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Polimoda
Fashion Diplacement #2 - Professionals to rework the industry
Format itinerante ideato da Polimoda con l’obiettivo di riunire i più importanti esperti a livello internazionale
Polimoda Business Links – nomi e numeri di questa edizione

Oltre 70 aziende intervenute, dai grandi gruppi internazionali alle piccole realtà d’eccellenza nella produzione moda mondiale, più di 100 professionisti tra recruiter, HR e figure manageriali che hanno incontrato i 230 studenti diplomandi di master e corsi undergraduate, per un totale di più di 1500 colloqui realizzati nel corso della settimana. 18 agenzie tra headhunters e ricerca e selezione del personale, dall’Italia e dall’estero, per la prima volta assoluta a Polimoda per incontrare e selezionare cento tra gli ex allievi dell’istituto – profili già inseriti nel settore, con diversi ruoli e livelli di esperienza – per un totale di oltre 500 colloqui effettuati in un solo giorno.

E ancora, oltre 400 ospiti, tra alumni, docenti e professionisti del settore, di cui almeno l’80% provenienti da più di 40 Paesi di tutto il mondo, per la prima Alumni Night della storia dell’istituto, lancio ufficiale del nuovo network che raccoglie tutti i diplomati Polimoda dal 1988 ad oggi. E infine, una panel discussion con 8 grandi nomi della moda internazionale, riuniti a Villa Favard per discutere del legame tra la formazione e l’industria di fronte ad un pubblico di fashion insider, giornalisti e educatori.

Sono questi i numeri del successo dell’edizione 2017 di Polimoda Business Links, appuntamento annuale dedicato al mondo del lavoro che si è svolto dal 28 al 31 marzo a Firenze, presentato in un nuovo format che ha affiancato ai Career Days, dedicati all’incontro diplomandi e aziende, il primo Alumni Day rivolto agli ex allievi di Polimoda e un nuovo episodio del ciclo di panel discussion Fashion Displacement con i massimi esperti mondiali.

Coinvolti importanti ospiti internazionali, tra cui Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Floriane de Saint Pierre, una delle più influenti headhunter al mondo, Valentina Napoli, country manager di Linkedin per Italia e Francia, Italo Zucchelli, noto creative director e alumnus Polimoda del 1986, e Yasmina Dexter, aka Pandora's Jukebox, una delle più originali sound designer del mondo della moda.

Proprio la connessione tra formazione e industria, tra scuola e lavoro, ragione principale di questo evento unico nel suo genere, è stata il tema del secondo appuntamento di Fashion Displacement, format itinerante ideato da Polimoda con l’obiettivo di riunire i più importanti esperti a livello internazionale per discutere temi riguardanti i mondi della moda, della formazione e dello sviluppo dei talenti, con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana.

“Credo che la moda non sia solo abbigliamento, e credo che dovremmo parlarne. Dovremmo creare dei contenuti, perché la parola ha potere. Quando si dice una cosa, la si fa esistere. Quindi avere un panel con questi giganti della moda qui riuniti è di fatto anche una lezione a disposizione di tutti, che resta e resterà nel tempo e che crea dei contenuti. Ed è esattamente per questo che lo facciamo.” - ha dichiarato Danilo Venturi, direttore di Polimoda ed erede della visione di Linda Loppa, caratterizzata da una prospettiva fortemente internazionale, una forte brand awareness e uno stretto legame con l’industria della moda, di cui questo evento è stato il perfetto esempio.

Facendo seguito al primo appuntamento di New York (novembre 2016), Linda Loppa, Strategy and Vision Advisor di Polimoda nonché una delle personalità più influenti della moda contemporanea, stavolta ha moderato a Villa Favard un dibattito con un gruppo di relatori provenienti dai mondi dell’industria, dei media e dell'education: oltre a Carlo Capasa, Floriane de Saint Pierre e Danilo Venturi, Raffaello Napoleone, CEO di Pitti Immagine, Anja Aronowsky Cronberg, Founder and Editor-in-Chief di Vestoj, una delle più autorevoli riviste di ricerca sulla moda, Stefan Siegel, Fondatore e CEO della piattaforma online per fashion designer emergenti Not Just a Label, e Jennifer Minniti, Chair del Fashion Design Department del Pratt Institute di New York.

La discussione ha toccato diverse tematiche, a partire da una lucida analisi dei rapidi e incessanti mutamenti in corso nella moda contemporanea e sulla natura della moda stessa:

“Quello a cui dobbiamo fare attenzione è di non far diventare la moda solo prodotto. Perché se riduciamo la moda al solo prodotto, ci perdiamo qualcosa di estremamente importante che invece ne fa parte: cioè che la moda è anche una descrizione della società.” – Raffaello Napoleone

“Credo e spero che se ci approcciamo alla moda in modo consapevole, riflessivo, creando valore, questo potrebbe cambiare il modo in cui produciamo. […] E’ davvero importante assicurarci che i giovani capiscano la loro responsabilità in tutto questo: come parte dell’economia culturale” – Jennifer Minniti

“Dobbiamo pensare a prodotti che abbiano un significato, una ragione di esistere, che abbiano un contenuto di design, e che siano ben realizzati qualunque sia il loro livello di prezzo.” - Floriane de Saint Pierre

“Quanto veloci possiamo andare per mantenere il focus sulla qualità, senza perdere i nostri valori?” – Linda Loppa

Il confronto si è quindi concentrato sulla necessaria, conseguente evoluzione dei profili professionali e, di conseguenza, sul ruolo della scuola e della formazione in quest’epoca di cambiamento.

“Abbiamo parlato di tanti concetti, ma di tutti in modo astratto. Come possiamo passare da uno stadio di ‘think tank’ a otto menti, dal giocare con le idee e parlare di utopia, all’essere davvero, concretamente, in grado di cambiare e portare dei risultati?” - Anja Aronowsky Cronberg

“Il ruolo della scuola è davvero soltanto quello di dar forma a qualcosa che già esiste e di dare un servizio all’industria – sicuramente molto importante, oppure c’è un altro ruolo, oggi non ancora ben definito, che è quello rivoluzionario: di inventare di più, di dar vita a grandi cambiamenti?” – Carlo Capasa

“Quello che mi piacerebbe che le università dessero agli studenti sono forse due cose: una è il coraggio e l’altra sono gli strumenti per poter prendere le decisioni per proprio conto.” – Stefan Siegel

“Dal mio punto di vista, quello che possiamo fare è rendere la scuola un laboratorio, coinvolgendovi all’interno anche l’industria: la loro separazione non funziona.” - Danilo Venturi

05/04/2017 18.58
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