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Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa
L’Unione dei Comuni Empolese-Valdelsa si schiera con Cerreto Guidi, Gambassi Terme, Montaione e Vinci chiedendo la sospensione del progetto di modalità di recapito della posta a giorni alterni in Toscana
La consegna a giorni alterni comprende gli invii prioritari, come le raccomandate dell’Inps, gli avvisi di Equitalia, i telegrammi, e pure i quotidiani e i settimanali in abbonamento. Già si segnalano disagi e disservizi legati a questa scelta di ottimizzazione
L’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdesa unanimemente chiede al Ministro dello Sviluppo Economico di sospendere il Piano che prevede la consegna postale a giorni alterni.

Ai sensi dell’art. 3, c. 7 del Decreto Legislativo n. 261 del 1999, come modificato dall’art. 1, comma 276, della L. n.190 del 23 dicembre 2014 (Legge di stabilità 2015), e della delibera AGCom395/15/CONS, si avvierà la terza fase del nuovo piano di Consegna della posta a giorni alterni, in un’ottica di ottimizzazione dei processi di lavorazione della corrispondenza. Fase III che vede coinvolti 4 Comuni dell’Empolese Valdelsa (Cerreto Guidi, Gambassi Terme, Montaione e Vinci) .

Ciò significa che, a partire dal mese di febbraio 2017, tale sistema, già avviato in alcune località da ottobre 2015 (Fase I) e da aprile 2016 (Fase II) sarà progressivamente implementato in ulteriori aree del territorio nazionale, compresa la Toscana, e compresa anche parte del territorio dell’Unione dei Comuni Empolese-Valdelsa.

Questa è la nuova politica di Poste Italiane, che sta tagliando costi, sportelli e postini, riducendo la consegna delle lettere a cinque giorni ogni due settimane (anziché cinque a settimana come previsto dalle norme europee): lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana e martedì e giovedì in quella successiva. Vale a dire, dieci giorni al mese su trenta.

Poste Italiane è ormai una società per azioni quotata in Borsa e il mercato del recapito della posta è stato aperto alla concorrenza. Poste, comunque, resta però obbligata, fino al 2026, ad assicurare la copertura del cosiddetto “servizio postale universale” su tutto il territorio nazionale «senza discriminazioni tra gli utenti». Per garantire questo servizio, Poste incassa 262,4 milioni all’anno.
Ma mentre in 1.900 comuni italiani è stata introdotta una rete di distribuzione parallela, la restante maggioranza degli stessi (6.100 comuni) dipendono ancora completamente dai postini di Poste.
Non si riesce a comprendere come mai, pur avendo approvato il Parlamento europeo una risoluzione sull’applicazione di una direttiva del 1997 per la fornitura di un servizio postale universale a condizioni accessibili, per cinque giorni alla settimana, per tutti i cittadini, Poste Italiane abbia continuato per la propria strada confermando l’attuazione del Piano di tagli ai propri servizi fondamentali di sportello e di recapito della corrispondenza in generale, rischiando esporre l’Italia a una sanzione da parte del Parlamento Europeo.
Con l’attuazione del suo piano di riorganizzazione, Poste Italiane taglia i Servizi, creando gravi disagi ai cittadini ed in particolare alla popolazione anziana dei nostri comuni collinari già in sofferenza per il digital-divide generazionale e colpendo direttamente tutti coloro che per scelta vogliono continuare a vivere in un territorio che non deve essere continuamente vessato da diminuzione dei servizi.

La consegna a giorni alterni comprende gli invii prioritari, come le raccomandate dell’Inps, gli avvisi di Equitalia, i telegrammi, e pure i quotidiani e i settimanali in abbonamento. Già si segnalano disagi e disservizi legati a questa scelta di ottimizzazione.
Attraverso gli organi di stampa, che monitorano costantemente la situazione e recepiscono le proteste di sindaci e cittadini, si evidenzia che la scelta peggiora in generale lo smaltimento delle giacenze di lettere, pacchi e raccomandate (solo in Lombardia si sarebbero accumulate nei mesi scorsi cinquemila tonnellate di posta in giacenza). Sempre per esemplificare la debolezza del modello possiamo citare l’esempio del Salento, dove il modello a giorni alterni è partito nello scorso agosto 2016, e dove si sono accumulate quattro tonnellate di posta ordinaria e 30mila raccomandate non consegnate. Questo comporta, tra le altre cose, bollette che arrivano nella cassetta oltre la data di scadenza.

I più colpiti sono i piccoli comuni e le aree interne, ed i Sindaci dell’Unione Empolese-Valdelsa sono preoccupati dei disservizi e dei disagi che potrebbero interessare i Comuni dell’ex Circondario inseriti nel piano Poste.
I sindaci dei Comuni dell’Unione Empolese Valdelsa ribadiscono unanimemente la necessità di garantire il servizio universale e il mantenimento degli sportelli postali proprio in quelle aree dove il servizio postale deve essere mantenuto per garantire coesione sociale.
Ed è proprio perché sono convinti di quanto innanzi affermato, che chiedono al Ministro dello Sviluppo Economico di sospendere il Piano e attivare un tavolo di confronto tra Comuni, Regione e Poste.

I Sindaci dell'Unione dei Comuni Circondario dell'Empolese Valdelsa

11/04/2017 16.55
Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa


 
 


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