Comune di Empoli
Empoli. La settimana del Premio Pozzale: sabato 7 dicembre la premiazione dei vincitori
Serata finale, alle 18, con Viola Ardone, Sergio Zatti e Paolo Pecere, nella Sala Maggiore della biblioteca comunale. Seguirà la cena di gala su prenotazione
Letteratura e cultura tutto in una sera. Siamo entrati nella settimana della consegna della settantunesima edizione del “Premio letterario Pozzale Luigi Russo” che si terrà nella Sala Maggiore della biblioteca comunale Renato Fucini, in via Cavour a Empoli, sabato 7 dicembre 2024, alle 18. L’ingresso è libero.
Protagonisti della serata finale, i tre vincitori: Viola Ardone, Sergio Zatti e Paolo Pecere che si racconteranno attraverso le pagine dei loro volumi, grazie alla guida del giornalista e presentatore, Andrea Marotta.
La cerimonia sarà arricchita e accompagnata da intermezzi musicali, visivi e danzanti con Adriana Zamboni e Vania Pucci, una performance a cura di A.S.D. Harmonia “l’art de la dance” di Empoli con la partecipazione a cura di Empoli Jazz di Barbara Casini cantante, chitarrista e cantautrice che da oltre 40 anni si dedica allo studio e alla di?usione della musica popolare brasiliana, della quale è considerata una vera e propria ambasciatrice. Regia di Vania Pucci per Giallo Mare Minimal Teatro.
La serata di festa proseguirà con la cena di gala insieme ai tre vincitori, organizzata al circolo Arci Pozzale, via Sottopoggio per San Donato, 23, località Pozzale, Empoli e realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze, a cui si potrà partecipare solo con prenotazione obbligatoria da effettuare tramite i contatti telefonici: 0571 924879 oppure 338 3816496. Il costo è di 20 euro.
I TRE LIBRI VINCITORI
Viola Ardone, Grande meraviglia, Einaudi 2023
Dopo il successo internazionale de Il treno dei bambini e di Oliva Denaro, Grande meraviglia completa un'ideale trilogia del Novecento. In questo magnifico romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l'uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall'altro, per sentire di esistere. Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.
Sergio Zatti, Il narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell'autobiografia occidentale, Quodlibet 2024
Questo è un libro sull’autobiografia d’autore, ma non solo. Vuole essere una riflessione sulla storia dell’io in letteratura e sulle forme e le strategie della autorappresentazione. Intende documentare l’evoluzione degli assetti testuali in rapporto alle mutanti concezioni del soggetto nel corso della storia culturale. Oggi che siamo sommersi nell’autobiografismo di massa (diffuso sui media e sui social) e da un successo commerciale senza precedenti del life writing, il libro vuole rintracciare la genesi e gli sviluppi dell’autobiografia come genere letterario, confrontando quelle lontane radici storiche con gli esiti contemporanei. Lo studio dedica spazio alle questioni e ai temi dell’autobiografia moderna inaugurata dalle Confessioni di Rousseau, da quando cioè la svolta romantica ha segnato un vero e proprio spartiacque espressivo: il rapporto fra verità storica e fiction, il ricordo d’infanzia e la nuova attenzione per l’io bambino, la confessione e le forme della sua secolarizzazione; e ancora, il confronto con la psicanalisi e le moderne teorie della memoria, la svolta novecentesca con Freud e Proust, il rapporto con i processi identitari di genere e di etnia, la contaminazione fra memorialistica e forme romanzesche. Il volume è articolato in quattro parti: nelle prime tre le questioni riguardano le condizioni di scrittura, il suo statuto e i suoi protocolli; nella quarta una serie di campioni testuali (da Dante a Vico, da Rousseau a Joyce, da Woolf a Sartre) mira a verificare tali questioni nel concreto della prassi autobiografica.
Paolo Pecere, Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra, Sellerio 2024
Guardare negli occhi un orango, un polpo, uno squalo balena. Mettersi in cammino per capire un deserto, una foresta o una catena montuosa attraversando le tradizioni del pensiero umano. Muoversi da New York alle Galápagos, dall'Islanda al Borneo, dal Ruanda al Tibet, per immergersi nella nostra casa, il pianeta che dobbiamo amministrare. Un pianeta di cui bisogna scrivere il futuro: negli ultimi anni è stato riconosciuto l'impatto distruttivo della civiltà umana sulla natura, reso evidente da catastrofi climatiche, estinzioni di intere specie animali, desertificazione e scomparsa di paesaggi. Eppure, questa consapevolezza non produce alcun reale cambiamento nei nostri modi di vivere, nelle soluzioni adottate dalle società industriali per evitare la calamità. Al tempo stesso, assistiamo al diffondersi di un amore appassionato e di una profonda nostalgia per la natura incontaminata, rifugio dall'assordante disarmonia del mondo. È sicuramente un sentimento genuino, ma del tutto inadeguato a proteggere la Terra. Da questa scissione paradossale, consapevole che la sola verità scientifica non sembra sufficiente a scuoterci, inizia il percorso di Paolo Pecere. Studiare e attraversare le città, con il loro apparente isolamento dall'ambiente e la loro dipendenza dalle risorse naturali, spostarsi sulle montagne e sotto gli oceani, esplorando l'origine della nostra coscienza, l'idea di un ordine cosmico, il rapporto tra umano e ciò che ci appare profondamente altro, diverso da noi, gli animali, le piante, l'acqua e la pietra, il paesaggio. Qual è oggi, allora, il vero senso della natura, quel sentimento che siamo chiamati a ritrovare o immaginare di nuovo? Potrebbe significare «amare chi non è come noi», oppure restare in silenzio e guardare il mondo attraverso occhi che non sono i nostri. O forse smettere di scrutare sempre e ossessivamente noi stessi. La scoperta di una cura del mondo, una nuova definizione dell'ecologia, quella «scienza magnifica che è diventata triste», hanno bisogno di una visione del futuro che immagini altri modi di percepire la natura, e di un recupero della nostra memoria biologica che ci faccia avvertire l'unione indissolubile, vivente, organica e inorganica di tutto ciò che esiste sulla Terra.
LA STORIA DEL PREMIO - Il Premio nasce nel 1948 per volontà della sezione del Partito Comunista della frazione di Pozzale, nell'ambito della festa della stampa comunista. Trova le radici nei valori della Resistenza auspicando l'incontro tra intellettuali e lavoratori, un simbolo della volontà di ripartire socialmente e culturalmente dopo i dolori e la distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Il premio ha un suo comitato organizzatore e una giuria che fin dagli inizi ha visto come componenti intellettuali di grande livello, da Romano Bilenchi e Sibilla Aleramo a Cesare Luporini, da Silvio Guarnieri a Cesare Garboli. Luigi Russo ne ha fatto parte dal 1952. Dopo la sua morte, avvenuta nel ’61, per l'affetto e la partecipazione che il critico aveva dimostrato verso questa istituzione e la sua gente, il Premio viene a lui intitolato: Pozzale-Luigi Russo.
La cerimonia di consegna della 71esima edizione del “Premio letterario Pozzale Luigi Russo”, rientra nel cartellone di eventi “Empoli città del Natale”, dal 16 novembre al 12 gennaio, promosso dall’amministrazione comunale in accordo con i tantissimi attori che rendono più ricca e attiva la vita culturale in città: da Giallo Mare al Teatro Shalom, dal Centro Busoni all'associazione Il Contrappunto, dall'associazione Harmonia al Cinema Teatro Excelsior.
02/12/2024 12.35
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