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Regione Toscana
Attacchi lupi: documento finale dopo indagine, il dibattito

“Il lupo è una specie protetta in Italia dal 1971 – ha detto Irene Galletti (M5S) nel suo intervento in aula –. La comunità scientifica ha dichiarato che l’abbattimento, sia indiscriminato che selettivo dei lupi, non è una forma di soluzione dei problemi”. Galletti ha ribadito “il lupo è fondamentale per l’ecosistema e va preservato, l’ipotesi dell’abbattimento deve essere assolutamente evitata”. Le soluzioni per risolvere le predazioni, secondo la consigliera regionale devono essere “tailor made, misurate per ogni territorio”, con “metodi svariati, dai più avanzati come l’utilizzo del bioschermo a quelli più tradizionali come l’addestramento dei cani da guardiania e le recinzioni”. “La Regione deve mettere in campo più contributi per questo approccio – ha detto Galletti – e per formare gli allevatori”, “deve essere superato il regime del de minimis” e “bisogna ridurre i tempi di risarcimento danni alle aziende”. Il gruppo del Movimento 5 Stelle si è detto favorevole al documento finale dell’indagine conoscitiva, discostandosi dal prelievo selettivo.

Diversa la posizione di Lega nord, espressa in aula dal consigliere regionale Roberto Salvini, che sul tema ha presentato un documento finale alternativo nel quale si ribadisce la pericolosità del lupo, causa di numerosi attacchi agli allevamenti e ai cani da guardiania. Nel documento si parla della scomparsa della fauna nobile stanziale, del forte aumento degli incidenti stradali, dai danni agli allevamenti. “Per tutelare i lupi – afferma Salvini – questa specie non va toccata, non va fatta riprodurre in cattività, non va spostata da una zona ad un’altra, non vanno immessi clandestini”. “Sappiamo che in Italia – ha ribadito il consigliere ci sono 5 allevamenti di lupi con un mercato di vendita e un grande giro di soldi”.

Condivisibile il documento finale dell’indagine conoscitiva secondo il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori, che però “stona nel voler prevedere la possibilità degli abbattimenti del lupo”. “L’abbattimento dei lupi – ha detto Fattori – ha generato squilibri notevoli negli ecosistemi, ha contribuito alla perdita del patrimonio genetico e prodotto un aumento delle predazioni negli allevamenti”. Tra le soluzioni avanzate da Fattori per permettere la convivenza tra uomo e lupo, si parla di “razionalizzare i fondi per la prevenzione, aumentare la presenza dei cani da guardiania e le recinzioni e applicare una diversa politica degli indennizzi per tutte le aziende che si siano dotate di sistemi di protezione”. “Gli abbattimenti – ha concluso Fattori - sono tecnicamente inutili e molto costosi”.

“La presenza del lupo non è problematica né per l’uomo nè per l’ambiente – ha detto il capogruppo Pd Leonardo Marras – ma la sua presenza diffusa in alcuni territori crea criticità. Per gestirle occorre poter utilizzare tutti gli strumenti, compreso quello dell’abbattimento”. “Chiarisco che non si tratta di aprire la caccia al lupo ma di poter agire su più fronti per mantenere l’equilibrio dove questo rischia di saltare”. Marras ha sottolineato la necessità da parte della Toscana di sostenere il “Piano nazionale per la tutela e la conservazione del lupo”, con un impegno a continuare “sul sentiero tracciato che è quello del mantenimento dei finanziamenti per la prevenzione e per la cattura degli ibridi”. (bb)

Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha sottolineato come sia necessario incidere con la prevenzione. “È dimostrato che quando la prevenzione è ben fatta e seguita da tecnici competenti la predazione crolla del 70 per cento”, ha detto la consigliera, secondo la quale gli interventi, da finanziare adeguatamente, spaziano dalla recinzione a un’adeguata guardianìa.

“Il dibattito che è nato attorno a questa indagine dimostra che ho fatto bene a chiederla”, ha osservato il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega nord), il quale ha ricordato come “quello dei lupi sia un fenomeno in divenire, ciò vuol dire che i lupi aumentano”. “Quanto bisogna aspettare che aumentino? Confido che l’attività di contenimento sia fatta avendo in mente un numero massimo preciso, oltre il quale i lupi diventano un problema”. Borghi si è detto anche scettico “su una soluzione nazionale, perché non tutte le regioni hanno lo stesso problema e in misura così pressante come la Toscana, per cui c’è bisogno di soluzioni e misure specifiche”.

L’assessore all’agricoltura Marco Remaschi si è concentrato sull’aspetto legato al “piano lupo”, presentato dal ministro Galletti , che “non è estemporaneo, riguarda molte regioni, anche se la Toscana ha numeri più importanti di altri, ed è stato elaborato da 70 esperti della comunità scientifica, non da politici”. Un piano che si è arenato e che la Toscana chiede di mandare avanti, “perché è necessario mandare un segnale agli allevatori estensivi che operano sul nostro territorio”. L’assessore ha ricordato che in Toscana sono stati identificati circa 600 esemplari di lupi in purezza, oltre ai cani erranti e agli ibridi. “È chiaro – ha detto – che il problema non si risolve solo con il prelievo selettivo, ma anche con la concessione di una deroga dalla Ue per il superamento del de minimis (il rimborso massimo di 15mila euro in tre anni per chi ha subito attacchi al bestiame)”. Serve anche la prevenzione, anche se è difficile chiedere di recintare a chi fa allevamento estensivo su svariate decine di ettari di terreno. “Noi stiamo a fianco del mondo degli allevatori – ha concluso Remaschi – e dobbiamo dare risposte che garantiscano la salvaguardia del settore e che offrano prospettive di sviluppo”.

Il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi ha invece sottolineato l’importanza di un aspetto: quello dei canidi o ibridi. “Io non sono in grado di dire se alcune centinaia di lupi siano o meno un numero in eccesso – ha spiegato – ma è certo che buona parte delle stragi di bestiame è causata o da cani randagi o da ibridi nati dall’accoppiamento di cani randagi con lupi. Dobbiamo quindi risolvere la questione, ma possiamo farlo solo se coinvolgiamo anche la sanità, che si occupa di anagrafe canina e di obbligo di microchip”. La strategia, secondo Rossi, è quella di catturare canidi ed ibridi, di varare un’anagrafe canina pienamente funzionante con l’obbligo di microchip per tutti i cani, con la responsabilizzazione dei proprietari dei cani che ne devono rispondere in caso di fuga. “In questo modo – ha concluso il presidente – potremmo risolvere una parte consistente del problema, e invito a confrontarsi su questo le commissioni regionali competenti”.

Giovanni Donzelli (FdI), infine, ha ricordato che prima dell’estate il Consiglio ha già previsto una multa per chi non inserisce il microchip ai cani. (cem)

30/08/2017 16.05
Regione Toscana


 
 


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