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RIFORMA GELMINI, SCUOLA A RISCHIO ANCHE PER TOSCANA E PROVINCIA DI FIRENZE
Mozione del gruppo consiliare PD della Provincia di Firenze sui provvedimenti governativi ed il ruolo degli enti locali.
Martedì 6 ottobre una prima verifica con i sindaci del territorio

Taglio delle risorse, licenziamento di massa degli insegnanti, alunni sempre in aumento: l’offerta formativa è a rischio e per la scuola italiana si prospetta una grave crisi. I consiglieri del Partito Democratico della Provincia di Firenze Stefano Fusi, Leonardo Brunetti e Silvia Melani, hanno incontrato la stampa alla presenza dell’Assessore provinciale all’Istruzione Giovanni Di Fede e dell’Assessore all’Edilizia Stefano Giorgetti, giovedì 1 ottobre a Palazzo Medici Riccardi, per tirare le somme dei danni provocati al sistema scolastico dalla cosiddetta “Riforma Gelmini” e presentare la propria mozione sui provvedimenti governativi. Il gruppo PD non condivide la sottovalutazione dell’amministrazione scolastica presente nelle dichiarazioni pubblicate ieri, 30 settembre, su organi di stampa locale, e per mantenere alta la denuncia e il coinvolgimento delle istituzioni, ha convocato martedì 6 ottobre tutti i sindaci della provincia in Palazzo Medici Riccardi, per una prima verifica degli effetti delle riforma sul nostro territorio.
Il corrente anno scolastico 2009-2010 vedrà il taglio di 42 mila insegnanti e di circa 16 mila unità fra il personale ATA, con una previsione nel triennio 2009-2012 di una riduzione complessiva di circa 132.000 posti. Il taglio subito dalla scuola italiana per effetto della “Riforma Gelmini” (decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 13) ammonta a circa 8 miliardi di euro.
Le conseguenze di questo taglio si stanno dimostrando pesantissime. Nel corrente anno scolastico le scuole italiane ospiteranno 70 mila alunni iscritti in più rispetto all'anno scorso ma disporranno di 42 mila docenti in meno: più alunni e meno insegnanti.
Quindi meno scuole, in particolare nei piccoli centri e meno soldi alle scuole.
La Provincia di Firenze offre un esempio schiacciante di questa situazione di estremo disagio: quest’anno due comuni del territorio fiorentino, Tavarnelle Val di Pesa e Barberino Val d’Elsa, hanno inaugurato un nuovo edificio scolastico deputato a scuola dell’infanzia, ma al momento dell’apertura il Ministero non ha fornito alla nuova struttura il personale docente necessario. È quindi intervenuta la Regione Toscana che ha stanziato fondi per procedere alle assunzioni, evitando così che gli sforzi economici compiuti dai comuni per la costruzione della struttura andassero perduti.
Mentre le liste d’attesa nella scuola dell’infanzia sono sempre più lunghe - e le classi primavera sono senza finanziamenti - in Toscana sono a rischio, per mancanza di personale, oltre 30 sezioni a tempo pieno richieste dalle famiglie, vale a dire circa 750 bambini. Anche in questo caso è stato necessario un finanziamento della Regione Toscana per aprire le classi che altrimenti sarebbero rimaste orfane d’insegnanti e quindi chiuse.
Il ruolo degli enti locali diventa quindi sempre più fondamentale: la Provincia di Firenze - fra opere terminate, interventi in corso o di imminente avvio - ha impegnato 28 milioni di euro per sostenere la scuola, cui andranno aggiunti i fondi previsti nel piano triennale di investimenti. Nessun finanziamento è invece arrivato dal governo, neanche in vista delle prossime e necessarie verifiche sismiche degli edifici, mentre il patto di stabilità creerà non pochi problemi anche per spendere i 28 milioni stanziati. Si dimentica quindi che un’attenta programmazione dell’edilizia scolastica determina la possibilità di garantire la libertà di scelta educativa. Libertà che verrebbe meno a causa del numero chiuso delle scuole causato dalla mancanza di spazi.

01/10/2009 14.55
Provincia di Firenze