Non-profit in provincia di Firenze
Nuovo allestimento dell'Urna del Ghiberti al Bargello
L'opera completata con il basamento marmoreo originale rinvenuto nella sede dell'Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra
La Sezione di Firenze dell'A.N.M.I.G. (Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra) comunica che dall'11 febbraio 2017 nel Salone di Donatello del Museo Nazionale del Bargello è visibile il nuovo allestimento dell'Urna del Ghiberti, reliquiario dei Santi Proto, Giacinto e Nemesio, completato con il basamento marmoreo originale rinvenuto nella sede dell'Associazione, già Monastero di Santa Maria degli Angeli, dal curatore della Raccolta d'Arte Dott. Divo Savelli e concesso dall'Associazione stessa, in comodato gratuito al Museo.
Si allega testo del Dott. Savelli, con notizie storiche sull'urna e sul basamento e foto del nuovo allestimento.
L’Urna in Bronzo del Ghiberti e il suo basamento marmoreo
Nel monastero camaldolese di San Salvatore a Selvamonda, in Casentino, intorno al 1420 in stato di abbandono, c’erano le reliquie dei Santi Proto, Giacinto e Nemesio, martirizzati nel III secolo, al tempo dell’Imperatore Gallieno. Era in quel tempo a Firenze papa Martino V che si interessò per una più adeguata venerazione delle loro reliquie. Cosimo il Vecchio e il fratello Lorenzo si offrirono di pagare le spese per un’urna dove riporre le reliquie la cui esecuzione affidarono al Ghiberti, allora al colmo della fama, che già lavorava alla seconda porta del Battistero, quella che Michelangelo avrebbe poi chiamato la Porta del Paradiso. Nel 1428 l’urna era già pronta e con solenne cerimonia fu collocata, poggiante su due gradini marmorei pure scolpiti dal Ghiberti, nella Cappella detta delle Donne, con ingresso da Via Alfani, Cappella a cui potevano accedere anche i laici, uomini e donne, per un momento di preghiera. La Cappella era già allora adorna di numerose immagini di devozione e dopo pochi anni, in un locale attiguo, sarebbe stato portato anche il Bastone di San Giuseppe, regalato dal Patriarca di Costantinopoli in occasione del Concilio di Firenze del 1439 ad Ambrogo Traversari, Generale della Congregazione camaldolese e grande umanista.
Il basamento marmoreo dell’urna visibile dalla Cappella con ingresso da Via degli Alfani portava la celebre scritta HIC CONDITA SUNT CORPORA SANCTORUM CHRISTI MARTYRUM PROTHI ET YACINTHI ET NEMESII A DNI MCCCCXXVII III ID SEPTEM. Quello che invece potevano vedere i monaci dalla chiesa aveva la scritta CLARISSIMI VIRI COSMAS ET LAURENTIUS FRATRES NEGLECTAS DIU SANCTORUM RELIQUIAS MARTYRUM RELIGIOSO STUDIO AC FIDELISSIMA PIETATE SUIS SUMPTIBUS AEREIS LOCULIS CONDENDAS COLENDASQUE CURARUNT.
Nella seconda metà del ‘500 il Cavaliere di Santo Stefano Girolamo Minucci, paggio di Cosimo I°, coppiere di Francesco I°, cortigiano d’onore di Ferdinando I°, ottenne di spostare l’urna in bronzo nella sua contigua cappella. I marmi del basamento probabilmente non vennero utilizzati per la nuova collocazione e divennero erratici. Da quel momento le cronache del monastero non ne parlano più. L’urna invece è citata di nuovo quando è richiesta dai Ramirez di Montalvo a fine ‘500 per l’altar maggiore della chiesa monastica che stavano ricostruendo.
Successivamente si sa che l’urna fu collocata all’altare della vicina Cappella del SS.Sacramento, con accesso da Via degli Alfani, dove rimase fino al tempo delle soppressioni napoleoniche (1808) quando fu rubata e se ne perdettero le tracce fino al recupero a Livorno nel 1814.
I due gradini in marmo diventarono, come si vede dalle nuove scritte scolpite forse a fine ‘500 nel lato non utilizzato dal Ghiberti, basamento di altri reliquiari, la scritta CLARISSIMI VIRI ... fu scalpellata e furono murati sotto la mensa dell’altare della Cappella Ticci con la scritta ghibertiana superstite non visibile e nascosta in quanto voltata verso il muro. In questa collocazione il Curatore della Raccolta d’arte dell’ANMIG, Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra, Sezione di Firenze, Divo Savelli, il 21 Dicembre 2011 li ha riscoperti. Il basamento che riporta ancora la scritta del Ghiberti, dato in comodato gratuito dall’Associazione proprietaria al Museo del Bargello, è stato ricollocato sotto l’urna in bronzo e presentato al pubblico l’11 Febbraio 2017 nel Salone di Donatello del Museo del Bargello.
DIVO SAVELLI
21/02/2017 18.32
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