Login

MET



Controlli voce Chiudi controlli
: Volume:  1 Velocità  1 Tono:  1
Uncem
Uncem: grave situazione finanziaria dei Comuni montani con meno di 5mila abitanti

Dopo aver presentato i 20 punti per la Montagna al Ministro Erika Stefani, Uncem ne aggiunge un 21esimo, sollecitato nel dialogo con i Sindaci. Riguarda la grave situazione finanziaria in cui versano moltissimi Comuni con meno di 5mila abitanti, non certo per la gestione delle Amministrazioni, quanto per alcune regole che Governo e Parlamento devono modificare urgentemente. Fabrizio Ivaldo, primo cittadino di Ponzone, e Daniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, hanno scritto in merito al Presidente della Repubblica. Una lettera che Uncem condivide fino all'ultima lettera.

Il caso di Sassello e Ponzone è emblematico, esemplare di una diffusa situazione tra gli Enti locali di tutto il Paese.

"Alle difficoltà finanziarie derivanti dal prelievo Imu da parte dello Stato - evidenzia Buschiazzo - ammontanti a circa 251.215 euro annui, si aggiungono i 383.465 euro relativi alla quota Fondo di Solidarietà Comunale, alimentato anche questo da Imu, somme che lo Stato Italiano utilizza per aiutare altri Comuni in difficoltà, a fronte di un gettito Imu e Tasi versato all'Agenzia delle Entrate dai nostri cittadini di circa 1 milione 600 mila euro. Lo Stato si trattiene quindi un totale di 634.680 euro sui tributi che i cittadini sassellesi pagano al Comune. Si è aggiunta altresì l'entrata in vigore del decreto legislativo 118, che ha comportato, con la creazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, un'immobilizzazione di 95.859 euro per l'anno 2019". In totale il Comune di Sassello, fra somme trattenute e immobilizzate, non può utilizzare circa 731 mila euro su un bilancio circa di 3 milioni di euro.

Il Fondo di solidarietà comunale è stato introdotto nel 2013, con lo scopo di limitare gli squilibri tra enti comunali, operando una redistribuzione da enti con maggiori capacità di entrata e spesa verso quelle con minori capacità. Da allora si è discusso molto sulle modalità di calcolo, ma poco rilievo è stato dato all'effettiva sostenibilità del meccanismo perequativo per la finanza comunale. Il Fondo di solidarietà comunale può essere scomposto sostanzialmente in tre parti: l'alimentazione del fondo, ovvero il suo finanziamento, deriva dalla trattenuta del 22,43 per cento del gettito Imu standard che Agenzia delle Entrate effettua per ogni Comune; la perequazione, ovvero come si redistribuisce il fondo, basata secondo i nuovi criteri di ripartizione (i fabbisogni standard e le capacità fiscali) e il ristoro da parte dello stato ai Comuni della cancellazione della Tasi prima casa. Vi sono Comuni che beneficiano e Comuni che contribuiscono alla perequazione operata dal Fondo di solidarietà. Il prelievo negativo o il trasferimento positivo che giunge al Comune è la somma algebrica dell'alimentazione e della quota di perequazione: se positiva, il Comune beneficia della perequazione, se negativo ne è contributore.

"Per i Comuni contributori del Fondo, come Sassello e Ponzone - spiegano i due Sindaci - l'aggravio provocato dal prelievo perequativo giunge in molti casi a pesare più del 10 per cento delle entrate proprie, al netto della Tari. Percentuale che corrisponde mediamente al peso dell'addizionale comunale Irpef. Nel nostro caso, il prelievo perequativo va persino a intaccare la parte di risorse destinate all'erogazione di beni e servizi, facendo sì che si raggiunga un risultato più basso, oppure che si superi quella soglia che implica una difficoltà nella sostenibilità di alcuni servizi". Uncem aveva seguito negli anni scorsi, proprio in merito al Fondo di solidarietà comunale, la battaglia dei "Comuni turistici", con Sestriere e altri in testa, che chiedevano di correggere il Fondo rendendolo più efficace.

"Per impedire che il peso sia troppo gravoso per i Comuni, soprattutto per quelli sotto i 5mila abitanti e montani - evidenzia Buschiazzo - si potrebbe definire una 'soglia di solidarietà' al di là della quale si blocca il contributo del singolo Comune. Oggi sono per larga parte i valori dei fabbisogni e delle capacità fiscali a determinare il prelievo e la sua sostenibilità. Il limite potrebbe essere definito calcolando un indicatore che cerchi di approssimare l'attuale sostenibilità finanziaria di parte corrente della municipalità, a prescindere della modalità di utilizzo delle risorse, o dicendo che nessuna contribuzione per i piccoli Comuni può superare i 300 mila euro. Soglia che potrebbe essere anche percentuale, se vogliamo dare maggiore proporzionalità. Sassello e Ponzone sono tra le 190 municipalità con un'incidenza del Fondo superiore al 10 per cento delle entrate proprie, al netto della componente rifiuti, e quindi potenzialmente in difficoltà. Su Sassello siamo quasi al 40%. Limitando questa soglia ai Comuni piccoli e montani non si creerebbe un grande squilibrio nei meccanismi del Fondo di Solidarietà". Le risorse mancanti potrebbero essere trovate all'interno della dotazione del fondo o con un trasferimento verticale da parte dello Stato. O comunque dalle Città più grandi che sostengono l'impegno dei piccoli Comuni nel garantire i servizi.

"Mettere un limite alla contribuzione dei Comuni al Fondo - sottolinea Marco Bussone, Presidente Uncem - è corretto e urgente. Uncem da tempo propone che il Fondo di solidarietà venga gestito tra i Comuni a livello di ambito ottimale, di Unione o di Comunità montana. All'interno si definisce quanto devono versare i Comuni complessivamente. E i Comuni insieme fissano in modo sussidiario di quanto devono contribuire affinché i servizi, nell'ambito, siano correttamente garantiti. Un modello di impegno comune, che va oltre i confini per aprirsi alle necessità del vicino. Un modello democratico che guarda alla solidarietà tra comunità di uno stesso territorio, impegnando gli Amministratori in un'opera di cucitura importante".

02/08/2019 15.55
Uncem Toscana


 
 


Met -Vai al contenuto