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Regione Toscana
Una legge per chi accoglie e ha bisogno di essere accolto
Rossi: "La faremo entro Natale"
All'odio "che in Italia e in Europa si è fatto classe dirigente", parole del presidente della Calabria Mario Oliviero, si risponde "con la responsabilità", dice il sindaco di Riace Domenico Lucano. Si risponde affidandosi alla propria coscienza e "disubbidendo a volte" aggiunge don Massimo Biancalani della parrocchia di Vicofaro a Pistoia. "La Regione da parte sua – annuncia il presidente della Toscana, Enrico Rossi – fare una legge: la giunta la proporrà prima di Natale". Una legge, sotto l'albero, per proteggere chi accoglie e chi deve essere accolto, "perché aiutare chi è più debole non può diventare un reato". Accade al Mandela Forum di Firenze, dove la Regione oggi ricorda la dichiarazione universale dei diritti umani firmata nel 1948, come ogni a nno (da ventidue anni) con più di ottomila ragazzi di scuole medie e superiori giunti da tutta Toscana.

Il presidente lo spiega dal palco e lo spiega ancora meglio a margine. Sanità, assistenza sociale istruzione sono materie concorrenti, dove non legifera solo lo Stato ma anche le Regioni.

"Con questa legge – dice Rossi - riconosceremo il diritto in Toscana all'assistenza sanitaria minima per chiunque esso sia, qualunque sia la sua cittadinanza. L'avevamo già: una norma appellata dal governo Berlusconi ma che la Corte costituzionale riconobbe come legittima, perché la salute è un diritto appunto universale che appartiene alla persona". "Lo ribadiremo – spiega Rossi – e faremo altrettanto per l'assistenza, per il diritto ad un tetto e ad una minestra calda. Lo faremo per il diritto ad istruirsi e a formarsi". E' la risposta toscana al decreto sicurezza, che rischia di buttare per strada migliaia di migranti oggi ospiti dei centri di accoglienza. "Occorre fare rete" dice Rossi. E per questo a Firenze, con i ragazzi, il presidente ha voluto stamani don Biancalani da Pistoia, che accoglie m igranti nella propria chiesa, il presidente della Calabria Oliviero e Domenico Lucano, sindaco di Riace, piccolo paese calabrese, dove assistenza diffusa e convivenza sono diventati un modello che qualcuno ha giudicato però fuori legge.

"La legge non ci aiuta a vivere il senso umanità. Siamo tutti oggi chiamati ad essere responsabili" dice don Massimo. Con lui, sul palco, c'è Ibrahim, un ragazzo del Gambia, 21 anni, da tre in Italia e da alcuni mesi a Pistoia. La situazione, spiega il parroco è difficile: dopo l'approvazione del decreto sicurezza ogni sera, da una decina di giorni, arrivano due o tre ragazzi nuovi che cercano ospitalità.

"Per questo – conclude Rossi – faremo una legge: per lanciare un messaggio chiaro per la protezione di chi si adopera per assistere e prendersi cura di migliaia di persone che dall'oggi al domani rischiano oggi, invece ,di perdere ogni riferimento ed assistenza. Lo faremo lavorando con le associazioni e con la Chiesa anche".

Si nasce e si ha diritto alla salute, ricorda il presidente. Si nasce e si ha diritto ad una assistenza minima per poter vivere. Si nasce e si ha diritto all'istruzione ma anche a muoversi nel mondo. Tutte cose di cui parla, per l'appunto, la dichiarazione universale firmata settanta anni fa. Diritti che dovrebbero travalicare ogni confine, di tempo e di spazio. Diritti che hanno a che fare con la dignità della persona e richiamati anche dalla Costituzione italiana. Diritti, cita ancora Rossi dal palco, che Eleonora Roosevelt, la moglie del presidente americano che presiedette la commissione che portò alla firma della dichiarazione universale, diceva che "stanno in piccoli posti, a scuola e nel liceo che frequenti, nella fabbrica o nell'ufficio dove lavori". Luoghi dove ogni uomo, donna o bambino cerca giustizia. Contro il razzismo, contro l'emarginazione. Contro chi, parole ancora di Rossi, indica nell'immigrato qualcuno da odiare e nel diverso qualcuno da mettere ai margini. Contro anche il bullismo a scuola. Diritti mai conquistati per sempre e da riaffermare ogni giorno.

11/12/2018 13.59
Regione Toscana


 
 


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