Regione Toscana
Accoglienza: il dibattito sulla proposta di legge
Gli interventi di Elisa Montemagni (Lega), Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt), Paolo Marcheschi (FdI), Monia Monni (Pd), Nicola Ciolini (Pd), Jacopo Alberti (Lega), Paolo Bambagioni (Pd)
Dopo l’illustrazione, è iniziata in aula la discussione sulla proposta di legge “Disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana”. Nel frattempo, da parte delle opposizioni di centrodestra è stato presentato un pacchetto di oltre duemila fra emendamenti e ordini del giorno. “Questa proposta di legge, presentata a gennaio, torna in aula dopo le elezioni amministrative, perché il presidente Rossi aveva paura di perdere voti”. Ha iniziato così il suo intervento Elisa Montemagni (Lega), sottolineando la sua totale contrarietà a un atto “che va contro i cittadini della Toscana. La Toscana diventerà così uno scivolo per l’immigrazione e il più grande campo profughi di Europa – ha detto la consigliera –. La Giunta sta tentando di far rientrare dalla finestra quello che il governo nazionale ha fatto uscire dalla porta: l’aiuto agli amici delle cooperative”. “Questa è una norma ad hoc contro il ministro Salvini – ha aggiunto – e contro il decreto sicurezza, mentre è grazie alla politica di questo governo che gli sbarchi sono drasticamente diminuiti”.
Secondo Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) “questa legge è giusta perché ribadisce i diritti fondamentali di tutti gli uomini, e solo in questo senso è un atto politico. Un governo responsabile dovrebbe garantire la tutela di tutti, invece di aizzare i cittadini l’uno contro l’altro e far emergere sentimenti retrivi”, ha proseguito il consigliere, sottolineando come, con la diminuzione dei fondi a disposizione per ogni migrante, “tante associazioni di piccole dimensioni che hanno lavorato egregiamente in questo campo spariranno, rimarranno solo i grandi gruppi che non hanno a cuore la qualità del servizio offerto. Adesso ventimila persone rischiano di perdere il posto di lavoro, e sono tutti italiani”.
Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha osservato che “questo provvedimento non è un meteorite contro i toscani, perché ribadisce che vanno combattuti l’emarginazione e l’abbandono di tutti, che tutti hanno diritto a essere curati e all’alimentazione. È una proposta di buon senso per cercare di arginare il disastro prodotto dal governo nazionale, che aumenta la pletora degli invisibili, i quali in realtà rimangono sul territorio, ma diventano carne da macello”. “Il diritto a una vita dignitosa per tutti gli individui – ha aggiunto la consigliera – deve prescindere da ogni ideologia. La Lega ha iniziato individuando come i nemici i meridionali, poi ci sono stati i rom, ora gli immigrati. Poi chi ci saranno, quelli grassi, quelli alti o con il naso grosso, i marziani?”.
“Una proposta di legge illegittima, illegale, faziosa e pregna solo di politica”. Questo il giudizio sul provvedimento di Paolo Marcheschi (FdI), per il quale “così la sinistra fa solo autolesionismo”. “Il fenomeno in passato è stato sottostimato e affrontato male, anche ai tavoli dell’Europa – ha proseguito Marcheschi – e con questo atto la maggioranza mette la Toscana fuori legge. Invece di affrontare tutti insieme il problema di come far funzionare i rimpatri, la Giunta regionale elargisce soldi pubblici a un sistema che gli italiani non vogliono più, e l’hanno dichiarato con il loro voto, invece di aiutare i toscani che sono in difficoltà. L’emergenza sta finendo e le cooperative se ne devono fare una ragione, e tornare a fare quello che facevano prima”.
Monia Monni (Pd) ha precisato che il ritardo nella presentazione della legge non è dovuto alle elezioni amministrative “ma al fatto che è stata oggetto di un ampio confronto con tutti gli interessati”. “Salvini fa il gioco degli specchi – ha detto la consigliera – alimenta l’insicurezza degli italiani e poi gioca a fare l’uomo duro ma senza dare risposte serie. Dovevano essere effettuati 600mila rimpatri, ce ne sono stati pochissimi. In Toscana il decreto ha prodotto circa 3mila invisibili che rimarranno comunque sul nostro territorio ma saranno gettati nella rete della criminalità organizzata”. “L’immigrazione non è un’emergenza – ha concluso Monni – ma un problema strutturale legato ai cambiamenti climatici, che sono i veri nemici da combattere. Se essere buonista significa che non si nega a nessuno un pezzo di pane e che i bambini devono essere mandati a scuola, allora voglio scrivere ‘buonista’ sul mio biglietto da visita”.
Nicola Ciolini (Pd) ha ribadito che “il governo nazionale sta mostrando tutti i suoi limiti. È riuscito a rimpatriare meno persone che Minniti: nello stesso periodo in cui Minniti ne ha rimandati a casa 3mila 600, Salvini solo 3mila 500. Ci sono difficoltà ad attuare il decreto sicurezza di cui il governo è perfettamente consapevole, dal momento in cui taglia i finanziamenti. In Toscana si stanno verificando problemi per chi deve trattare casi come il disagio psichiatrico di alcune di queste persone e non sa come intervenire, i sindaci ci chiedono che fare perché è ovviamente pericoloso lasciare questi casi in mezzo di strada. Abbiamo la responsabilità di dare una risposta ai nostri territori”.
Jacopo Alberti (Lega) ha spiegato che “con la scusa dell’assistenza, che comunque per legge è garantita a tutti in Italia, la Giunta toscana ha creato un canovaccio per distribuire soldi alle cooperative”. “La questione dell’accoglienza va affrontata e chiusa – ha aggiunto il consigliere –; dal momento in cui gli arrivi sono diminuiti di oltre il 90 per cento è evidente che c’è un minore bisogno di assistenza, e ve ne dovete fare una ragione. Per questo la proposta di legge va ritirata”.
Paolo Bambagioni (Pd) ha espresso “forte disagio, come consigliere regionale, per una legge che non aggiunge niente di nuovo, ripete solo previsioni che già esistono. Non mi va di discutere mille 200 emendamenti sul nulla – ha aggiunto –. Se questo provvedimento è un segnale, è un segnale sbagliato. Il nostro è un paese impreparato ad affrontare l’immigrazione, anche i governi precedenti hanno fatto gravi errori e questo processo necessita di una revisione. Se non governiamo il fenomeno, siamo responsabili della crescita dell’odio. E mi ha dato fastidio vedere come un paese si blocchi su una barca con 45 persone a bordo, quando le priorità degli italiani sono altre. Serve un governo che produca lavoro, sviluppo e sicurezza e invece nessuno fa nulla e il paese va alla deriva”. “Non mi presto a questo gioco – ha concluso il consigliere – e quindi non partecipo alla votazione di questo atto”.
“Grazie. Con questa legge, fuori luogo, ci state dando una grande mano per la campagna elettorale”. È “felice” il consigliere della Lega Roberto Biasci. Si dichiara contento della proposta di legge illustrata dal presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Pd) ma chiarisce: “Non aggiunge nulla di nuovo. C’è già tutto. Qualsiasi persona che arrivi in Italia è assistita, cosa che non accade in altri paesi europei” e restando a livello comunitario ricorda al Pd quanto abbia “esaltato un ministro tedesco che ha scritto una norma in cui si prevede l’espulsione immediata degli immigrati”. “Questa legge è contro il Governo. Noi non ci stiamo”, conclude.
“Io sto dalla parte di chi resta umano. Sto dalla parte di una legge profondamente giusta”, dichiara Francesco Gazzetti (Pd) che nel suo intervento si rivolge ai colleghi della Lega – entrati in aula con t-shirt in cui la scritta ‘prima i toscani’ è stata ‘composta’ tra le sei magliette indossate dai consiglieri – e fa notare un errore di sillabazione: “Sarebbe meglio imparare prima l’italiano”, chiosa. Sul testo di iniziativa della Giunta, il consigliere di maggioranza non ha dubbi: “È un atto di giustizia sociale che sancisce un solco, tra chi pensa siano provvedimenti inutili e chi è certo siano di aiuto alle persone”.
“Torniamo a parlare di cose serie, lavoro, sanità, ambiente, rifiuti. Questa è una legge manifesto, preparata per distogliere l’attenzione dal fallimento del governo toscano”. Giacomo Giannarelli (M5s) annuncia voto contrario e pone l’accento sulla scheda di legittimità del dispositivo: “Gli uffici amministrativi vi hanno messo in guardia – spiega rivolgendosi ai consiglieri Pd –, la platea dei destinatari non è estesa, le prestazioni non sono ampliate. Diversamente non ci sarebbe copertura finanziaria. Siete ipocriti”. Citando poi le dichiarazioni di Paolo Bambagioni (Pd), dichiara: “È vero, siamo chiamati a governare i processi ma lo si fa con un’accurata gestione delle risorse. Io voglio la sostanza – conclude –, non sono d’accordo con i profitti sulla pelle dei disperati e dico sì all’accoglienza diffusa”.
“Questa è una legge salva-clandestini. Si vogliono accogliere tutti i dimoranti. È una forzatura ed è chiaramente contro il decreto Salvini. Il presidente Rossi sembra seguire una linea di disobbedienza contro il ministro”, afferma Luciana Bartolini (Lega). Sui contenuti del testo, la consigliera è chiara: “Gli aiuti per tutti ci sono già. Così come non vogliamo che l’Italia diventi il campo profughi dell’Italia, allo stesso modo siamo contrari ad una Toscana campo profughi del Paese”.
Il vicepresidente del Consiglio e esponente del gruppo di Forza Italia Marco Stella affronta il dibattito in chiave di geografia politica regionale: “è più che evidente che questa legge sancisce una nuova maggioranza. Il Pd si sposta e non esiste più una sinistra all’opposizione”. Questa lettura “preoccupa” Stella: “Sì – Toscana entra in maggioranza e non sappiamo cosa sarà dei rifiuti, delle grandi infrastrutture, dello sviluppo, dell’aeroporto fiorentino” spiega. “Il mondo oggi cambia e ai colleghi della Lega dico: staccate la spina. Il gialloverde è impraticabile a livello nazionale e in regione nulla vi lega. La prospettiva di governo del centrodestra – conclude parlando delle tre forze storiche – ci sarà sempre, anche in Toscana”.
“Serve un’adeguata gestione delle politiche migratorie e la Toscana dice che non si lascia indietro nessuno” dichiara Gianni Anselmi (Pd). Riguardo alle affermazioni di Giannarelli sul fallimento della politica regionale e in particolare di provvedimenti come quelli sul turismo e sul commercio, il consigliere è chiaro: “il nostro lavoro deve stare nella realtà, non nelle illazioni. Basta parlare con le associazioni di categoria per rendersi conto che la legge sul commercio è ben accettata e che sul turismo gli operatori stanno già misurando l’efficacia delle disposizioni prodotte”. “I valori che esprime questa proposta di legge, spero saranno ribaditi” conclude.
“Non avete voluto discutere la proposta a gennaio perché troppo a ridosso delle elezioni. Ci provate oggi perché lontani dalla competizione elettorale ma vi ringrazieremo per il favore che ci state facendo” dichiara Marco Casucci (Lega). In linea con l’analisi politica fatta dal vicepresidente Stella, il consigliere parla di un Pd che “sta virando fortemente a sinistra” e sulla legge, definita “di bandiera” ricorda le “tre osservazioni contrarie contenute nella scheda di legittimità”. Citando poi la risposta dell’assessore Vittorio Bugli
ad una sua interrogazione sulla situazione dei diniegati in Toscana: “a suo tempo mi fu risposto che la Regione non ha competenze in materia. Oggi apprendo che le ha acquisite. Il dispositivo è una spada di Damocle, anticipa una fine certa: se passa, il governo la impugnerà” conclude.
“E’ vero che siamo in un periodo di cambiamenti climatici, ma l’Italia è talmente piccola che tutta l’Africa dentro non ci può entrare”. Così Roberto Salvini (Lega) che, intervenendo nel dibattito sulla proposta di legge sui livelli di assistenza e accoglienza, ha ricordato gli effetti di una “migrazione non governata”. Tra questi “manodopera a basso costo, lavoratori che prendono 600,700 euro al mese, e così si manda a casa la nostra gente che ha problemi di lavoro”; problemi di sicurezza con “grosse difficoltà per i nostri cittadini, perché chi arriva ha una cultura e un senso civico diverso”. Problemi a caduta anche su sanità e trasporti, sulla casa: “Oggi ci accorgiamo che tantissime abitazioni vengono occupate da queste persone”. “Stiamo importando persone impreparate a vivere in una civiltà un po’ più evoluta della loro” ha detto Salvini, e “Voi li volete portare qui”, ha aggiunto rivolto alla maggioranza. La legge al voto è una “provocazione nei confronti del Governo, una legge manifesto”. “La gente è stufa e noi abbiamo deciso di difendere i toscani”.
Andrea Quartini (M5S) ha apprezzato molto l’intervento di Paolo Bambagioni (Pd), che ha il merito di aver un po’ attenuato “l’imbarazzo generale” dinanzi a “una sorta di teatro circense”, in cui ci sono “scontri soprattutto molto emotivi”. Quartini ha fatto presente una prima questione di metodo, ricordando che “la proposta di legge fu incardinata, in maniera improvvisa, a gennaio, subito dopo il decreto Salvini; si voleva che fosse immediatamente discussa in commissione e poi passasse in aula, senza che l’ufficio legislativo avesse neppure il tempo per poter produrre la valutazione di legittimità”. Quartini ha poi ricordato che la proposta di legge “si è arenata”, dopo una fase di audizione in cui gli stessi dati numerici prodotti non apparivano, secondo il consigliere, sufficienti, neppure ai fini delle decisioni in merito al finanziamento. A ciò si aggiungono i dubbi di costituzionalità, oltre che di legittimità sul testo al voto: “perché la legge non è passata in commissione Affari Istituzionali?” si è chiesto a più riprese Quartini durante il suo intervento. Secondo Quartini la ragione non sta in una “motivazione elettorale” della maggioranza, ma nella speranza da parte del governatore Rossi e del Pd “che la Corte costituzionale desse ragione al loro ricorso”. Invece dalla suprema Corte è stato dato “un segnale”, e cioè che “dal punto di vista normativo, a livello nazionale, si è fatta un’operazione considerata legittima”. L’invito a “ragionare in maniera più sobria” rivolto all’aula serve a considerare “che l’immigrazione è un business non solo per le cooperative”, ma è anche “un mercato scandaloso in termini di riduzione in schiavitù, di traffico di esseri umani, traffico di organi, è favoreggiamento delle mafie”. “Quando non governiamo il fenomeno migratorio favoriamo la criminalità, lo sfruttamento, la deportazione, lo schiavismo. Questa roba negli anni non è stata mai affrontata, nè dal governo di centro destra né dal governo di centrosinistra”, ha detto Quartini. La salute, ha ricordato il consigliere, “viaggia senza passaporto” e anche “senza questa proposta di legge, per fortuna, la salute è comunque garantita in questo Stato; non c’era bisogno di questa proposta di legge, squisitamente demagogica, strumentale e che vuole re-ideologizzare e non affrontare il problema del fenomeno migratorio”. “Noi – ha concluso Quartini – siamo ostili a questo atteggiamento arrogante che non è assolutamente accettabile”.
Stefano Baccelli (Pd) ha ricordato i “continui appelli alla legge, alla costituzione, alla volontà del popolo, come imperativi categorici che tutto giustificano” risuonati nei vari interventi, per affermare che in una democrazia liberale non possono essere disgiunti “da una idea di comunità”. E se il riferimento a Putin insegna “il declino della democrazia liberale”, per il consigliere ci sono esempi storici in cui nel “rispetto della legge e in qualche caso della democrazia sono stati perpetrati errori madornali”. E’ il caso dell’apartheid, la legge rispettata in Sud Africa, cui si debbono i 27 anni di carcere scontati da Nelson Mandela; nell’India degli anni dai venti ai quaranta, “un altro personaggio famoso per la non violenza”, Ghandi, fu arrestato più volte e l’India, che pure non era una democrazia “era comunque una colonia britannica”, essendovi in Gran Bretagna il più antico parlamento del mondo. Così, ha continuato Baccelli, il regime fascista in Italia andò al governo grazie ai risultati elettorali e nel sostanziale rispetto delle leggi; analogamente in Germania, poco dopo, grazie al 40 per cento dell’elettorato dell’epoca, Hitler andò a governare. Di qui il convincimento che “L’unica alternativa che abbiamo è la democrazia liberale, ma senza un’etica politica e un tentativo di tenere insieme una comunità gli altri sono percorsi che storicamente hanno portato al disastro”.
Il consigliere ha ricordato una propria interrogazione sui 40 migranti trasferiti dal Cara di Roma e “finiti in Toscana” e sulle cui sorti “sarebbe bene che i toscani sapessero”.
Il punto, secondo Serena Spinelli (gruppo Misto-Art.1/Mdp), è capire “se vogliamo pensare all’oggi o al nostro mondo negli anni a venire”, posto che il mondo “cambierà” e anzi, “i cambiamenti sociali e climatici stanno già avvenendo”. “Stiamo normando la legge regionale che regolamenta il sistema sociale in questa Regione, che ha fatto una battaglia importante arrivando a ribadire che il tema sociale è della Regione Toscana e degli enti locali”, ha affermato la consigliera. “Questa Regione vuole continuare a occuparsi di questo tema e mettere al centro i diritti delle persone”. Spinelli ha anche precisato che il “dibattito politico” in corso è avvenuto “perché c’è stato un cambiamento normativo”. “Voi – ha detto riferita ai banchi del centrodestra – avete tolto un pezzo del diritto, che è il diritto umanitario”, mentre niente è stato fatto sui tempi di intervento. “Garantire i diritti essenziali alle persone è una nostra scelta politica”, ha aggiunto Spinelli, ricordando che secondo la legge Bossi-Fini, “che neanche il centrosinistra ha cambiato, non è possibile arrivare nel nostro paese in maniera regolare”, perché qui si arriva “se qualcuno ha fatto un contratto di lavoro”. Una condizione che non ricorre in chi è perseguitato, fugge da guerra o da fame. “Io non posso girarmi dall’altra parte, quando penso che queste persone finiscono in fondo al mare”, ha detto Spinelli. Che ha concluso ricordando che “una pratica di rimpatrio costa circa 5mila 800 euro, compreso il volo: forse è un costo di cui i cittadini toscani dovrebbero essere informati”.
Marco Niccolai (Pd) ha chiarito: “Vogliamo approvare una legge che difenda la sicurezza dei cittadini toscani”, contro il provvedimento del Governo “che fallisce sui rimpatri”. “Avere 5000 persone sul territorio toscano che saranno espulse dal sistema di accoglienza, senza possibilità di accesso ai servizi, ci dovrebbe preoccupare tutti; queste persone rimangono sul nostro territorio, senza possibilità di inserimento. Chi si fa carico di questa problematica?”. Sotto accusa anche “il rimpallo dei dati”: “500mila irregolari sul territorio nazionale sono scritti nel contratto di governo, ma qualche settimana fa Salvini ha parlato di 90mila..”. “Voi stessi dimostrate di non conoscere la questione immigrazione nel nostro Paese” ha detto il consigliere rivolto al centrodestra, invitando l’opposizione, per onorare il principio “prima i toscani”, a “ridarci i 5 milioni sottratti al trasporto pubblico locale” e a “non far mancare i finanziamenti ai comuni toscani che hanno fatto le fusioni: i nostri sindaci sono davanti a Montecitorio”.
Simone Bezzini (Pd) ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto “in questi anni dalla Giunta, sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione; sono stati anni complessi – ha osservato - da più parti c’è stata inadeguatezza, anche a livello europeo”. In Toscana però, “ci abbiamo provato”, e se c’è “un elemento che va sottolineato, quello è l’azione di governo e la cultura riformista portata avanti dalla nostra Regione”.
Per Bezzini, “se c’è una norma manifesto è il Decreto sicurezza”;“è chiaro che non produce più sicurezza per i cittadini e non governa il fenomeno immigrazione; si creano invece tanti ‘invisibili’ che possono diventare manovalanza per la criminalità”. Il consigliere ha parlato di “un grande bluff che va svelato agli occhi degli italiani”. “Il governo mette in atto provvedimenti bandiera che hanno effetto opposto a quanto si promette: ciò produce insicurezza, paura e odio, che alimentano il consenso della destra”. Tra le osservazioni sollevate anche il fatto che il Governo “non risolve i problemi cruciali”. Bezzini ha definito il ministro dell’Interno “latitante rispetto alle sedi dove dovremmo andare per richiedere un governo dei flussi migratori e politiche condivise in Europa. E bisognerebbe anche avere una politica estera, assumendosi responsabilità sulle questioni internazionali”. La legge al voto dell’aula, ha concluso Bezzini, risponde ad alcuni valori e principi costituzionali, scolpiti nello statuto della Regione Toscana; “e prova a creare le condizioni giuridiche affinché, istituzioni e soggetti del terzo settore, possano mettere in atto azioni coerenti con questi principi”.
Maurizio Marchetti (Forza Italia) ha rilevato “elementi di estrema ridondanza” nel testo al voto e ha lamentato l’assenza del presidente Enrico Rossi (trattenuto da impegni istituzionali, ndr): “Cosa sarebbe cambiato se questa legge fosse stata approvata tra due settimane?, si è chiesto il consigliere, ricordando che “è da gennaio che questo testo è in giro”. Si è poi domandato come mai, “con tre pareri negativi” la proposta sia andata avanti lo stesso e senza passare dalla commissione Affari istituzionali. Anche Marchetti ha ricordato l’intervento di Paolo Bambagioni (Pd), commentando il voto su un testo che, ha spiegato Marchetti, “alza la bandiera politica di contrapposizione contro un governo e in particolar modo contro un ministro”. Il consigliere ha rimarcato anche che, sebbene la legge dica che non vi è nessun impegno di spesa, c’è però la delibera di Giunta del 25 giugno scorso che, “strettamente collegata”, va “a prendere 4 milioni”. Marchetti ha infine illustrato l’ordine del giorno presentato da Forza Italia, e quindi sottoscritto anche da Marco Stella, che impegna la Giunta a predisporre al Consiglio regionale, entro 30 giorni, una proposta di legge che attribuisca ai cittadini toscani pari garanzie di accesso a servizi e prestazioni rispetto a quelle assicurare alla platea degli “stranieri presenti nel territorio toscano, a prescindere dal titolo di soggiorno”, cui è rivolta la legge al voto d’aula.
L’ordine del giorno ricorda quanto scritto nel Preambolo della legge sull’accoglienza e anche nell’articolo 1: la Regione riconosce “il diritto alle cure essenziali, alla dimora temporanea in condizioni di sicurezza, a una adeguata alimentazione e all’istruzione come elementi fondamentali per l’integrazione umana e sociale”. Marchetti ha citato anche i dati Caritas riportati nel testo, e riferiti al Rapporto 2018 (quindi dati 2017) sulla povertà in Toscana. Si individua un incremento delle persone in stato di bisogno sul territorio regionale del 7,7% in più rispetto all’anno precedente, con un “aumento più sensibile per la componente italiana rispetto a quella immigrata, sia in valore assoluto che in termini percentuali, con una incidenza della componente autoctona tra quanti si sono rivolti alla Caritas, pari al 36% del totale e quasi raddoppiata negli ultimi 10 anni”.
Il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti ha rilevato che la proposta di legge doveva avere un parere di legittimità preventivo. “Secondo i dati diffusi oggi dal Viminale, in Toscana nel 2018 da gennaio a luglio ci sono stati 16.935 migranti, quest’anno 3.126 – ha affermato – Un dato che nasce anche grazie al blocco delle navi delle organizzazioni non governative, una delle quali finanziata dalla Regione Toscana con 434mila euro nel 2017”.
“Tutti hanno diritto ad avere diritti, indipendentemente dalla loro situazione amministrativa. Per questo voteremo con convinzione questa proposta di legge” ha dichiarato Tommaso Fattori (Sì - Toscana a sinistra), sottolineando l’enorme responsabilità della politica, che “troppo spesso legittima, se non sollecita, l’odio per gli stranieri, per lucrare qualche voto”
Il capogruppo Pd Leonardo Marras ha ricordato che la proposta di legge è stata presentata insieme ad un ricorso alla Corte costituzionale, non accolto. Tutti i rilievi di legittimità, inoltre, sono stati superati nel corso dell’esame ordinario, ad eccezione di uno che è stato oggetto di un emendamento specifico. Quindi “il provvedimento è assolutamente legittimo”. “Noi modifichiamo una legge del 2009 sui servizi sanitari di emergenza – ha affermato – E’ un testo che ha subito il vaglio della Corte costituzionale, tanto che da norma regionale è poi diventata legge dello Stato”.
A parere del capogruppo, “non stiamo facendo operazioni contro il decreto Salvini”, ma “ci stiamo occupando degli effetti sociali che quelle norme determinano, con gli effetti prodotti sugli esclusi dai centri di accoglienza”. ”Nella legge c’è scritto che tutti in Toscana hanno diritto ad un piatto di pasta o di minestra e una coperta quando è freddo – ha sottolineato Marras – I quattro milioni che sono previsti per cinquemila persone sono 63 euro al mese, rispetto ai 105 euro che i Comuni sostengono per ogni cane nel canile municipale”. A suo parere è una legge che affonda le radici nell’identità dei toscani e ne riconosce la capacità di organizzare una rete di coesione e protezione, grazie anche a coloro che rischiano una denuncia per favoreggiamento del reato di clandestinità.
“Non dobbiamo aver paura nel fare una legge. Ci sono momenti storici in cui alcuni principi devono essere ribaditi, escludendo l’abbandono e l’emarginazione di chi, anche straniero, dimora in Toscana ed è privo di mezzi di sostentamento” ha osservato l’assessore Vittorio Bugli, ricordando che “occorre il coraggio di rappresentare una comunità, così come abbiamo giurato sulla Costituzione”. A suo parere “l’Europa ha conquistato il suo welfare non partendo dai privilegi dei ricchi, ma mettendo al centro i diritti degli interessati”. Questo dice la legge. Per questo, a suo parere, se una persona va in ospedale, deve poter continuare le cure essenziali fino alla guarigione, come pure un ragazzo deve continuare il suo percorso scolastico, anche se il padre è in difficoltà. Analogamente una persona finita in clandestinità deve poter trovare un tetto.
10/07/2019 14.55
Regione Toscana