Regione Toscana
Cave: adozione del piano regionale, il dibattito
“Questo Piano cave è un ottimo punto di partenza, ma un pessimo punto di arrivo. Per questo motivo voteremo contro”, spiega il consigliere del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli, che pure riconosce “l’ottimo lavoro svolto, sia nel metodo che nel merito”. “Fornisce un buon quadro conoscitivo, ma manca l’aspetto della pianificazione. Noi abbiamo proposto durante la discussione in commissione un emendamento con il quale chiedevamo che la pianificazione prevedesse tre step: breve, medio e lungo termine, e si potesse introdurre una soglia minima incrementale dell’1 per cento all’anno in modo da raggiungere nel 2050 l’obiettivo molto ambizioso del 50 per cento nel rapporto blocchi/scaglie. Purtroppo, non è stato accolto”. Giannarelli rileva anche che “questo Piano dimostra che la regione, quando vuole, è capace di esprimere anche buona amministrazione. È stato fatto un lavoro importante di ascolto, con l’aiuto delle opposizioni, un tavolo di concertazione lungo, un confronto fino all’ultimo”.
Quelli approvati oggi sulle cave, la legge e il piano, “sono due atti intimamente collegati dal punto di vista politico, in un comparto che non si limita al distretto apuo-versiliese”, spiega il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras. “Legge e Piano hanno tempi e programmi” e sono frutto di un “grande lavoro concertativo di partecipazione e di confronto, di dialettica”, che ha permesso di raggiungere un “risultato politicamente importante”. La Regione oggi, osserva Marras, “invia al territorio una pianificazione definita, che prende spunto da un principio: si pone obiettivi di sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, sta nel solco della capacità di misurare il prelievo di materiale, non solo nel tempo e nelle quantità, ma nella effettiva necessità. La sostenibilità è il cuore del Piano”. E per il futuro, aggiunge Marras, saprà “rivedere la programmazione con un monitoraggio sistematico nel tempo”.
“C’è un disallineamento tra gli obbiettivi che il Piano si dà e il Piano stesso”. Lo afferma Tommaso Fattori (Sì-Toscana sinistra), osservando che “per raggiungere gli obbiettivi di approvvigionamento sostenibile, tutela ambientale e paesaggistica, sociale ed economica sarebbe stato necessario che la pianificazione prevedesse nel ventennio un progressivo ridimensionamento del contingente estraibile, finalizzato al rafforzamento della filiera locale, quindi ad alto valore aggiunto”.Al posto di una scelta coraggiosa e al superamento di un modello determinato dal mercato mondiale, Fattori rileva che si registra un incremento dell’attività di escavazione e la possibilità di aprire nuove cave. A questo si aggiungono vere e proprie minacce, quali l’estrazione della dolomia nel parco delle Apuane, nessuna prescrizione per le escavazioni oltre i milleduecento metri e neppure sulla salvaguardia della fauna. “Il Piano è pensato per incrementare un settore produttivo che non dà più l’occupazione del passato e produce disastri ambientali. Un settore che accumula enormi ricchezza nelle mani di pochissimi usando un bene comune. Occorre voltare pagina” ha concluso.
“È un piano ambizioso, si punta a regolamentare il settore per venti anni, che nell’ultimo decennio si è fortemente ridimensionato. L’escavazione per materiale da costruzione è passata da 7a 2,7 milioni, quella per materiali industriali da 3 a 1,5milioni, mentre regge l’ornamentale da taglio. È giusto ipotizzare una crescita del 3 per cento annuo?”, si domanda Elisa Montemagni (Lega). A detta della capogruppo, ci sono aspetti di criticità relativi a produzione sostenibile, sicurezza, filiera corta e sul problema della marmettola. “Siamo arrivati lunghi in Aula su un tema così importante, ma le valutazioni su alcuni aspetti dovevano essere fatte in commissione. Diventa difficile votare questo piano”, osserva.
“È un passaggio di legislatura. Sono tre anni e mezzo di duro lavoro. C’è stato un processo partecipativo, che ha prodotto trecento proposte. Diamo finalmente certezze a imprese, lavoratori, amministratori locali” sintetizza l’assessore Vincenzo Ceccarelli, sottolineando che la durata ventennale del piano nasce dalla necessità di fare i conti con quanto è stato già autorizzato. “Siamo nella fase di adozione – ha osservato - Possiamo intervenire successivamente sulle situazioni di criticità”. Secondo Ceccarelli la sostenibilità si declina sotto tre profili: ambientale e paesaggistico, che “comprende anche il sottosuolo”; economico, che “deve considerare le necessità di chi investe”; sociale “sul quale c’è da lavorare molto” per avere “maggiori ricadute sul piano occupazionale”. A suo parere l’economia circolare, di cui tanto si parla, trova nel Piano precise indicazioni, che dovranno essere rispettate. “Quello che andiamo ad adottare e poi ad approvare non è qualcosa che ingessa tutto per venti anni. Come in tutti gli atti di pianificazione, abbiamo lo strumento del monitoraggio, il primo dei quali è previsto tra tre anni”, conclude l’assessore.
31/07/2019 20.21
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