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Regione Toscana
Economia: distretto pratese in grande sofferenza
Presentato il progetto di ricerca di Irpet per la Toscana nord. La presidente della commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti (Pd): “Indagare le cause della crisi per dare risposte incisive e programmare il futuro”
E’ il distretto della Toscana Nord ad aver risentito maggiormente della crisi economica innescata dalla pandemia. In particolare Prato, storicamente finestra sul mondo per le nostre produzioni, vive una situazione di grande sofferenza. L’indice della produzione industriale a livello regionale segna un -14 per cento (a fronte del -11 a livello nazionale) ma Prato tocca il -23,2, confermando una “crisi progressiva negli ultimi dieci, dodici anni”. È quanto emerge da una ricerca Irpet, ancora in fase di sviluppo ma si prevede conclusa entro l’anno, illustrata in commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale, guidata da Ilaria Bugetti (Pd).

Nel report presentato, l’Istituto di programmazione economica regionale evidenzia come il “20 per cento del valore aggiunto dei servizi dipende dalla domanda di beni manifatturieri. Nei distretti industriali l’incidenza è di circa 10 punti percentuali in più rispetto alle altre aree toscane”. Le “primissime stime”, da aggiornare ma che si teme “possano essere riconfermate al ribasso”, disegnano una crisi davvero pesante: “Prato sta vivendo da anni una grave fase di contrazione” addirittura si è parlato di un distretto investito dalla “più grande crisi recessiva dei servizi”. Un vero dramma se si considera che è storicamente traino dell’economia toscana: “Attiva al suo interno poco meno di 8 miliardi di euro di valore aggiunto” è stato ricordato. La mortalità attestata in questa prima fase di analisi è “molto elevata in tutti i settori del tessile e dell’abbigliamento”. Nei 14 anni presi a riferimento (dal 2004 al 2018), per fare degli esempi, la filatura registra -61 per cento, la tessitura -53 per cento, il finissaggio -40, altre industrie tessili -34.

“Indagare le cause della crisi è un bisogno necessario per programmare le politiche future e per dare risposte incisive” ha dichiarato Bugetti. “Capire le concatenazioni che si producono in tutti i nostri territori sarà la nostra base di partenza. È nostra intenzione fare un pezzo di strada per vincere le grandi sfide, ma serviranno altri stimoli e altre forze a partire da risorse nazionali e comunitarie” ha dichiarato ancora la presidente. “Mai ci deve sfuggire il fatto che siamo al passaggio di un’epoca. Qualsiasi settore può avere un’oscillazione nel sistema imprenditoriale toscano. Bene quindi sviluppare strategie comuni, ma occorre indagare a fondo su ogni filiera” ha concluso, anche riferendosi ai recenti dati registrati dal report Monitor dei Distretti della Toscana, realizzato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, che attesta un calo delle esportazioni regionali del 20,9 per cento, pari a 4miliardi e 300milioni di perdite.

Il vicepresidente della commissione Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia) ha chiesto se ci sono indicazioni sulle prospettive di ripresa sulle diverse aree toscane. “Questa è una fase storica importante e dobbiamo scoprire i soggetti traghettatori, ossia coloro che potranno aiutare i nostri distretti ad evolversi ed uscire dalla crisi” ha dichiarato il direttore di Irpet Stefano Casini Benvenuti. In questo senso aver intrapreso il progetto di ricerca in sinergia e in stretto contatto con il mondo produttivo sarà un valore aggiunto importante ha dichiarato Leonardo Ghezzi che ha rilevato l’importanza dei traghettatori: “Devono rimanere in piedi e avere la capacità di trainare tutto il sistema. Alcune imprese nel 2021 rischiano di chiudere. Il numero della mortalità è ancora da stimare ma in molti casi si tratta di imprese produttive che riescono anche a proiettarsi sul mercato internazionale. Si tratta quindi di imprese di cui non possiamo fare a meno”.

A detta della consigliera Anna Paris (Pd), le prime analisi di Irpet attestano un dato: “Prato è la prova di quanto sia importante diversificare”.

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Il progetto di ricerca in sintesi
Il progetto di ricerca analizza la situazione economica a seguito dell’emergenza sanitaria e si concentra sulle prospettive di ripresa, anche con riferimento alla possibilità di utilizzare le risorse del NGEU per il rilancio dell’economia. La dimensione del danno che ha colpito la parte più sviluppata della regione, quella della Toscana nord appunto, viene esaminate a fondo e dalle prime indagini emerge come l’economia pratese stia vivendo un “lungo periodo di difficoltà che ormai caratterizza gli ultimi due decenni di storia”. La rilevanza che questo sistema manifatturiero ancora riveste rispetto al complesso dell’economia regionale è oggettivo e la chiave interpretativa adottata dall’Istituto per comprendere la situazione sta portando ad assunti logici: il danno che si è prodotto negli ultimi mesi è il risultato finale di un concatenamento di elementi che potremmo raggruppare in due componenti.
La prima determinante è rappresentata dalla vulnerabilità economica di un territorio che assume un carattere talvolta strutturale, risultato della storia più o meno recente, del sistema locale. Nell’indagine su Parto rispetto alle altre realtà toscane si inserisce la dinamica della redditività delle sue aziende che, ancor prima della crisi, sembrava caratterizzata da un forte ridimensionamento rispetto al recente passato. In questo senso si approfondisce anche il mercato del lavoro soprattutto dal punto di vista dei flussi in entrata e uscita.

La seconda componente “necessaria alla misurazione del danno effettivo”, riguarda la dimensione dello shock che ha colpito la Toscana già al punto di partenza non omogeneo tra i vari territori.
Completa il quadro la misurazione complessiva dell’impatto economico effettivo della pandemia nel corso del 2020, grazie ad una stima su scala locale della produzione industriale messa in piedi dalle imprese manifatturiere del territorio, unita ad una stima dell’andamento dei servizi.

06/04/2021 17.01
Regione Toscana


 
 


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