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Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
"Libertà provvisoria" di Franco Ionda
Inaugurazione: mercoledì 10 maggio 2017 ore 11.30 - Tribunale di Prato, 1° e 2° piano | Piazzale Falcone e Borsellino 8 (ingresso libero)
Libertà provvisoria, opera dell’artista Franco Ionda, presenta una serie di ritratti rielaborati mediaticamente dalle fototessere utilizzate nelle carte d'identità di varie persone del mondo dell'arte, della cultura e dell'economia, partecipi e protagonisti della storia e delle vicende artistiche e culturali del territorio di Prato e della Toscana, o di altre parti del mondo, riuniti insieme nel giugno 1997 in occasione del lancio del ciclo d'Irradiazioni d'arte diretto da Bruno Corà. Ionda era stato l'iniziatore nel 1992 anche del ciclo di mostre Carta bianca ideato da Amnon Barzel all'interno del Centro Pecci con giovani curatori e critici. Dopo 25 anni e due decenni esatti da quelle proposte e uscite artistiche del Centro Pecci in città, l'opera è stata donata dall'artista per essere esposta a cura dello stesso Centro Pecci in comodato al Tribunale di Prato, che così inaugura una nuova collaborazione culturale e istituzionale lungo l'asse urbano del Viale della Repubblica.
Quest'opera complessa di Ionda ri-porta tratti di vite e ricordi di persone, personaggi o personalità, i volti identitari di un tessuto sociale di conoscenti e amici dell'artista che diventano tracce, sedimenti del suo lavoro iconografico, composto fra il 1995 e il 1996 dentro a uno stanzone postindustriale di Prato.
Dopo averli esposti in una vecchia fabbrica tessile davanti alle antiche mura della città, quali testimoni di una cultura civica e industriale in rapida mutazione; dopo averli esportati in Austria e Germania per mostre in gallerie o destinati in parte per gli spazi interni del nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze, ora l'artista ne dispone un'ultima serie su quattro lati simmetrici nei due piani del Tribunale di Prato. Li inserisce nel luogo della legge e del diritto, li associa all'idea di giustizia e di regola che governa questa sede istituzionale, li eleva a custodi di esistenze individuali, a depositari di storie e verità da mostrare. I "volti" di Ionda ci ri-guardano e ci interrogano sulle nostre identità, sulle nostre storie e verità individuali. L'opera di Ionda è quindi un 'memento': Attenzione! dice, come un avviso o ammonimento per visitatori e passanti, Libertà provvisoria ci invita a ricordare la brevità e densità della vita e ci esorta a non dimenticare l'ineluttabilità della sua fine rappresentata solennemente e ritualmente dal momento del giudizio, quello in cui ognuno sarà identificato per quello che è stato o per ciò che ha lasciato.
Ionda lascia nel Tribunale di Prato, e attraverso il Centro Pecci ci lancia un monito esistenziale: la nostra libertà è sfuggente. Lo sguardo psicologico, l'indagine introspettiva di 40 punti di vista e istanti di vita immortalati dall'artista sono rivolti al pubblico presente e futuro che sale le scale e percorre questi spazi di vita pubblica del Tribunale per recarsi a udienze, incontri e contraddittori, senza immaginare di vedere qui un'opera d'arte e trovarsi a riflettere su che cosa significhi: una serie di ritratti (= ripresi; catturati; per ritrattare; abiurare; o rivolgersi; appellarsi; ma pure rivoltarsi; ribellarsi; o fare rivelazioni; confessare...). L'ultima sentenza spetta a questo punto al giudice supremo: il pubblico. Buona visione!

08/05/2017 12.22
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci


 
 


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