto significativo tra esseri umani attraverso il riconoscimento e l’esplorazione di competenze culturali specifiche.
Composto da sette artisti provenienti da diversi paesi in Europa e Sud America, il Workcenter Studio in Residence lavora sotto la direzione di Thomas Richards. Concentrandosi sulle basi del mestiere teatrale e introducendo gli artisti alla pratica quotidiana del Focused Research Team, queste attività mirano ad aiutare le persone, ad incontrare le proprie motivazioni, come artisti e come individui. Nel corso degli anni, numerosi partecipanti hanno chiesto di entrare nel Workcenter e nel 2016 sette di loro sono stati invitati da Thomas Richards a formare uno Studio in Residence presso il Workcenter. Questa nuova iniziativa è volta a esplorare pratiche pedagogiche su una lunga durata e indagare le modalità in cui la pedagogia e la creazione possano intrecciarsi. Sotto la direzione di Richards, lo Studio in Residence sta creando due spettacoli, Sin Fronteras e Gravidad, che debutteranno quest’anno a Barcellona.
GLI SCRITTI DI GROTOWSKI IN ITALIA
L’edizione italiana degli scritti di Jerzy Grotowski, Testi 1954-1998 – la prima a vedere la luce dopo l’edizione polacca del 2013, si articola in quattro volumi pubblicati a partire da novembre 2014 nella collana ‘Oggi, del teatro’ per i tipi de La casa Usher. L’edizione raccoglie interventi, articoli, saggi, incontri pubblici, conferenze, conversazioni e interviste: la biografia creativa e intellettuale di uno dei grandi maestri eretici e riformatori del teatro del Novecento attraverso le sue parole. Questa nuova edizione, a cura di Carla Pollastrelli (anche traduttrice) in collaborazione con Mario Biagini e Thomas Richards, è una opportunità di avvicinarsi o riavvicinarsi alla visione radicale e alla straordinaria sapienza artigianale di uno dei grandi innovatori del teatro del Novecento. I sottotitoli dei quattro volumi fanno riferimento alle tappe essenziali del percorso creativo di Grotowski e sono nell’ordine: La possibilità del teatro, Il teatro povero, Oltre il teatro, L’arte come veicolo.
Il primo volume, La possibilità del teatro, raccoglie interventi, articoli, reportage, scritti e interviste – in massima parte inediti – pubblicati in Polonia nel periodo tra il 1954 e il 1964: testimonianza straordinaria di una riflessione radicale sulla funzione del teatro e dell’arte rispetto alla società e al destino dell’uomo. I testi giovanili permettono di conoscere da presso la pratica, il pensiero, le riflessioni e le idee di Grotowski non solo sul teatro e sull’arte, ma sui problemi politici, sociali, umani, etici con i quali si è misurato nel corso della vita. Costituisce una piccola rivelazione la serie di interventi politici che risalgono agli anni tra il 1955 e il 1957 e sorprendenti sono i primissimi scritti sul teatro del giovane Grotowski, studente dell’Accademia d’Arte Drammatica di Cracovia.
Il secondo volume, Il teatro povero, raccoglie scritti, interventi e interviste che risalgono al periodo tra il 1965 e il 1969, ovvero agli anni della maturità artistica di Grotowski e dell’affermazione del Teatro Laboratorio nel mondo. Il volume include in una nuova traduzione dagli originali polacchi e, in alcuni casi, in una nuova versione, anche i testi canonici di Grotowski contenuti nella storica edizione del 1968 di Towards a Poor Theatre, uscita in inglese per iniziativa di Eugenio Barba. Le nuove traduzioni rivelano una complessità inaspettata in testi che hanno fatto la storia del teatro del Novecento. Oltre a una serie di interviste e ad altri scritti notevoli, inediti in Italia, questo secondo volume contiene interventi fondamentali che risalgono alla fine degli anni Sessanta quando Grotowski, da un lato, riassume – alla luce dei primi dieci anni di attività del Teatro Laboratorio – il senso e l’evoluzione delle sue ricerche, dall’altro lascia già intravedere una prospettiva oltre il teatro che si concretizzerà, negli anni Settanta, nella fase del parateatro e della “cultura attiva”.
Il terzo volume, Oltre il teatro, raccoglie interventi, documenti e interviste risalenti al periodo tra il 1970 e il 1984, in cui si sviluppò l’intensa fase post-teatrale dell’attività di Grotowski. Tale attività si articolava inizialmente nel campo della “cultura attiva” – comunemente nota come parateatro o “teatro della partecipazione”, secondo la definizione che ne diede lo stesso Grotowski negli anni Novanta – e poi nell’ambito del Teatro delle Fonti. Fra i documenti qui raccolti, si segnalano in particolare Holiday e Teatro delle Fonti – due scritti che hanno il carattere di “manifesto” rispetto alla complessa fase post-teatrale di Jerzy Grotowski. Nell’insieme, i testi di questo volume – in gran parte inediti in Italia – costituiscono una testimonianza in progress di quelle esperienze e ci guidano non solo nell’avventura creativa di Grotowski e del Teatro Laboratorio ma anche dentro le domande di partecipazione e di senso che dagli anni Settanta accompagnano tuttora la vita del teatro.
Il quarto e ultimo volume, L’arte come veicolo, raccoglie interviste, scritti e interventi, compresi nel periodo tra il 1984 e il 1998. I testi, a eccezione dei primi due, si riferiscono alla feconda fase finale del percorso artistico di Grotowski – quella definita da Peter Brook “arte come veicolo” – che egli ha sviluppato per oltre tredici anni a Pontedera, in Toscana, dove nel 1986 ha preso vita il Workcenter of Jerzy Grotowski.?Diversi testi di questo volume hanno il carattere di compendio e riflessione critica su tutto il percorso creativo dell’autore. Dopo gli anni dell’intensa fase post-teatrale, Grotowski riprende i temi legati all’artigianato teatrale, alla sua trascorsa esperienza di regista, e – in alcuni passaggi – segnala quegli elementi dell’artigianato teatrale rilevanti nel lavoro che stava sviluppando sull’arte come veicolo,?pur con un cambiamento significativo di prospettiva: il lavoro rigoroso sugli aspetti tecnici del mestiere?e sulle antiche radici delle arti drammatiche non è più finalizzato allo spettacolo, all’ “arte come presentazione”, ma è veicolo dello sviluppo individuale, del lavoro su di sé.
Per “la fondamentale opera di diffusione del pensiero di Jerzy Grotowski attraverso la traduzione e la pubblicazione integrale dei suoi scritti per i tipi di Casa Usher” Carla Pollastrelli ha vinto il Premio Ubu Speciale 2015. Articolati in 4 volumi, i Testi (1954-1998) di Jerzy Grotowski, a cura di Carla Pollastrelli (anche traduttrice), in collaborazione con Mario Biagini e Thomas Richards, sono un’opportunità di avvicinarsi o riavvicinarsi alla visione radicale e alla straordinaria sapienza artigianale di uno dei grandi innovatori del teatro del Novecento.
CALENDARIO SINTETICO_ Impegni internazionali
19 – 30 aprile
Workshop di Open Program in Europa
Quattro workshop di approfondimento di specifici aspetti del lavoro svolto al Workcenter dall’Open Program guidati dalle attrici del gruppo in diverse città europee.
Luoghi: Varsavia, Vienna, Roma, Parigi.
Membri Workcenter partecipanti: Agnieszka Kazimierska, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Graziele Sena – Open Program.
Azioni previste: I tre workshop di Varsavia, Vienna e Roma saranno guidati rispettivamente da Agnieszka Kazimierska, Graziele Sena e Felicita Marcelli. Ognuno dei tre workshop avrà come nucleo centrale il lavoro sui canti di tradizione sviluppato dal Workcenter nel corso degli anni, ma ognuno di essi sarà declinato in modo specifico e conterrà elementi differenti, corrispondenti all’esperienza di lavoro acquisita nel corso degli anni da ciascuna delle tre attrici dell’Open Program. Il workshop di Parigi vedrà coinvolte le tre attrici insieme. Parteciperà come assistente Pauline Lauhlé, arrivata al Workcenter all’inizio del 2016.
20 aprile – 1 maggio
MITEM Festival di Budapest
Prima volta del Workcenter al MITEM Festival, con il Focused Research Team in Art as Vehicle.
Luogo: Budapest, Ungheria.
Membri Workcenter partecipanti: Thomas Richards, Jessica Losilla, Benoit Chevelle, Tara Ostiguy, Bradley High, Antonin Chambon, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: Thomas Richards e le sue colleghe e colleghi terranno diverse attività: un seminario guidato da Thomas Richards in persona, assistito da Jessica Losilla Hèbrail, Tara Ostiguy e Antonin Chambon; due presentazioni del più recente lavoro del Focused Research Team in Art as Vehicle, diretto da Thomas Richards, The Underground: a Response to Dostoevsky; una conferenza dal titolo Thirty Years of the Workcenter: a Retrospective in cui Richards dialogherà col pubblico, ripercorrendo i trent’anni di storia del Workcenter.
6 – 11 maggio
Workcenter a Lublino
Il Focused Research Team in Art as Vehicle al Centre for Intercultural Creative Initiatives “Crossroads"
Luogo: Lublino, Polonia.
Membri Workcenter coinvolti: Thomas Richards, Cécile Richards, Jessica Losilla, Benoit Chevelle, Tara Ostiguy, Bradley High, Antonin Chambon, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Attività previste: il Focused Research Team del Workcenter presenterà per due date di The Living Room, lavoro creato e diretto da Thomas Richards nell’ambito dell’ ‘arte come veicolo’, su cui il gruppo lavora da ormai 8 anni. Thomas Richards terrà inoltre un incontro con studenti e giornalisti sugli attuali sviluppi della ricerca del Workcenter.
9 – 26 maggio
Workshop al TNB
Un workshop presso la scuola del Théâtre Nationale de Bretagne condotto da Mario Biagini e Thomas Richards.
Luogo: Rennes, Francia.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini e un’assistente – Open Program; Thomas Richards e un’assistente – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: appuntamento ormai consueto per il Workcenter, questo workshop di tre settimane sarà guidato per la prima parte da Mario Biagini, mentre nelle due settimane successive sarà Thomas Richards a condurre gli studenti della Théâtre Nationale de Bretagne in un’immersione nella pratica artistica del Workcenter.
15 – 21 maggio
Open Program al Diaghilev Festival
Il gruppo del Workcenter Open Program sarà invitato a presentare uno dei suoi lavori al Festival Internazionale di Perm.
Luoghi: Perm, Russia.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program.
16 – 30 maggio
Progetto di creazione e film documentario a Samos
Mario Biagini sarà impegnato in una creazione nel campo profughi dell’isola greca.
Luoghi: Isola di Samos, Grecia.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini – Open Program.
Azioni previste: Mario Biagini si recherà a Samos dove realizzerà una creazione con i giovani del campo profughi dell’isola e i ragazzi originari di Samos. Il progetto, preceduto da una prima visita di Mario Biagini all’inizio di dicembre 2016, consisterà nella creazione di uno spettacolo sul tema dell’odissea, dell’esilio, dell’allontanamento forzato dal proprio paese e dalla propria casa. Il processo di creazione verrà documentato da un’equipe polacca, che realizzerà un film documentario.
26 giugno – 9 luglio / 25 settembre – 8 ottobre / 23 ottobre – 23 novembre
NYC Open Choir Movement 2017
Luoghi: Bronx, New York, USA.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena, Thomas Gasser – Open Program.
Azioni previste: l’Open Program tornerà a New York per continuare il suo lavoro con le comunità del Bronx in due diversi momenti del 2017. Una prima visita vedrà impegnato Mario Biagini accompagnato da altri membri dell’Open Program. Servirà a porre le basi per un nuovo sviluppo del New York City Open Choir Movement: la creazione di un evento performativo che coinvolgerà sia attori e attrici professioniste che membri di diverse comunità. Nello specifico, durante la prima visita di giugno/luglio, Mario Biagini e i suoi assistenti incontreranno i senzatetto che fanno parte di programmi di inclusione sociale presenti nell’area del Mid-Bronx, gli ex detenuti in collaborazione con Stella Adler Studio, riprenderanno i contatti con la popolazione anziana del Mid-Bronx Senior Citizen Center. Da questi incontri nascerà il nucleo delle persone che saranno coinvolte nella produzione che verrà ultimata nell’autunno.
3 – 16 luglio
Workcenter a Hong Kong
Membri Workcenter partecipanti: Thomas Richards con due assistenti – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: un workshop di cinque giorni aperto ad attori e attrici, nonché a studenti di teatro, guidato dal direttore del Workcenter assistito da due membri del suo team di ricerca. Si terrà inoltre una Master Class di due giorni riservata a studenti di teatro e una conferenza durante la quale Thomas Richards ripercorrerà la trentennale traiettoria del lavoro svolto al Workcenter, dai suoi inizi nel 1986 fino all’attuale fase di ricerca.
3 – 16 luglio
Workcenter in Cina
Luoghi: Shanghai, Cina.
Membri Workcenter partecipanti: Cécile Richards Richards con 5 assistenti – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: un workshop di cinque giorni aperto ad attori e attrici, nonché studenti di teatro, guidato da Cécile Richards, al Workcenter da oltre 13 anni e membro essenziale del Focused Research Team in Art as Vehicle, con cinque membri del suo team di ricerca. Cécile Richards terrà inoltre una conferenza aperta al pubblico e una presentazione del lavoro da lei ideato L’Heure Fugitive, creato in collaborazione con Thomas Richards, e da lui diretto.
7 – 15 agosto
FILO – Festival Internacional de Londrina
L’Open Program del Workcenter in Brasile per il Festival di Londrina.
Luogo: Londrina, Brasile.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program.
Azioni previste: per la prima partecipazione del Workcenter a questo festival internazionale di teatro, l’Open Program presenterà il suo lavoro The Hidden Sayings e terrà un Seminario Libero di Canto seguito da un Incontro Cantato.
20 agosto – 3 settembre
Cena Contemporanea, Festival Internacional de Brazilia
Il Focused Research Team in Art as Vehicle porterà due dei suoi lavori al Festival Internazionale della capitale brasiliana.
Luoghi: Brasilia, Brasile.
Membri del Workcenter partecipanti: Thomas Richards, Cécile Richards, Jessica Losilla, Benoit Chevelle, Tara Ostiguy, Bradley High, Antonin Chambon, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: il programma prevede due presentazioni della più matura opera performativa del Focused Research Team, The Living Room, e altrettante presentazioni della sua opera più recente, The Underground: a Response to Dostoevsky, entrambe con la regia di Thomas Richards. Il gruppo terrà anche un workshop di tre giorni per studenti, attori e attrici.
30 agosto – 15 settembre
Il Workcenter in Turchia
Cécile e Thomas Richards terranno una serie di eventi tra Istanbul e Sirince, sulla costa egea.
Luoghi: Sirince, Istanbul – Turchia.
Membri del Workcenter partecipanti: Thomas Richards, Cécile Richards, e due assistenti
Azioni previste: la prima tappa, Istanbul, prevede un seminario di cinque giorni condotto da Cécile Richards, accompagnata da due assistenti del Focused Research Team in Art as Vehicle. Al workshop si affiancheranno due o più presentazioni de L’Heure Fugitive, monologo di Cécile Richards diretto da Thomas Richards. L’attrice del Workcenter si recherà poi a Istanbul con Thomas Richards per una o più presentazioni di L’Heure Fugitive, e una conferenza tenuta dal direttore del Workcenter.
4 – 10 settembre
FilteBahia 2017
Il gruppo Open Program del Workcenter al Festival Internazionale di teatro di Salvador de Bahia.
Luogo: Salvador de Bahia, Brasile.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program.
Azioni previste: l’Open Program offrirà al pubblico del festival workshop, presentazioni dei propri eventi performativi, Incontri Cantati, conferenze e proiezioni di film.
CALENDARIO SINTETICO _ Impegni in Italia
Gennaio-Febbraio
Master Course
Un workshop intensivo di quattro settimane tenuto dal Focused Research Team in Art as Vehicle del Workcenter al Teatro Era.
Luogo: Teatro Era, Pontedera.
Membri Workcenter partecipanti: Thomas Richards, Cécile Richards, Jessica Losilla, Benoit Chevelle, Tara Ostiguy, Bradley High, Antonin Chambon, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya – Focused Research Team in Art as Vehicle.
Azioni previste: il Master Course, alla terza edizione, coinvolgerà partecipanti provenienti da diversi paesi del mondo. Thomas Richards, insieme al suo gruppo di ricerca, guiderà i partecipanti alla scoperta delle proprie capacità, aiutandoli a sviluppare e perfezionare le proposte creative portate da loro al corso. Il lavoro si focalizzerà sulle relazioni tra precisione e organicità, tradizione e lavoro individuale, rito e dramma, concentrandosi inoltre sullo sviluppo delle capacità di regia, tecniche di montaggio, elaborazione drammaturgica, e training fisico. I partecipanti prenderanno inoltre parte a sessioni dedicate al lavoro su canti tradizionali provenienti da tradizioni africane e afro-caraibiche, esplorando dunque l’approccio al canto e all’azione così come si è sviluppato al Workcenter per trent’anni.
Febbraio
Invito al Canto
Una creazione collaborativa che si sviluppa nel tempo, in Toscana, e incontri aperti a tutti con Open Program del Workcenter.
Luogo: Zona di Pontedera, Scandicci, Firenze.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhle, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program.
Azioni effettuate: una serie di incontri in Toscana con cui l’Open Program intende sviluppare una creazione collaborativa nel tempo con gruppi e individui. L’Open Program invita a partecipare a Seminari Liberi di Canto e incontri aperti chiamati Incontri Cantati. In questo progetto l’Open Program punta a incontrare gruppi di persone attive nel campo artistico, sociale, e provenienti dai più diversi contesti professionali, andando nelle loro sedi, oppure invitandoli a Pontedera o Firenze per conoscere da vicino il lavoro col canto portato avanti dall’Open Program. Gli eventi sono gratuiti e aperti a tutti.
3 – 4 giugno
Seminario delle Arti Dinamiche: incontro con l’Open Program
Luogo: Mechrí/Laboratorio di filosofia e cultura, Milano.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program.
Azioni previste: la visita milanese del gruppo Open Program rappresenta il completamento pratico del percorso seminariale iniziato nel dicembre 2016 con un ciclo di tre lezioni condotte da Mario Biagini. Open Program presenterà il proprio lavoro agli associati di Mechrì, coinvolgendoli in una sessione di canti tradizionali della diaspora africana.
7 – 20 giugno
Summer Intensive Program
Workshop intensivo estivo condotto da entrambi i gruppi del Workcenter nella loro sede di lavoro.
Luogo: Vallicelle, Pontedera (PI).
Membri Workcenter partecipanti: Thomas Richards, Cécile Richards, Jessica Losilla, Benoit Chevelle, Tara Ostiguy, Bradley High, Antonin Chambon, Guilherme Kirchheim, Sara Montoya – Focused Research Team in Art as Vehicle; Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program
Azioni effettuate: La sesta edizione del Summer Intensive Program accoglierà come di consueto artisti provenienti da tutto il mondo. Il programma si articolerà in diverse sessioni di lavoro portate avanti dai due team del Workcenter sotto la direzione di Thomas Richards e Mario Biagini. Il cuore del workshop sarà la pratica del Workcenter con i canti di tradizione: principalmente canti antichi di tradizione afro-caraibica e afro-americana del sud degli Stati Uniti. I partecipanti, divisi in due gruppi, prenderanno parte a sessioni di canto con entrambi i team del Workcenter, esploreranno i processi legati al lavoro coi canti, e l’impatto sulle persone che li cantano. Altri elementi fondamentali del workshop saranno training ed esercizi fisici, e lo sviluppo e l’analisi di scene individuali preparate da ogni partecipante prima dell’inizio del corso. Come parte del percorso formativo, i partecipanti avranno inoltre l’opportunità di assistere agli eventi performativi del Workcenter.
Fine novembre/inizio dicembre
Il Workcenter a Bologna e Modena
Il gruppo Open Program del Workcenter sarà presente col suo repertorio nelle due città emiliane.
Luoghi: Modena, Bologna.
Membri Workcenter partecipanti: Mario Biagini, Agnieszka Kazimierska, Eduardo Landim, Pauline Lauhlé, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena – Open Program
Attività previste: grazie alla collaborazione tra ERT e La Soffitta, l’Open Program realizzerà diversi eventi tra Modena e Bologna: presentazioni degli eventi performativi si terranno in entrambe le città (Dark is My Mother a Bologna, The Hidden Sayings, Seminari Liberi di Canto e Incontri cantati a Modena), mentre Bologna ospiterà le attività pedagogiche, compreso un workshop per universitari e un convegno sui testi di Grotowski, con la presenza di esperti italiani e stranieri sia del lavoro di Grotowski che del Workcenter.
26/01/2017 11.35
Pergola, Niccolini, Mila Pieralli, Era