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Redazione di Met
Dall’Uruguay in Toscana: il paesino “Bosco” di 13 abitanti protagonista in un documentario del 61° Festival dei Popoli
L'ambiente e i legami familiari sono le tematiche al centro della sesta giornata di festival. In prima italiana “Medium” un ritratto appassionato della pianista argentina Margherita Fernández

Un piccolo paese toscano di 13 abitanti ai confini della Lunigiana, nel cuore della Toscana, è al centro della prima italiana di Bosco di Alicia Cano Menoni, in programma nella sesta giornata del 61° Festival dei Popoli, venerdì 20 novembre, visibile su Più Compagnia, sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con Mymovies.it.

Nel documentario, presentato in Concorso italiano, la regista uruguayana Alicia Cano Menoni, intraprende un viaggio in Italia per scoprire le proprie origini, partendo dai ricordi di suo nonno, che non ha mai visto il proprio luogo di nascita nel cuore della Toscana ai confini con la Liguria (Bosco di Rossano, 13 abitati, in provincia di Massa Carrara) ma ne può descrivere ogni angolo basandosi sulle memorie e gli aneddoti tramandati da generazioni. Qui gli abitanti vagano tra i castagni lungo sentieri solcati migliaia di volte, badano alle pecore, parlano ai cari estinti, sembrano esistere in una stasi che diviene silenziosa resistenza contro una natura che inesorabilmente si sta riprendendo la propria terra. “Dall’altra parte dell’oceano – ha spiegato la regista – mio nonno a 102 anni dedica le sue mattine ad abitare quella stessa terra che non ha mai calpestato ma che conosce come il palmo della sua mano, attraverso storie ereditate dai suoi avi che hanno costruito un paesaggio mentale fiabesco. La cornice di quella favola ha riempito le domeniche della mia infanzia”.

Tra i documentari della sesta giornata c’è poi “Medium” di Edgardo Cozarinsky, appassionato ritratto della pianista argentina 93enne Margherita Fernández, specialista del compositore tedesco Brahms. Il film intreccia prove ed esibizioni sul palco costruendo un dialogo sulla memoria del secolo scorso tra scorci di vita privata e pubblica in luoghi leggendari di Buenos Aires come il Centro del Teatro Sperimentale, il Teatro Colon o l’enorme edificio della Biblioteca Nazionale.

Le proiezioni online della sesta giornata prendono il via alle 10 con Habitat, sezione dedicata all’ambiente, e la proiezione di “Le terre du milieu” di Juliette Guignard, storia ambientata nella campagna francese, dove Camille vive con i tre figli in una vecchia casa di campagna nella Creuse, alla ricerca di una forma di vita differente e sostenibile.

Si prosegue alle 15 con il Concorso internazionale e le proiezioni del cortometraggio “Why?” di Ana Vaz che ricostruisce la cultura perduta della tribù Waimiri-Atroari dell’Amazzonia; del mediometraggio “Ana e Maurizio” di Catarina Mourão, un viaggio in Congo, intimo e personale alla ricerca di sé, in cui una pittrice inquieta si mette sulle tracce di uno zio vissuto all’inizio del XX secolo. Infine, per i lungometraggi, in gara “A Way Home” della regista Karima SaÏdi che torna ad occuparsi della madre Aicha, ormai malata di Alzheimer, una donna che ebbe la forza di crescere da sola quattro figli tra Tangeri e Bruxelles. Un film intimo sul rapporto madre figlia in cui si intrecciano temi come la migrazione, l’alienazione tra culture e la separazione generazionale.

La 61° edizione del Festival dei Popoli - presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alessandro Stellino per la parte artistica e Claudia Maci per l’organizzazione generale - è realizzata con il contributo di MiBACT - Direzione Generale Cinema; Regione Toscana; Fondazione Sistema Toscana; La Compagnia; Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.

19/11/2020 13.04
Redazione di Met


 
 


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