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Regione Toscana
Sicurezza sul lavoro: il dibattito della seduta speciale
Gli interventi dei consiglieri Francesco Gazzetti (Pd), Leonardo Marras (Pd), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt), Jacopo Alberti (Lega), Andrea Quartini (M5S), Maurizio Marchetti (Fi), Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Serena Spinelli (Art.1-Mdp), Paolo Marcheschi (Fdi)
Apprezzata la vicinanza della Regione, che è stata avvertita particolarmente nell’occasione della fiaccolata svolta a Livorno dopo l’ennesima morte sul lavoro, è ora necessario un ulteriore passo in avanti. E’ questo il concetto ribadito da Francesco Gazzetti (Pd) nel suo intervento. “I cittadini di Livorno hanno espresso una grande partecipazione e la presenza del Gonfalone e dell’assessore regionale è stata importante – ha detto Gazzetti -. Ora è necessario fare uno sforzo affinché alle parole seguano i fatti, per dare vita a nuovi provvedimenti concreti per migliorare la sicurezza sul lavoro nella nostra regione”.

Il capogruppo del Pd Leonardo Marras ha annunciato la presentazione di una proposta di risoluzione, da concordarsi in maniera unitaria con tutti i capigruppo e da votare entro il termine della seduta odierna. “La Toscana, colpita ulteriormente da fatti molto gravi, reagisce anche facendo leva sulla sua cultura civile”, ha dichiarato Marras. Una cultura civile che “possiamo vantare con orgoglio, dalla fase avanzata di grande qualità della medicina del lavoro, alla cultura della prevenzione che la Toscana ha praticato ante litteram”. C’è stata una fase, sostiene Marras, “nella quale, in conseguenza della crisi economica anche in Toscana è calata la tensione, con il picco del 2015 a confermarci che l’attenzione non può mai venire meno”. Tuttavia, prosegue Marras, “dobbiamo domandarci perché nonostante tutto questi fatti accadano ancora anche nella nostra regione. Non possiamo pensare di dotarci di strumenti appropriati solo nei momenti di crisi. Il presidente Rossi – aggiunge il capogruppo Pd – ci ha offerto due spunti da sviluppare: serve uno strumento organizzativo permanente, una struttura che garantisca coordinamento nel sistema dei controlli”. Il secondo spunto riguarda “l’apertura di un nuovo dibattito sull’autonomia regionale. Sui temi della sanità e in particolare in termini di sicurezza del lavoro, possiamo chiedere maggiore autonomia allo Stato, perché noi siamo in grado di dispiegare la nostra esperienza e un nostro modello”.

“A causa del mio lavoro ho visto e toccato con mano molti di questi incidenti – ha commentato Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) – e spesso si tratta di morti assurde. Penso al ragazzo salito sul tetto del capannone con le scarpe da ginnastica, a quello che dalla nave, per fare prima, invece di scendere le scale saltava nel cestello, ai lavoratori caduti perché non indossavano la cintura di sicurezza”. “Le cause sono sempre le stesse – ha proseguito Pecori -: la mancanza del rispetto della normativa, che in Italia c’è. Chiedo che i dipartimenti per la prevenzione, che sono in sofferenza per la mancanza di turn over, vengano rafforzati con l'assunzione di nuovi tecnici e con investimenti per la loro formazione”.

Per Jacopo Alberti (Lega) “il vero problema sono i controlli”. “Non sono sufficienti i controlli sull’applicazione delle leggi – ha detto -. Le leggi esistono, serve chi le faccia rispettare. Molti incidenti accadono per disattenzione o per inesperienza, perché il lavoratore non viene adeguatamente formato a evitare i rischi, tanto più in un momento in cui le aziende lavorano con un basso margine di profitto”.

“La libera impresa non può prescindere dalla sicurezza sul lavoro. Ogni morte bianca è di troppo, rappresenta un insulto a tutta la comunità”. E’ questa la posizione espressa da Andrea Quartini (M5S), il quale ha avanzato una proposta: adottare per la sicurezza sul lavoro gli stessi metodi che si usano in sanità per la gestione del rischio clinico. “Chiedo di valutare, anche in commissione Sanità, se sia possibile usare per i piani di sicurezza delle varie filiere produttive le stesse tecniche che si usano nel risk management: ogni evento, anche non grave, deve essere considerato come un evento sentinella, che impegna tutto il sistema in una valutazione attenta e seria per migliorare le procedure ed eliminare i problemi”.

Anche Maurizio Marchetti (Fi), dopo aver espresso vicinanza alle famiglie delle vittime, ha ribadito che per motivi di lavoro si è trovato spesso davanti a situazioni paradossali, come “maestranze che lavorano sul cantiere con le infradito e che salgono sui ponteggi senza alcuna protezione”. “In questi anni si è fatto molto per la sicurezza e le cose sono molto cambiate – ha detto – ma molto resta ancora da fare, e i controlli devono essere intensificati. Due gli aspetti da tenere in considerazione: la formazione dei lavoratori, su cui bisogna investire, e la consapevolezza, da implementare, che anche in un momento in cui gli appalti vengono presi con un margine risicato non si può fare economia sulla sicurezza”.

Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) ha ringraziato per aver accolto la proposta, partita dal suo gruppo, di dare vita a una seduta speciale sul tema della sicurezza sul lavoro, e ha spiegato di avere predisposto una bozza di documento, da condividere, in cui si chiede di adottare una serie di provvedimenti concreti e misurabili. “La riflessione deve muovere da un quadro generale – ha spiegato -. Nel nostro paese si continua a lavorare spesso sotto un continuo ricatto, e per lavorare si accetta di tutto, in un quadro di precarietà dilagante, di una giungla di appalti e subappalti, di caporalato, di falso lavoro autonomo, di una florida economia sommersa. Manca una cultura della prevenzione, la formazione spesso si è trasformata in un business e sono fioriti consulenti improvvisati, le aziende continuano a pensare che la gestione del rischio sia un optional”. “E’ utile aumentare i controlli – ha proseguito Fattori – ma per far questo è necessario incrementare il numero delle persone che li effettuano e la loro formazione, così come devono essere potenziati gli incentivi per le piccole e medie imprese che effettuano prevenzione”. Inoltre, secondo il consigliere, è necessario ripristinare il settore prevenzione e sicurezza sul lavoro “nella sua forza e autonomia”.

Per Serena Spinelli (Art.1-Mdp) “la sicurezza non è definita da un solo tema, ma è un incrocio di tanti fattori, a partire da una scelta consapevole e culturale da parte delle aziende e dei lavoratori, che devono essere adeguatamente formati”. “La Regione – ha ribadito la consigliera – deve agire per incrementare la consapevolezza che la sicurezza è un valore fondamentale per tutti, altrimenti i controlli da soli non bastano. E deve rafforzare i dipartimenti per la prevenzione, dotandoli delle nuove competenze necessarie anche in relazione al mondo del lavoro che cambia”.

Paolo Marcheschi (Fdi) ha sottolineato che “in Italia la normativa nazionale è ancora incompleta e questo genera zone d’ombra, con il rischio che alcune aziende siano indotte a lavorare nell’irregolarità. Soprattutto per le piccole e medie imprese c’è bisogno di poche regole, chiare, precise e trasparenti”. Secondo Marcheschi è inoltre necessario, anche per aggirare la concorrenza sleale di chi lavora in Italia e all’estero senza rispettare la normativa in materia, agire sulla consapevolezza del consumatore “affinché scelga il prodotto nato nel rispetto della sicurezza”. Infine il consigliere ha chiesto alla Regione, che ha accorpato il settore della prevenzione sotto un unico dirigente insieme ad altri, di “ritornare sui propri passi, come già invita a fare una mozione approvata in Consiglio regionale”.

18/04/2018 14.31
Regione Toscana


 
 


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