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Regione Toscana
Regione. Forma di governo e legge elettorale: il dibattito in aula

Le proposte di legge, una statutaria e una ordinaria, sono state illustrate da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), e seguite dagli interventi di Massimo Baldi (Italia Viva), Leonardo Marras (Pd), Paolo Marcheschi (FdI), Gabriele Bianchi e Andrea Quartini (M5S), Monica Pecori e Serena Spinelli (Gruppo misto), Marco Casucci e Jacopo Alberti (Lega Nord)
Il Consiglio regionale ha detto no al cambiamento della forma di governo e della legge elettorale della Regione Toscana. A questo miravano le due proposte di legge, una statutaria e una ordinaria, presentate da Sì-Toscana a Sinistra, illustrate in aula da Tommaso Fattori .

“Forme di maggioritario, premi di maggioranza, bipolarismo sono diventate delle formule quasi religiose, che resistono persino alle repliche della storia. Il ‘toscanellum’ è figlio di questa religione, pessima legge, fatta ad apparente imitazione delle leggi dei comuni con il doppio turno ed un premio di ‘maggioranza’, che scatta al 40%. La legge truffa di Scelba è fin troppo democratica al confronto - ha osservato il relatore - Il ‘toscanellum’ stravolge il principio di uguaglianza del voto dei cittadini e limita la rappresentatività del Consiglio, con alte soglie di sbarramento, oltre tutto differenziate, con listini bloccati. Un congegno che trasforma una minoranza nella società in una maggioranza di seggi in Consiglio e che ha il difetto inoltre di sovrarappresentare l’area fiorentina e sottorappresentare altre aree, in una regione per sua storia multicentrica”.

Da qui i due testi legislativi. La proposta di legge statutaria aveva l’obbiettivo di introdurre, come nel passato, l’elezione indiretta del presidente della Regione e della Giunta regionale da parte del Consiglio regionale, insieme a un documento politico-programmatico. A tutela della stabilità di governo veniva prevista la ‘sfiducia costruttiva’, cioè l’indicazione del nuovo presidente, insieme al programma e alla Giunta, nel momento stesso in cui viene sfiduciato il vecchio.

La proposta di legge ordinaria ad essa collegata introduceva un sistema elettorale con una proporzionalità tra il numero dei voti ricevuti da ciascuna forza politica e i rappresentanti nel Consiglio regionale. Le circoscrizioni elettorali coincidevano con le province, a eccezione dell’area metropolitana fiorentina, con le sue quattro circoscrizioni. Il tentativo era quello di superare i problemi di rappresentanza territoriale registrati con il sistema attuale.

“E’ un sistema giusto, con uguaglianza del voto in uscita – ha sintetizzato Fattori – Il maggioritario ha allontanato i cittadini dal voto e il sistema proporzionale è l’unico realmente imparziale in un sistema multipolare”, ha concluso il consigliere.

“Non è con le leggi elettorali che si cambia la politica, ma con la politica che si cambiano le leggi elettorali. Sono d’accordo, ma solo su questo – ha rilevato Massimo Baldi (Italia Viva), annunciando il voto contrario – Non si cambia legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni. Vogliamo sconfiggere la destra populista, ma con le idee, con il consenso democratico, con le proposte, guardando a chi sta dall’altra parte come uno schieramento che propone cose sbagliate e nocive, ma non come i lanzichenecchi della politica, da respingere con ogni mezzo”.

“Siamo favorevoli al proporzionale, ma riteniamo che occorra la nuova legislatura per affrontare il tema” ha dichiarato Gabriele Bianchi (M5S), annunciando voto di astensione. Voto favorevole è stato dichiarato da Monica Pecori (gruppo misto tpt). ”E’ giusto che il presidente sia scelto da un Consiglio eletto su base proporzionale” ha affermato.

“Il sistema politico non si cambia con le leggi elettorali. Il problema è il rapporto tra governabilità e rappresentatività. Associare una forma di governo a una legge elettorale è problematico – ha osservato Leonardo Marras, capogruppo Pd, annunciando il voto contrario – La Regione, però, con l’elezione diretta del presidente garantisce un giusto equilibrio, nel contesto di un ente che attua gli indirizzi politici attraverso l’amministrazione attiva, con un potere legislativo limitato dalla dimensione e dalla materia”. A suo parere questi temi devono essere oggetto di un dibattito molto più ampio di quello che può essere sviluppato adesso. Alcuni limiti ci sono, ad esempio nella scelta delle preferenze in presenza di un listino bloccato, nel fatto che più della metà dei futuri consiglieri saranno dell’area fiorentina.

“Oggettivamente affrontare la riforma della legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni non ci sembra sia una strada da perseguire. Siamo profondamente contrari. Il ritorno al passato dell’assemblearismo non ci convince – ha affermato Marco Casucci (Lega Nord) – Non esistono i sistemi perfetti. Clientelismo, partitocrazia sono un prodotto del proporzionale. Il problema della selezione di figure adeguate ai ruoli istituzionali indubbiamente esiste, ma non è questo il modo corretto di affrontarlo. Bisognava pensarci prima”.

“Nei contenuti e nel merito apprezzo lo sforzo di Fattori – ha rilevato Andrea Quartini (M5S) – Una legge elettorale non può essere che proporzionale e con la possibilità di esprimere preferenze. Sulla legge statutaria ci asteniamo, perché la possibilità di elezione diretta del presidente ha la sua validità”.

Voto contrario è stato annunciato da Paolo Marcheschi (FdI), che ha ricordato l’approvazione faticosissima del ‘toscanellum’, con “un consiglio in imbarazzo”. “Il maggioritario è un elemento di chiarezza, di trasparenza – ha osservato - Affidare ai partiti la selezione della classe dirigente è una finzione fino a quando non si farà un loro statuto pubblico. Per questo vogliamo le preferenze. Il principio di governabilità deve essere garantito”.

“Domani, venti anni fa, moriva Nilde Iotti, rappresentante delle opposizioni, prima donna chiamata a dirigere la Camera – ha ricordato Serena Spinelli (Gruppo misto) – Non esistono sistemi elettorali perfetti. La politica può utilizzare i sistemi elettorali per fare in modo che le sue proposte ai cittadini siano una risposta ai loro problemi. Lo Statuto dei lavoratori, il diritto famiglia, il sistema sanitario nazionale, la legge Basaglia sono nate in un periodo di assoluta ingovernabilità, alla luce del dibattito odierno. In realtà l’ingovernabilità nasce dalla politica che non ha idee, nasce quando i partiti non sono in grado di produrre una classe dirigente all’altezza. Le riforme importanti, quelle di sistema, si fanno con una larga condivisione nel paese”. A suo parere era necessario pensarci prima con la riflessione proposta da Fattori. “Voglio una sinistra che dica cosa pensa del mondo e provi anche a cambiarlo – ha concluso annunciando voto favorevole – Non una sinistra che spera di entrare in un’istituzione”.

“Il ‘porcellum’ è figlio della legge toscana del 2005 – ha osservato Jacopo Alberti (Lega Nord) – L’attuale legge elettorale toscana ha molti difetti, sui quali si può intervenire, ma non a pochi mesi dalle elezioni. Ha un pregio. La sera stessa delle elezioni c’è un vincitore e una maggioranza che può governare. Non vogliamo un ritorno al passato”.

“Abbiamo lavorato per due anni per scrivere quei testi – ha replicato Tommaso Fattori (Si -Toscana a sinistra) – Sono stati rilevati enormi difetti nell’attuale legge elettorale. Abbiamo provato a proporre il sistema meno peggiore, che consente di aumentare il numero di cittadini che votano, perché sentono che possono contare. Il sacrificio della rappresentatività rispetto alla governabilità ha davvero prodotto buoni risultati?”.

04/12/2019 11.39
Regione Toscana


 
 


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