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Redazione di Met
Tragedia di Firenze. Sabrina Magnolfi, la vita felice di un'artista impegnata e appassionata all'amicizia
Il ricordo degli amici della Comunità di Sant'Egidio
Sabrina Magnolfi era un'artista felice e una donna che aveva cura di sé e degli altri. La sua vita era immersa in una rete di relazioni, con amicizie fedeli che abbracciavano anche i suoi familiari. La Comunità di Sant'Egidio, l'Unitalsi, la cooperativa Barberi, gli amici della parrocchia e della casa del popolo, le persone della zona, i colleghi del suo lavoro al Quartiere 5: tutti sapevano di questa sua capacità di dipingere, tanto da avere esposto i suoi quadri alle mostre allestite dalla scuola di pittura della Comunità di Sant'Egidio – l'ultima delle quali a Palazzo Davanzati. Sue opere sono pubblicate anche nei cataloghi realizzati in occasione delle mostre.
I quadri dicono molto di lei, delle sue passioni, del suo gusto per la relazione. In 'Iqbal', ad esempio, aveva rappresentato un bambino afghano al lavoro per invocare il diritto all'educazione e all'istruzione. E’ un’opera che fa riflettere e invita a non perdere la speranza in un domani migliore. La tecnica pittorica utilizzata era quella delle mascherine con pennello e spugna. La stesura compatta del colore e al tempo stesso il particolare risalto delle sfumature erano dovuti alla familiarità di Sabrina con questa tecnica che le aveva permesso di superare le difficoltà manuali dovute a una tetraparesi.
Nel 2007, partecipando a una conferenza a Napoli, aveva conosciuto Ceija Stojka, una signora Rom che le aveva raccontato di essere stata deportata e tenuta prigioniera nei campi di concentramento di Auschwitz e di Ravensbruck. Sabrina aveva voluto rappresentare la vita della sua amica prigioniera nelle baracche del campo, costruendo con pezzi di cartone delle sagome e montandole su una tavola di compensato. Il colore nero rappresentava la prigionia, mentre la luce era il momento della liberazione, ma anche la speranza che non si era mai spenta in Ceija, aiutandola a sopravvivere in quei giorni terribili. Una bella foto raffigura Sabrina e Ceija insieme, felici con le loro amiche, immerse nella belleza di quell’incontro. Chi ha conosciuto Sabrina, la ricorda così.
Era un'artista che traeva gli spunti delle sue opere dalle conoscenze dirette, dai rapporti personali che coltivava con cura e passione, dalle tante amicizie che la circondavano. Il laboratorio che frequentava si chiama proprio "Laboratorio d'arte degli Amici" della Comunità di Sant'Egidio, e Sabrina ne era una degli artisti più fedeli.

Sabrina Magnolfi

Sabrina (a sx) in vacanza con un'amica

Sabrina con Ceija Stojka e alcune amiche

Il quadro di Sabrina dedicato a Ceija Stojka

04/03/2017 17.11
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