Login

MET



Controlli voce Chiudi controlli
: Volume:  1 Velocità  1 Tono:  1
Redazione di Met
"Making of an artist 4" a Pelago
In corso un laboratorio rivolto a giovani artisti di tutte le nazionalità presieduto da Tomaso De Luca
La Fondazione Lanfranco Baldi all’interno di Cantiere Toscana 2019 e con il supporto della Regione Toscana e 'Giovani sì', presenta la quarta edizione di Making of an artist, un laboratorio rivolto a giovani artisti di tutte le nazionalità, di età compresa tra 18 e 30 anni.

Il Laboratorio, in corso a Pelago fino a venerdì 11 ottobre, intende attivare un'esperienza di lavoro comune e di riflessione su quanto costituisce la pratica artistica nella fase attuale del nostro contesto socioculturale. Si sta svolgendo a Pelago, presso la sede della Fondazione Lanfranco Baldi, un’area periferica del territorio fiorentino, in una sorta di altrove che rispecchia la condizione dell'artista attuale, nella propria marginalità' eccellente rispetto alla cultura dominante di massa e alle sue mitologie.
Questo anno il laboratorio è presieduto dall’artista Tomaso De Luca, proposto dal curatore Francesco Urbano Ragazzi: si occupano di seguire la mostra finale prevista al Centro Pecci di Prato il prossimo gennaio. Si intitola Maison Buckaroo ed è il laboratorio a cui Tomaso De Luca ha dato vita presso la Fondazione Lanfranco Baldi di Pelago.
Trasferendo il proprio studio da Berlino alle sale della Fondazione Toscana, De Luca prova a sovvertire l'ordinaria dialettica tra città e provincia, per trasformare il decentramento in leva creativa. Centro del discorso è la comprensione e l’esercizio della libertà.
Il progetto è di Pier Luigi Tazzi in collaborazione con Anna Lucia De Luca.

Osserva proprio Tomaso De Luca: "Essere liberi, come artisti e individui, è spesso pensato come una “conquista”, un territorio da reclamare, uno spazio per sé che va difeso, per usare un linguaggio da coloni o condottieri. Se l’Occidente, ammesso che davvero esista, ha messo la libertà al centro del suo essere, spostare il punto di osservazione sul “bordo” concede il privilegio di discuterne l’identità e la forma in modi nuovi.
Il workshop parte da due immagini paradossalmente lontanissime tra loro, eppure stranamente risonanti: il plan libre, introdotto da Le Corbusier, dell’architettura moderna, e il cowboy, archetipo fondativo del Nuovo Mondo. Lo spazio aperto, sconfinato e gravido di possibilità, tanto della prateria quanto dell’architettura moderna, sono i territori su cui si gioca la partita dell’identità, luoghi da attraversare, conquistare e ridisegnare secondo la propria volontà.
Ma in questo sconfinato spazio, in questa griglia su cui ci si muove incessantemente come pedoni, si è davvero liberi? Al mandriano solitario è concessa solamente la libertà predisposta dall’architetto? È possibile fare della vita un progetto, disegnare, per così dire, il proprio plan libre?
Il workshop avvia una riflessione sull'ideale di libertà, mettendo in discussione lo spazio, l’architettura e l’identità, creando un continuo spostamento, un fuori-luogo che va inventato, prodotto e praticato".

10/10/2019 15.38
Redazione di Met


 
 


Met -Vai al contenuto