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Da Heine a Kant - Una certa idea dell’Europa

«Insisto nel dire che svolgo semplicemente il mio mestiere di intellettuale, quello di evidenziare gli aspetti inaccettabili della realtà verso cui Heine tendeva, per far passare spontaneamente l’idea che godiamo tutti degli stessi diritti, ma anche siamo obbligati a rispettare altrettanti corrispondenti doveri. L’idea è che, se si invocano diritti per se stessi e i doveri per gli altri, il meccanismo non funziona. Le due facce di questa medaglia non possono essere scisse; non può uscire sempre testa o sempre croce. Sono ben conscio dei limiti della ragione evidenziati da Kant, ma è pur sempre alla ragione che mi appiglio, come fa lo stesso Heine nella sua analisi, non sulla forza dei poteri costituiti, che non sono quelli democratici, anzi lo sono raramente».
Paolo Savona, op. cit. pp.17-18

Introduzione di Cosimo Ceccuti Presidente della Fondazione Spadolini, Direttore di Nuova Antologia

Interventi di Pierluigi Ciocca Economista, Accademia dei Lincei

Lucio Caracciolo Giornalista, Direttore di Limes

Testimonianza postuma di Antonio Zanfarino Filosofo, emerito dell’Università di Firenze

Conclusioni di: Paolo Savona Economista, Ministro per gli Affari europei

La rivoluzione democratica di Heine e la Costituzione per la pace perpetua di Kant.
Una seconda lettera agli amici tedeschi (Rubbettino)

L'evento
Sabato 2 febbraio 2019
ore 17.00
Sala Giovanni Spadolini
Biblioteca della Fondazione Nuova Antologia
Via Pian dei Giullari, 36/A
Firenze