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Regione Toscana
Sostegno ai centri, case rifugio, reinserimento nel mondo del lavoro
Oltre 2 milioni contro la violenza di genere
Sostegno ai centri antiviolenza, alle case rifugio, rafforzamento delle reti locali interistituzionali di prevenzione e contrasto alla violenza, ma anche nuovi interventi come sportelli di ascolto, ulteriori case rifugio e abitazioni di seconda accoglienza per l'autonomia. Oltre ad azioni volte al reinserimento lavorativo delle donne che rientrano in percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

Tutto questo si potrà fare con le risorse, oltre 2 milioni di euro, in arrivo dal Governo e con ulteriori risorse regionali con cui la Regione Toscana finanzia le prossime azioni di contrasto e di prevenzione alla violenza sulle donne. E' il contenuto di una delibera approvata oggi dalla Giunta su proposta della vicepresidente e assessore alle pari opportunità Monica Barni e illustrato oggi dal presidente della Regione Enrico Rossi nel briefing con la stampa.

"Questi fondi sono finalmente arrivati dallo Stato – ha commentato Rossi – ma sono in forte ritardo perché si riferiscono al biennio 2015/2016. Per questo motivo l'anno scorso, nelle more dell'intervento statale, la Regione ha sopperito con risorse proprie contribuendo con 325mila euro. Una decisione inevitabile che abbiamo preso per non lasciare scoperte politiche in cui la Regione sta investendo molto in termini di energie e che vogliamo portare avanti nel modo più efficace".

Percorsi di fuoruscita dalla violenza Le risorse, che arrivano in attuazione della legge 119 del 2013 (la cosiddetta legge sul femminicidio), saranno così ripartite: 851.500 euro (dal Piano nazionale di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere) che saranno gestiti dall'assessorato alle pari opportunità insieme a quello al lavoro, per attivare strumenti di reinserimento lavorativo a favore di donne prese in carico e inserite in percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Si tratta di un'azione fondamentale per il reinserimento di chi ha subito violenza, per riprendere fiducia, emanciparsi economicamente e reimpostare la propria vita uscendo dalla condizione di vittima.

Centri antiviolenza e case rifugio Poi, 1 milione 332mila euro circa di cui 866mila euro saranno destinati al funzionamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio individuati quali principali presidi per la prevenzione e la protezione delle donne. In Toscana sono 24 i centri aventi i requisiti previsti dal livello centrale e 20 le case rifugio ad indirizzo segreto.
Per quanto riguarda i centri antiviolenza, un 30% delle risorse sarà destinato a tutti in parti uguali, il 70% sarà assegnato in base agli accessi rilevati dall'Osservatorio Sociale Regionale.

Criterio analogo per le case rifugio. Il 30% delle risorse sarà, ripartito in base al numero dei posti letto, il 70% sulla base delle presenze di donne e minori rilevate dall'Osservatorio sulla violenza di genere. Ulteriori 466mila euro, cui la Regione aggiunge 350mila euro di risorse proprie (per un mero errore contabile non è stato possibile destinare ora i 400mila euro stanziati, sarà redatto appena possibile un atto aggiuntivo), saranno destinati al finanziamento di nuovi interventi (case rifugio ad indirizzo segreto, sportelli di ascolto sul territorio, case di seconda accoglienza per facilitare la ripresa dell'autonomia) e delle azioni volte al potenziamento delle azioni "di rete", con l'obiettivo cioè di consolidare le sinergie tra i diversi attori coinvolti nel sistema di prevenzione e protezione della violenza di genere: inizi ative di formazione congiunta, azioni di sensibilizzazione nelle scuole ed attraverso i media, sperimentazione di programmi per autori di violenza.

Questa tranche di risorse sarà veicolata sui territori attraverso bandi non competitivi rivolti agli ambiti territoriali zonali ed alle Province che saranno chiamati a redigere, coprogettando con i centri antiviolenza di riferimento e con gli altri soggetti coinvolti, programmi locali antiviolenza.

L'importo complessivo delle risorse messe a finanziamento verrà ripartito per zona-distretto, secondo la percentuale prevista per la ripartizione del fondo sociale regionale. La quota assegnata a ciascuna zona distretto su cui operano i centri costituisce dunque il massimo del finanziamento del programma. Il finanziamento può essere incrementato qualora al programma aderiscano altre zone-distretto: ecco dunque che vi è l'incentivo alla cooperazione tra le diverse zone, in modo tale che si possano dare risposte ai bisogni locali anche cercando di razionalizzare e massimizzare l'efficacia degli interventi

"Mi aspetto – ha sottolineato Rossi - che tutti territori rispondano perché tutte le risorse disponibili siano utilizzate".

La cabina di regia Peraltro, anche grazie alla creazione nello scorso anno del comitato regionale di coordinamento sulla materia, una cabina di regia presieduta dalla vicepresidente Monica Barni, che ha la delega alle pari opportunità e del quale fanno parte anche gli altri assessorati coinvolti, oltre ai rappresentanti delle altre istituzioni ed organizzazioni coinvolte), si sta lavorando con sempre maggiori sinergie: oltre alla già citata collaborazione con l'assessorato al lavoro, è recente ad esempio la delibera con la quale si approvano le linee guida per la redazione dei piani di inclusione zonale, ovvero gli atti di programmazione delle zone distretto, all'interno dei quali la violenza di genere ha trovato un suo autonomo spazio: ecco dunque che la progettazione richiesta ai territori è assolutamente coerente con le linee di sviluppo delle attività sociali e socio-sanitarie degli ambiti locali.

I numeri dei centri in Toscana Ogni anno sono ben più di 2000 le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza della Toscana. Sette su 10 sono italiane. La forma di violenza rilevata più frequentemente è quella psicologica (82,4%). Negli ultimi dodici mesi si rileva un aumento delle segnalazioni per violenza economica (passate dal 26,9% del 2014/15 al 30,1% del 2015/16); il fenomeno, rilevato anche per le italiane, è particolarmente significativo per le donne straniere, che più spesso convivono con il partner in una situazione di dipendenza economica. Tra le donne straniere sono in aumento anche le segnalazioni di violenza fisica, che risultano invece in lieve calo tra le italiane.
Il nuovo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, il nono, uscirà il prossimo 25 novembre, in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne.

11/07/2017 17.00
Regione Toscana


 
 


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