Comune di Empoli
Empoli. Boule de Neige: un nuovo itinerario di arte pubblica e rigenerazione urbana
Un percorso tra arte, luce e identità collettiva inaugurato domenica 9 novembre e che rimarrà ad Empoli fino a domenica 15 febbraio 2026
Empoli, 9 novembre 2025 – Boule de Neige è il nuovo progetto promosso dal Comune di Empoli e curato da Sergio Risaliti e Antonella Nicola, che porta l’arte contemporanea nel cuore della città per rinnovarne lo sguardo e gli spazi. A partire da domenica 9 novembre 2025 alle ore 17.00 fino a domenica 15 febbraio 2026 un itinerario culturale urbano prenderà forma nel centro storico, con l’obiettivo di valorizzare luoghi dimenticati, stimolare nuove percezioni del territorio e favorire la partecipazione collettiva.
I sei artisti Marco Bagnoli, Francesca Banchelli, Chiara Bettazzi, Marcela Castañeda Florian, Giovane Ceruti, David Reimondo saranno protagonisti di interventi site-specific che trasformeranno il centro di Empoli in un dispositivo poetico e narrativo, capace di intrecciare memoria, paesaggio urbano e immaginario collettivo.
Il progetto nasce grazie ad un finanziamento della Regione Toscana che ha aperto un bando sulla sicurezza urbana chiedendo ai comuni di proporre attività sociali e culturali per migliorare la sicurezza delle città. Il comune di Empoli è arrivato decimo con un progetto che scommette sugli educatori di strada e sulla capacità dell'arte di curare e rigenerare gli spazi.
"Le due zone protagoniste del progetto, via Spartaco Lavagnini e piazza Madonna della Quiete, entrano di diritto in un nuovo itinerario culturale urbano con un linguaggio contemporaneo, coraggioso, che mescola stimoli diversi per stupire visitatori, residenti e curiosi – ha affermato Alessio Mantellassi, sindaco di Empoli. - Sono due zone che dall'avvio della nostra amministrazione stiamo riportando alla ribalta con eventi, rendendo vitali zone che venivano considerate marginali. Una delle strategie è quella dell'arte che si presta a modellare il paesaggio urbano per dare nuova luce a queste zone".
"Abbiamo un gruppo di artisti variegati e dagli stili differenti per creare sorpresa e stupore, incrociando diversi tipi di lavori (dalle proiezioni alle installazioni artistiche) - ha detto Matteo Bensi, assessore alla Cultura - Il volto urbano di Empoli ben si presta alle contaminazioni e siamo contenti di agire sia su luoghi già noti e apprezzati come il chiostro del Museo della Collegiata per passare a strade meno battute del centro come via Lavagnini. È la prima volta che un progetto si sviluppa così profondamente in città e siamo felici di poter sperimentare con l'aiuto di voci dall'Italia e dal Mondo".
"Quello di Boule de Neige è un intervento innovativo, che scommette sulla capacità dell'arte di curare e rigenerare gli spazi, ma anche sul desiderio di fare del nostro centro storico un bene comune, in cui si incontrano gli interessi dei proprietari dei fondi sfitti, degli abitanti e dell'amministrazione, per dare nuova luce al centro storico grazie alla mano e all'ingegno di giovani artisti – ha aggiunto Valentina Torrini, assessora alla Sicurezza - Un ringraziamento sincero alle persone che hanno messo a disposizione i fondi non utilizzati, alla Regione Toscana che ha finanziato il progetto Hugo Luci Accese Sulla città, agli educatori di strada, ai dipendenti del Comune e a tutti coloro che hanno lavorato con noi in questi mesi tenendo insieme cura, rigenerazione e sicurezza urbana. Questo con l'obiettivo di trasformare luoghi in cui spesso si affretta il passo per raggiungere il centro storico, in spazi in cui si rallenta per guardarsi intorno".
“È una bella collaborazione tra arte contemporanea e amministrazione pubblica, un progetto di rigenerazione urbana che parte dall’analisi di un contesto locale in cui si è sentita la necessità di restituire energia creativa e la possibilità di creare dialogo e condivisione in un settore della città che ha vissuto, negli anni, un cambiamento importante – ha detto Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze e curatore del progetto Boule de Neige. – I lavori degli artisti riaccendono curiosità e desiderio nei confronti di vetrine chiuse da tempo, segno dell’interruzione di un ciclo commerciale, e lo fanno non attraverso i canoni tipici del voyeurismo consumistico, ma attraverso quelli dello stupore e della meraviglia poetica e artistica. Le vetrine oscurate cancellano il tempo precedente per aprirsi, attraverso oculi, a delle scatole che lasciano penetrare lo sguardo verso piccole wunderkammer, camere delle meraviglie, boule de neige. È appunto lo stupore e la meraviglia che tornano a essere protagonisti, restituendo al visitatore la possibilità di scoprire un tempo altro: un rallentamento, un respiro dello sguardo che risveglia anche la dimensione poetica dell’infanzia, quando le cose del mondo ancora non servivano in termini utilitaristici, piuttosto a creare mondi incantati e fantasiosi che suscitavano emozioni e attivavano la libera immaginazione. Due opere sono state installate altresì in due luoghi speciali per storia e funzione. La facciata della chiesa della Madonna delle Quiete. La seconda opera la si troverà collocata al centro del chiostro della Collegiata di San Andrea. Qui il confronto si arricchisce di un dialogo con la spiritualità, la cultura, le tradizioni empolesi. Un ringraziamento va all’amministrazione, all’assessore, agli artisti, alle aziende e a tutti coloro che hanno contribuito e reso possibile il progetto. Voglio anche ringraziare per la disponibilità dimostrata ad accogliere la mongolfiera di Marco Bagnoli nel Chiostro del Museo della Collegiata di Sant’Andrea, il parroco decano Don Guido Engels. In operazioni di rigenerazione urbana come queste, dove si attivano interventi artistici, non si deve parlare di coraggio ma di sensibilità. Piuttosto di cura e di elevazione che di rigenerazione, che ne è la conseguenza. Ciò significa aver compreso il valore dell'arte nella sua dimensione politica e spirituale. Una terapia per la cura del corpo collettivo che si fonda sul risveglio di energie latenti o annichilite, stimolate attraverso l'esperienza della meraviglia e della curiosità. Arte come strumento di elevazione e liberazione e solo allora di dialogo e conciliazione di tolleranza e inclusione”.
“Gli oggetti appesi alla rete non si propongono come semplici decorazioni, perché mettono in luce la molteplice natura delle cose: dai personaggi colorati e giocosi di Giovane Ceruti, che parlano di immaginario collettivo, ai manifesti socialmente e politicamente impegnati di Marcela Castaneda fino alla caducità e bellezza, nel contempo, della vita sottolineate dai ventagli di Chiara Bettazzi che sono per una parte in plastica e per l’altra in carta: infatti, considerando proprio la natura effimera delle cose, l'artista ha voluto inserire uno degli oggetti delle sue nature morte, il ventaglio, che potesse essere sottoposto alla modifica nel tempo, come i fiori che crescono e appassiscono. - ha detto Antonella Nicola, co-curatrice del progetto - Anche il vento sarà complice di questo progetto, agitando la leggera e volatile costellazione luminosa di Francesca Banchelli e le canne di bambù di Marcela Castaneda, che scandiscono con il loro suono la passeggiata in Via Lavagnini. Siamo sollecitati a prestare attenzione agli aspetti della vita, alle questioni importanti e gravi, ma anche alle piccole cose, ai dettagli e all'effimero, che spesso sfuggono all’attenzione e che invece nascondono importanti significati. Alla fine questo è un po’ il senso di tutto il progetto, che si estende fino alla importante istallazione di Marco Bagnoli, che parla di elevazione e risveglio, e a quella di David Raimondo, in cui sono resi possibili nuovi processi di pensiero: fermarsi e guardare le cose con un’altra ottica e con un tempo diverso per consentire il germogliare di dinamiche differenti e lasciarsi colmare dallo stupore e della bellezza che si nascondono in ogni cosa, facendo propria l’esperienza dell’arte”.
Il titolo del progetto, Boule de Neige, rimanda proprio a quell’oggetto iconico — oggi celebre souvenir — nato dall’ingegno di Erwin Perzy, produttore di strumenti chirurgici nell’Austria di fine
Ottocento. Da oltre un secolo, la boule de neige continua a incantare per la sua capacità di racchiudere in una sfera trasparente un mondo in miniatura, sospeso tra realtà e immaginazione. Come tutti sanno, la magica sfera si trasforma in un paesaggio innevato con un semplice gesto, si accende un momento di sospensione, un piccolo incantesimo visivo in cui il tempo si ferma. È un microcosmo poetico che evoca sogni, ricordi e nostalgie, capace di risvegliare emozioni intime e di trasportarci altrove.
Come una boule de neige anche l’arte si manifesta come un rito intimo e contemplativo, che invita a soffermarsi, contemplare e meravigliarsi. Boule de Neige propone un percorso di scoperta che parte dal centro storico di Empoli e si apre a nuove letture del paesaggio urbano, trasformando la città in un luogo di incontro tra memoria e contemporaneità.
Il progetto nasce da un’accurata mappatura degli spazi museali, cittadini e privati commerciali dismessi nel centro di Empoli e si propone come modello replicabile di rigenerazione urbana attraverso le pratiche artistiche contemporanee. Gli artisti coinvolti, già attivi nel campo dell’arte pubblica e del dialogo con il contesto sociale, hanno ideato le opere in seguito a sopralluoghi e interazioni con le vie e le piazze di Empoli, dando vita a un processo partecipato e profondamente legato all’identità locale. Il nuovo itinerario culturale è un invito a riscoprire la città con occhi diversi, attraverso l’arte, la riflessione e l’incontro. Un progetto che intende restituire centralità e dignità a luoghi dimenticati, promuovendo al tempo stesso una visione collettiva e poetica della città. L’obiettivo della valorizzazione urbana del centro di Empoli, si combina con la funzione propedeutica ed educativa che ha sempre avuto l’arte a favore delle collettività.
Gli artisti coinvolti sono stati chiamati a confrontarsi con gli spazi storici e simbolici di Empoli, reinterpretandoli attraverso interventi site-specific. Marco Bagnoli e David Reimondo firmano due installazioni ambientali collocate in luoghi di particolare valore: il chiostro del Museo della Collegiata di Sant’Andrea e la Piazzetta Madonna della Quiete, adiacente a Piazza Farinata degli Uberti.
Francesca Banchelli, Chiara Bettazzi, Marcela Castañeda Florian e Giovane Ceruti intervengono invece lungo Via Spartaco Lavagnini, animando spazi commerciali inattivi e la via stessa con opere che stimolano lo sguardo e la partecipazione. Le loro installazioni invitano a riscoprire il quartiere come luogo vivo e creativo, in cui la quotidianità si intreccia con la dimensione poetica e immaginativa dell’arte contemporanea.
Come una boule de neige che custodisce un paesaggio immobile dove la neve cade lenta, anche queste vetrine offrono un microcosmo poetico, un tempo sospeso dove la realtà esterna si dissolve e l’atto dell’osservare diventa esperienza intima, quasi magica. Le vetrine oscurate diventano così dispositivi di visione: ci costringono a rallentare, a mettere a fuoco, a penetrare con lo sguardo uno spazio separato e protetto, rivelando il potere dell’arte di custodire e al tempo stesso liberare senso e meraviglia liberandosi per una volta dalla fretta e dall’impulso a consumare prodotti effimeri troppo rapidamente.
10/11/2025 11.57
Comune di Empoli