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Camera di Commercio di Firenze
Camera di Commercio di Firenze. Salvini: “Ripartire prima possibile in sicurezza”
Nei primi tre mesi del 2020, anche per effetto del lockdown, la produzione manifatturiera è crollata del 24,2% e il dato potrebbe peggiorare nel secondo trimestre (-30%). Per il segretario generale della Camera la situazione “va sbloccata”
L'emergenza sanitaria è anche emergenza economica. Lo certifica l'ultimo report dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze sull'andamento congiunturale del settore manifatturiero nella Città metropolitana nel primo trimestre dell'anno e sulle previsioni per i prossimi mesi.

La pandemia Covid-19 ha impattato con durezza su una situazione congiunturale già di per sé poco brillante (+0,5% il Pil fiorentino nel 2019), sostenuta soprattutto dalle esportazioni, quelle sì molto dinamiche lo scorso anno (+26%). Il lockdown delle attività ha bloccato da marzo circa l'80% delle imprese manifatturiere (13.800 su 18mila). L'indagine a campione, condotta dall'Ufficio studi della Camera tra gennaio e marzo 2020, evidenzia una caduta del 24,2% della produzione nel primo trimestre (pur con due mesi ad apertura totale delle attività), con la prospettiva di un'accelerazione del trend negativo nel periodo aprile-giugno (-30%), un dato addirittura peggiore di quello registrato nella prima fase della recessione 2008-2009 (-22%).

Per il territorio fiorentino, quest'anno, si profila un crollo del Pil (-7%) e dell'occupazione (-4,2%), provocato dal brusco stop di consumi (-6%), esportazioni (-13,2%) e investimenti (-12%). I settori con le peggiori prospettive di produzione nei primi sei mesi del 2020, in termini di differenziale positivo tra ottimisti e pessimisti, secondo l'indagine della Camera di commercio di Firenze, sono quelli più aperti verso l'estero, come il sistema pelle (-36,6%), la meccanica (-14,9%) e anche alimentare (-27,1%) e tessile-abbigliamento (-6,3%). Stabili chimica e farmaceutica, in controtendenza i metalli, l'unico comparto con differenziale positivo.

“Proprio per questi motivi, soprattutto le aziende ad alta vocazione internazionale devono poter riaprire, in sicurezza ma devono far ripartire, anche gradualmente, l'attività, come sta accadendo in altri Paesi, dalla Germania alla Spagna, altrimenti rischiamo di regalare per sempre importanti fette di mercato globale ai nostri concorrenti stranieri”, commenta Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze. “Ci sono settori come moda e meccanica che non possono aspettare; discorso a parte meriterebbe tutta la filiera del turismo, del commercio, della ristorazione e del terziario in generale che, ancorché non ricompresa nello studio sul manifatturiero, è investita da uno tsunami senza precedenti e ha necessità urgente di programmare il futuro nell'ottica di una sia pur graduale riapertura – aggiunge -. Servono rapidamente protocolli di sicurezza omogenei in tutta Italia, in base ai quali le aziende possano programmare la ripartenza. Nella nostra area – conclude Salvini – anche in questa fase di lockdown hanno continuato a operare circa 55mila imprese con quasi 180mila dipendenti, senza che l'emergenza sanitaria ne risentisse, a riprova che lavorare in sicurezza è possibile”.

17/04/2020 15.54
Camera di Commercio di Firenze


 
 


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