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Fondazione Orchestra della Toscana
La “prima” del direttore argentino Alejo Pérez ed il gradito ritorno del talento puro di Federico Colli
In repertorio il contemporaneo Ligeti con il Beethoven più classico
La Sinfonia Eroica di Beethoven è il piatto forte di questo concerto, composta per festeggiare l'arrivo di una figura epica che nella sostanza rimane il ritratto di Napoleone. Il Concerto n.3 per pianoforte gli è di poco precedente e ha un carattere non meno gagliardo. In apertura il Concert Românesc di Ligeti. Composto a Budapest nel 1956, dovette attendere vent'anni per potere essere eseguito la prima volta. Sul podio Alejo Pérez, che si è fatto le ossa nella sua Argentina, conquistando oggi il cartellone del Festival di Salisburgo. In rapido crescendo anche la carriera del ventottenne Federico Colli, lanciato dalla vittoria al Concorso di Leeds. Quattro i concerti in Toscana per questa nuova produzione ORT: debutto a Figline Valdarno (1 aprile) e poi repliche a Livorno (3), al Teatro Verdi di Firenze (4), e Piombino (5).

Spesso nei programmi dell'Orchestra della Toscana si alternano brani di autori contemporanei a grandi pagine della tradizione classica. Si tratta di una precisa scelta artistica che vuole guidare lo spettatore in tutti i territori della musica colta. Non fa eccezione questa produzione dove troviamo insieme Ligeti e Beethoven.

Nel programma spicca La Terza Sinfonia (Eroica) una tra le opere più famose e popolari della musica classica. Beethoven l'aveva dapprima intitolata in onore di Napoleone, l'uomo che con le sue gesta militari aveva diffuso in Europa gli ideali della Rivoluzione francese. La tracotanza di incoronarsi imperatore e la guerra da lui combattuta contro l'Austria, terra adottiva del musicista, gli avevano fatto cambiare idea sul titolo. Cosicché il frontespizio della prima edizione, del 1806, porta scritto Sinfonia Eroica composta per il festeggiare il sovvenire di un grand'Uomo. Da storicamente identificabile, l'eroe ha assunto i tratti di una figura epica, fuori dal tempo e dallo spazio, anche se nella sostanza la Terza rimane il ritratto di Napoleone.

Il Concerto n.3 per pianoforte gli è di poco precedente e ha un carattere non meno gagliardo. La composizione si lascia definitivamente alle spalle il modello mozartiano che aveva vegliato sulle precedenti prove concertistiche di Beethoven, per imboccare una via innovativa, di forte originalità, quindi del tutto personale.

Ad aprire la serata il Concert Românesc dell'ungherese Ligeti. Scritto nel 1956 a Budapest, presentava nell'ultimo movimento un trattamento “troppo disinvolto” delle dissonanze e per questo fu giudicato non idoneo dai censori di Stato che determinò l'ostracismo del regime comunista nei confronti dell'intera partitura dopo appena una prova. L'opera dovette attendere vent'anni per venire eseguita la prima volta, e non in Europa, bensì negli Stati Uniti.

Alejo Pérez, argentino, è il direttore di questa nuova produzione ORT. Dopo essersi fatto le ossa in patria, ha costruito una brillante carriera europea che l'ha portato a dirigere importanti formazioni continentali fino ad arrivare al Festival di Salisburgo nel 2015 con Werther di Massenet. In seguito è tornato ospite nel cartellone del festival la scorsa estate con la Filarmonica di Vienna, in una nuova produzione di Faust, per la regia di Reinhard von der Shannen. Pieno di idee e di intraprendenza, Pérez è alla costante ricerca di nuove sfide: questa ricerca ha portato l’argentino a studiare sia composizione che direzione, oltre al piano, nella sua nativa Buenos Aires. Da allora si è assicurato un posto fisso nel panorama lirico internazionale, ed è regolarmente invitato sul podio di numerose orchestre sinfoniche.

In rapido crescendo anche la carriera del ventottenne bresciano Federico Colli, lanciato dal Primo Premio ottenuto al Concorso Mozart di Salisburgo nel 2011 e soprattutto dalla vittoria al Concorso Pianistico Internazionale di Leeds. Già ospite dell'ORT due anni fa, ha intrapreso una promettente carriera internazionale, ottenendo un notevole successo di pubblico e di critica. Selezionato nel 2014 dalla rivista International Piano come uno dei "30 pianisti sotto i 30 anni che domineranno le scene internazionali negli anni a venire", è rinomato per le sue interpretazioni intelligenti e fantasiose e per la sua tecnica impeccabile, definita "brillantezza cristallina e luminosità che conduce al cuore di qualsiasi cosa egli suoni" (Gramophone).

31/03/2017 11.15
Fondazione Orchestra della Toscana


 
 


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