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Comune di Greve in Chianti
Un giro tra i mulini per riscoprire le origini medievali del Chianti
Presenti nella Val di Greve oltre quindici mulini alcuni dei quali di origine trecentesca. L’assessore alla Cultura Lorenzo Lotti: “un nuovo modo di esplorare il nostro territorio ricco di storia e tracce del passato”

Una ruota che gira, costruita all'esterno di una struttura in pietra e legno, che sfrutta l'energia idraulica per garantire la vita e lo sviluppo economico del Chianti. È la rivoluzione del Medioevo in cui il mulino ad acqua diventa il principale sistema produttivo dell'epoca, integrandosi e sostituendosi a quella animale e fornendo la fonte di sostentamento più consistente, diffusa e accessibile ai fattori che abitavano nella campagna toscana. Insieme a pievi, castelli e frantoi, le industrie dell'alimentazione popolare attribuiscono a Greve e dintorni il valore di una terra vitale e intraprendente. Il Chianti infatti pullula di mulini di riscoprire e valorizzare, lungo la Greve e la Pesa la cui storia, religiosa, economica e leggendaria si lega all'attività della macinazione del grano. Uno di questi è il Mulino del Piano di Montagliari, che era anche un frantoio, di origine tardo-medievali, uno degli esempi più conservati anche grazie all'opera di restauro del suo proprietario Mario Giubbi che ha avviato, dall'acquisto della struttura, un percorso di conoscenza e ricerca storica e valorizzazione. Il mulino racconta le origini del Chianti, quando il pane era l'alimento più consumato, visto che la caccia era una prerogativa di pochi. Della struttura architettonica, della gestione economica del mulino si è parlato in uno dei due appuntamenti promosso dal Comune di Greve nell’ambito del circuito regionale “Le notti dell'archeologia”, organizzato nella terrazza del museo di San Francesco con un approfondimento inedito sulla presenza dei mulini nel Chianti.

"In collaborazione con i volontari e gli appassionati del Gruppo San Michele Gev del Chianti - dice l'assessore alla cultura Lorenzo Lotti - abbiamo raddoppiato, organizzando due appuntamenti, molto seguiti dal pubblico che hanno acceso, al fianco di esperti, architetti, agronomi, storici, archeologi, focus insoliti su alcune delle antiche strutture del nostro territorio da salvare e salvate che rivelano pagine della storia e dell'identità del Chianti, il primo è il Mulino del piano di Montagliari, il secondo è la chiesa romanica di San Piero a Sillano". Nel Medioevo le funzioni dei mulini erano molteplici, servivano alla macinatura del grano, al funzionamento delle segherie nel settore forestale e all'attivazione dei telai nell'industria tessile. Nel Chianti l'uso più comune era quello legato alla macinatura dei cereali, il fattore o l'affittuario del terreno portava il grano al mugnaio, dipendente solitamente di una famiglia nobile, che lo trasformava in farina trattenendone una parte e quella era la modalità di pagamento del processo di trasformazione del grano.

Nel Medioevo il mulino aumentò la produttività in maniera consistente fino a macinare 150 kg di grano all'ora. Nel territorio di Greve in Chianti e nell'alta Val di Greve i mulini presenti sono oltre 15. "Abbiamo documenti e cartografie - aggiunge Andrea Garuglieri, presidente del Gev - che attestano la presenza di mulini nelle aree di Greti, Ferrone Lamole Le Corti e Montagliari, le cui origini più antiche risalgono al quattordicesimo secolo”. "La nostra idea - conclude l'assessore - in collaborazione con i proprietari è quella di coinvolgere in futuro i giovani e le nuove generazioni in un percorso educativo, didattico, culturale che avvicini le persone alla conoscenza della cultura rurale del nostro territorio. La storia passa dalla scoperta delle risorse ambientali e delle presenze architettoniche che testimoniano tracce importante del passato del Chianti, un territorio che vale la pena vivere ed esplorare attraverso esperienze dirette e all'aperto".

31/07/2017 20.40
Comune di Greve in Chianti


 
 


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