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Regione Toscana
Festa della Toscana: lectio magistralis di Nemat
La scrittrice iraniano-canadese, bestseller e ambasciatrice dei diritti umani nel mondo, racconta la sua giovinezza. Il presidente del Consiglio Giani: “I valori che esprime ben si legano a quelli che da sempre vogliamo trasmettere“
“Da Teheran a Toronto, dalla tortura all’accoglienza. La mia giovinezza raccontata ai ragazzi” è il titolo della lectio magistralis che Marina Nemat, vincitrice del Premio Ceppo Internazionale Nonfiction 2017, ha tenuto questo pomeriggio, giovedì 23 febbraio, nella sala delle Feste di palazzo Bastogi.

Davanti agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Firenze (Balducci, Enriquez Agnoletti e Leonardo da Vinci), la scrittrice iraniano-canadese ha spiegato l’importanza di “mantenere continuamente alta l’attenzione sulla salvaguardia dei diritti umani”, con uno specifico “richiamo alla responsabilità civile come fatto che riguarda ogni individuo”.

“I valori che esprime ben si legano a quelli che da sempre vogliamo trasmettere anche attraverso appuntamenti culturali qual è la Festa della Toscana” ha commentato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. “Iniziative di respiro internazionale come il Premio Ceppo, dimostrano l’importanza della letteratura intesa come strumento che indaga la società, le relazioni umane, la storia senza atteggiamenti di chiusura e di pericolose distinzioni”.

Il presidente del Premio letterario, Paolo Fabrizio Iacuzzi, ha introdotto la lectio inserita negli eventi della Festa della Toscana 2016. Il “racconto di una rinascita” che “simbolicamente si ricollega al germogliare del Ceppo” è stato anticipato da un messaggio al presidente americano, Donald Trump, in cui la scrittrice ha espresso tutto il suo “timore che i diritti umani tornino a essere calpestati”. E partendo dall’attualità, così strettamente collegata alla sua esperienza personale, Nemat ha parlato del suo ruolo di ambasciatrice dei diritti umani nel mondo, di immigrazione e accoglienza.
Alla lectio ha partecipato anche la giurata, editor e critico letterario Benedetta Centovalli. (f.cio)

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Marina Nemat

Nata a Teheran (Iran) nel 1965, è autrice di due memoriali in cui racconta i suoi primi anni di vita in Iran, della sua prigionia nel carcere di Evin, di una condanna a morte evitata e, infine, della fuga dall'Iran per una nuova vita in Canada. Nel 2007 è stata insignita del Premio Human Dignity del Parlamento Europeo, nel 2008 del prestigioso Carical Grinzane Cavour per la cultura euro-mediterranea e nel 2014 del Premio Morris Abram Human Rights consegnatole dalla UN Watch di Ginevra (Svizzera). Da anni è impegnata a portare testimonianza sul fronte dei diritti umani, in particolare sugli effetti della tortura a danno degli adolescenti.

Nata in una famiglia di origine russa, è una studentessa sedicenne quando, nel 1982, con lo scoppio della rivoluzione islamica dell'Ayatollah Khomeini, si oppone alle politiche oppressive del nuovo governo islamico partecipando a manifestazioni e scrivendo articoli in un giornale studentesco. Viene arrestata con l'accusa di «crimini politici», per aver protestato contro il suo insegnante di matematica che teneva lezioni sull'Islam anziché sulla sua materia e mandata alla prigione di Evin, nota per il suo 'braccio della morte' destinato ai prigionieri politici condannati alla pena capitale, dove trascorre più di due anni, viene torturata ed è vicinissima all'esecuzione. Riesce a sfuggire alla pena capitale sposando il suo stesso carceriere che muore però assassinato. Nel 1985 sposa Andre Nemat con rito cattolico sfidando il regime che potrebbe accusarla di apostasia, vista la sua precedente “conversione” alla fede islamica. Nel 1991 emigra in Canada, nei sobborghi di Toronto, dove vive tuttora col marito e i due figli. Fino al 2007, anno in cui la Penguin Canada pubblica il suo primo memoriale intitolato Prisoner of Tehran, ha sempre tenuto segreta la storia di come si salvò e di ciò che accadde ad Evin. Persino i suoi genitori e suo marito erano all'oscuro di tutto. Il libro è un bestseller internazionale e viene pubblicato in 28 Paesi (in Italia esce col titolo Prigioniera di Teheran per i tipi di Cairo editore).

Nel 2010 Nemat pubblica un secondo memoriale intitolato After Tehran: A Life Reclaimed (pubblicato in Italia nello stesso anno col titolo Dopo Teheran da Cairo Editore) in cui racconta il periodo successivo alla fuga e la difficile lotta contro le ferite psicologiche lasciate dalla terribile esperienza.

Marina parla regolarmente alle scuole superiori, università e tiene conferenze in tutto il mondo, tra cui l'Università di Milano, Università di Oxford, Yale, Tufts, e Stanford, e fa parte del Consiglio di Amministrazione al CCVT (Canadian Centre for Victims of Torture) e al Vigdis, un'organizzazione caritatevole norvegese che fornisce assistenza legale e di aiuto a prigioniere politiche in tutto il mondo.

Tiene inoltre corsi di scrittura di memorie all'università e collabora saltuariamente con riviste per cui scrive recensioni.

I suoi libri sono: Prigioniera di Teheran, Cairo Editore, 2007; Dopo Teheran, Cairo Editore, 2010.

23/02/2017 17.45
Regione Toscana


 
 


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