Provincia di Firenze
“BEAUTIFUL MINDS - IL SOLE, LA LUNA E LA TEORIA DEGLI OPPOSTI”
Dal M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca alla Chiesa di San Francesco a Castelfiorentino
Il 29 aprile 2006 si inaugura nella Chiesa di San Francesco a Castelfiorentino la mostra “Il sole, la luna e la teoria degli opposti”, curata dallo storico e critico d’arte toscano Maurizio Vanni, organizzata dal Comune di Castelfiorentino, con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, e promossa dalla Provincia di Firenze che l’ha inserita all’interno delle manifestazioni de “Il Genio fiorentino”. L’evento si avvale anche della collaborazione con la State Library of Foreign Literature di Mosca, il M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca, la Galleria ModenArte di Modena, la Chiodini Consulting Divisione Arte di Firenze.
Saranno presenti all’inaugurazione il Sindaco del Comune di Castelfiorentino Laura Cantini, il Presidente della Provincia Matteo Renzi e Maurizio Vanni.
L’inaugurazione sarà impreziosita dal racconto musicale “Quasi Pinocchio” di Beppe Dati.
Un’esposizione a tema – che lo scorso febbraio ha fatto tappa al M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca – che coinvolge 12 pittori (Luca Alinari, Enrico Baj, Marco Borgianni, Bruno Ceccobelli, Salvatore Cipolla, Elio De Luca, Giuliano Ghelli, Renato Mambor, Concetto Pozzati, Alfredo Rapetti, Joe Tilson, Lolita Timofeeva), 2 scultori (Eugenio Riotto, Mauro Vaccai), 2 fotografi (Franco Fontana, Marina Gavazzi) e una videoartista (Antonella Bussanich) per un totale di 45 lavori che coprono quasi tutte le espressioni artistiche.
Artisti di fama internazionale, per metà toscani (Alinari, Borgianni, Bussanich, Cipolla, De Luca, Ghelli, Vaccai, Riotto), sono stati invitati dal curatore della mostra-evento a lavorare sul tema dell’unione degli opposti che rappresenta il fulcro della riflessione junghiana sulla nevrosi e il suo pensiero sull’esistenza: “La terapia mette i contrari a confronto e mira a una loro durevole riunificazione”. “Nella psicologia junghiana – scrive Vanni nel libro edito da Carlo Cambi Editore (pp. 72, 30 €) che supporta la mostra – la coppia fondamentale degli opposti è rappresentata da conscio e inconscio. Ascoltando la voce dell’inconscio e imparando a convivere con esso potremmo pervenire a quello che Jung definirebbe l’uomo rotondo, ovvero ciò che racchiude in sé gli opposti riuniti: lo Yin e lo Yang”.
Sacro e profano, finito e infinito, moto e quiete, maschile e femminile, vuoto e pieno, luce e ombra, nascita e morte, realtà e illusione sono solo alcuni archetipi di opposti che ciascun artista è stato chiamato a interpretare attraverso una o più coppie di lavori. Alinari ha giocato con l’uomo in maschera conteso tra il suo io umano e il suo io sociale; Baj con i vizi e le virtù dei personaggi di potere; Pozzati con l’ironia degli animali-uomini; Rapetti con segno e simbolo; Bussanich con luce e ombra; Tilson, Timofeeva e Borgianni con le simbologie del sole e della luna; Fontana con i contrastanti colori della natura; Ceccobelli con gli equilibri instabili; Ghelli con il caos controllato; Mambor e De Luca col gioco degli specchi; Riotto con il maschile e il femminile; Vaccai con mito e realtà; Cipolla con vittima e carnefice. Una riflessione portata avanti anche dal curatore della mostra che nel suo saggio interdisciplinare racconta la nascita della teoria degli opposti in psicologia, filosofia, fisica, letteratura e religione.
“Siamo molto onorati di ospitare questa mostra a Castelfiorentino – sottolinea il Sindaco, Laura Cantini – in quanto l’ho seguita fin dalla tappa moscovita e ho potuto così toccare con mano il valore delle sue opere, frutto del lavoro e della creatività di pittori, scultori, fotografi e videoartisti di alto livello. Essa presenta tutte le caratteristiche per poter far fare un salto di qualità alla proposta artistica finora offerta ai nostri concittadini e nel contempo aprire le porte della Chiesa di San Francesco, recentemente restaurata, a eventi espositivi di respiro internazionale. Il suo inserimento nel calendario degli eventi del “Genio Fiorentino 2006” ne è una conferma”.
“Questa mostra – aggiunge il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, Paolo Regini – che travalica le frontiere regionali e nazionali portando l’arte europea addirittura nel mondo russo, non poteva non vederci coinvolti anche perché si tratta di un evento che è in linea con la filosofia della nostra Banca: promuovere tutte le espressioni artistiche della nostra contemporaneità come stimolo per accrescere, nel contempo, il nostro patrimonio culturale, che costituisce una risorsa importante per l’economia del nostro territorio”.
MOSTRA: “Il sole, la luna e la teoria degli opposti”
SEDE ESPOSITIVA: Chiesa di San Francesco, Castelfiorentino
CURA DELLA MOSTRA E DEL LIBRO: Maurizio Vanni
PERIODO ESPOSITIVO: 29 aprile – 28 maggio 2006 Inaugurazione Sabato 29 Aprile dalle 16,30
ORARI: dal giovedì alla domenica 17-19.30 aperture straordinarie in occasione di In/Canti & Banchi 25 –26-27 maggio 2006 ore 21,30 – 23,30 e 28 maggio ore 10-20.
CATALOGO: Carlo Cambi Editore
Biografie
LUCA ALINARI
È nato a Firenze nel 1943, nei cui dintorni vive e lavora. Ha frequentato la Facoltà di Lettere e si è occupato al principio della sua carriera artistica di critica letteraria. La sua prima mostra personale, tenutasi alla Galleria Inquadrature di Firenze, risale al 1969. Seguono le esposizioni di Milano, Copenaghen, Roma, Torino, Bologna e Prato. Sempre nel capoluogo piemontese espone nel 1976 al Museo d’Arte Moderna. Nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1986 alla “XI Quadriennale” di Roma. A fine anni Ottanta espone nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze, alla galleria Il Milione di Milano e alla Galleria Bagnai di Siena. Nel 1990 dipinge il “Cencio” per il Palio di Siena. Palazzo Reale a Milano ospita le sue opere nel 1993 mentre nel 1995 espone al Museo d’Arte contemporanea “Villa Croce” di Genova. Nel 1999 il Museo degli Uffizi di Firenze acquista un autoritratto dell’artista da inserire nella collezione di autoritratti del “Corridoio Vasariano”. L’anno seguente i suoi dipinti sono ospitati a Palazzo Medici Riccardi nella stessa città medicea. Negli ultimi anni ha esposto anche ad Oporto, Alicante, Lisbona, Parigi e Madrid, mentre in Italia ha allestito personali a Firenze, Conversano e Montevarchi. Da segnalare le sue personali, nel 2004, presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e al Museo Statale d’Arte Contemporanea della Repubblica di San Marino.
ENRICO BAJ
Nato a Milano nel 1924, Enrico Baj è stato uno dei più importanti artisti italiani contemporanei, protagonista delle avanguardie degli anni Cinquanta e Sessanta, accanto a Fontana, Jorn, Manzoni, Klein. Nel 1951, anno della sua prima personale, si fa promotore insieme a Sergio Dangelo del “Movimento Nucleare” cui aderiranno molti artisti italiani e stranieri. Nel 1953 con Asger Jorn crea il “Mouvement pour un Bauhaus Imaginiste” in opposizione al Nuovo Bauhaus di Max Bill. Nel 1954 fonda la rivista “Il gesto” insieme a Dangelo e Edouard Jaguer e collabora a numerose riviste internazionali d’avanguardia. Nel 1957 pubblica il manifesto “Contro lo Stile” a favore dell’irripetibilità dell’opera d’arte contro ogni sistematica ripetitività del formalismo stilistico e nel 1959 il “Manifeste de Naples” contro l’astrattismo. In questi anni tiene le sue prime mostre personali all’estero e partecipa a quelle del movimento surrealista. Diventerà amico di Duchamp, Breton, Ernst. L’amicizia con diversi letterati e poeti lo porterà a realizzare diverse edizioni a tiratura limitata illustrate con incisioni, collages e immagini. Nel 1963 entra a far parte del Collège de Pataphysique e passa lunghi periodi a Parigi. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia. A partire dalla metà degli anni Sessanta è impegnato con una serie di retrospettive sia in Italia che all’estero. Negli anni Ottanta si occupa di teatro realizzando scenografie e le famose marionette per lo spettacolo “Ubu Roi”. Ha collaborato con importanti riviste e con “Il Corriere della sera”. È morto a Vergiate (Varese) nel 2003.
MARCO BORGIANNI
Nasce a Vico d’Elsa (FI) nel 1946. Appassionato fin da giovane al mondo dell’arte, si iscrive all’Istituto d’Arte di Siena dove si diploma come maestro d’arte in ceramica. In questo periodo entra in contatto con il pittore Emilio Montagnani e lo scultore Plinio Tammaro. A metà degli anni Sessanta esordisce con la prima mostra alla Galleria Nuova Aminta di Siena. Nel 1967 frequenta la Facoltà di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Ugo Capocchini. Nel 1970 fonda, insieme ad altri artisti, la rassegna d’arte contemporanea “Vico Arte”. Iniziano le esposizioni all’estero: a Rabat, in Marocco (1981), a Auverse sur Oise (1983), a Parigi (dal 1984 al 1988), a Reims (1986), in Svizzera (1987 e 1988), a Ginevra (dal 1988 al 1993) fino alle personali in Canada e in Giappone del 1985. Nel 1992, dopo varie mostre in tutta Italia, espone a San Francisco. Nel 1997 dipinge il drappellone per il Palio dell’Assunta di Siena. L’anno successivo espone a Madrid e in Inghilterra. Il 2000 è l’anno della sua mostra antologica nel Palazzo Pretorio di Certaldo. Nel 2001 pubblica il suo volume monografico “Viaggi nella Natura”. Tra il 1999 e il 2001 partecipa alle più importanti fiere internazionali d’arte contemporanea. Nel 2005 espone al M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca nella mostra collettiva “Il cappello e la creatività”. Il comune di Radda in Chianti gli ha commissionato un affresco per la sala del Consiglio Comunale inaugurato ad aprile del 2005 e un affresco per la cappella del Cimitero Comunale inaugurato a novembre 2005.
ANTONELLA BUSSANICH
Nata in Toscana, vive e lavora tra Parigi e l’Italia. Il suo lavoro di videoartista si concretizza principalmente in installazioni che combinano la fotografia al video attraverso l’uso di diversi materiali e di performance. I lavori più recenti sono dei “corti”, qualche volta performance, che presenta sottoforma di videoinstallazioni. La Bussanich considera i suoi video come un percorso di esplorazione sul movimento, inteso come percezione spazio-temporale. La telecamera e il computer le permette di amplificare, memorizzare e analizzare queste esperienze. Sue opere sono esposte in esposizioni collettive e personali: “Vidéoformes”, Clermont Ferrand (2002 e 2004); “Printemps de septembre”, Tolosa (2002 e 2003); “Steim”, Amsterdam (2003); “Le Cube”, Issy-les-Moulineaux (2003); Abbaye de Maubuisson (2003); “Gaïté Lyrique”, Parigi (2003); “Le Lieu Unique”, Nantes (2004); Galerie Haïdouc, Bourges (2004); Institut Français de Thessaloniki (2004); Centre de photographie de Lectoure (2004); Techne, Milano (2005).
BRUNO CECCOBELLI
Nato a Todi nel 1952, compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, città dove tiene la sua prima mostra personale alla galleria Spazio Alternativo. Nel 1977 espone per due volte nella capitale nello spazio “La Stanza”, un locale autogestito da alcuni artisti. Dopo una collettiva in Austria, nel 1980 partecipa alla Biennale des Jeunes di Parigi e successivamente lo troviamo a Roma, Parigi e New York. Nel 1984 e nel 1986 è presente alla Biennale di Venezia. Dal 1988 al 1989 espone a New York, Roma, Madrid, Venezia, Parigi, Londra e Barcellona. Negli anni Novanta si affaccia sul mercato tedesco: espone a Francoforte, Vienna, Basilea e Colonia. Nel 1993 gli vengono allestite delle personali al Museum Centre Saydie Bronfman di Montreal e alla Galleria d’arte Moderna di Rimini. Dopo aver presentato le sue opere all’Istituto di Cultura Italiana a Malta e alla Galleria BMB di Amsterdam, nel 1995 tiene una personale a New York e nel 1996 è inserito nella Quadriennale di Roma. Dal 1998 è rappresentato in Canada da due gallerie di Montreal e Toronto. Nel 1999 la Galleria Guastalla Arte moderna e contemporanea di Livorno accoglie una sua personale mentre nel 2000 è ospitato dal Museo d’Arte Contemporanea di Riccione. Nel 2001 torna in Germania, a Colonia, e in seguito lo troviamo in Austria, a Villach. Celebra i suoi venti anni di carriera artistica in Olanda nel 2002. È del 2003 la personale al Museo Archeologico di Villa Adriana a Tivoli e del 2004 l’antologica al Museo Civico di Lubiana, in Slovenia.
SALVATORE CIPOLLA
Nato a Mirabella Imbaccari, in Sicilia, è scultore, ceramista ed insegnante. Nel 1947 si iscrive all’Istituto d’Arte di Caltagirone, ma dopo due anni si trasferisce a Firenze dove studia prima all’Istituto d’Arte di Porta Romana e poi all’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Pericle Fazzini. Ha esposto in importanti sedi museali in Argentina, al Museo Nazionale della Ceramica della Repubblica Cinese di Taiwan, al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, al Museo della Ceramica di Monaco di Baviera e quello di Berlino. In Italia ha esposto in molte città tra le quali: Milano, Mantova, Merano, Firenze, La Spezia, Taranto e Reggio Calabria. Ha ottenuto grandi consensi e successi anche all’estero, nelle città di Basilea, Sindelfinger (Stoccarda), Aubervillier (Parigi), Monaco, Amburgo, Budapest e Anversa. Molte le opere di tema sacro commissionate da alcune chiese toscane e quelle realizzate come arredi urbani a Pontedera, Montespertoli, Prato e nel suo paese natale, Mirabella Imbaccari. Cipolla è stato direttore artistico della Biennale di Ceramica di Cerreto Sannita. Nel 2003 è uscita la sua monografia a cura del critico Maurizio Vanni. Nel 2004 è stata allestita la personale “Salvatore Cipolla. Giuditte, Cavalli e Cavalieri”, all’interno del complesso museale di Santa Maria della Scala a Siena e a Villa Demidoff a Pratolino (FI). Nel 2005 ha esposto alla mostra collettiva “Il cappello e la creatività”, allestita al M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca e ha inaugurato una nuova piazza a Castelfiorentino.
ELIO DE LUCA
Nato nel 1950 a Pietrapaola, in Calabria, si trasferisce ancora giovanissimo a Prato dove attualmente vive e lavora. Nel 1969 si diploma alla Scuola d’Arte “Leonardo da Vinci” e nel 1971 allestisce la sua prima mostra personale alla Galleria Muzzi di Prato. Negli anni Novanta si moltiplicano le sue esposizioni: di questo periodo sono le collaborazioni con la Galleria Tornabuoni e la “CS1” di Firenze, “Il Tetto” di Roma, “L’immagine” di Firenze, “La Telaccia” di Torino e la Galleria Paoli di Prato. Continua in questo periodo la sua presenza all’Arte Fiera di Bologna, all’Expo Arte Bari, ad Arte Padova e ad Arte Parma. De Luca espone inoltre a Prato, Roma, Firenze, Massa, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Pistoia, Lecce, Verbania, Brescia, Milano, Taranto, Bari, Roma, Siena, Crotone e Haseldorf in Germania. Nel 2002 realizza l’VIII Palio della Costa Etrusca e pubblica la monografia “Fermate il Tempo”, curata dal critico Maurizio Vanni, presentata a Taranto, Pietrasanta, San Vincenzo e Monte San Savino. Del 2003 sono le mostre al Palagio di Parte Guelfa a Firenze, al Ridotto del Teatro del Popolo di Castelfiorentino, a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana. Nel marzo 2005 realizza la personale “Mater Terrae” per la città di Matera e partecipa alla mostra collettiva “Il cappello e la creatività”, allestita al M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca. Sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche e private in Germania, Francia, Olanda, Belgio, Australia e Stati Uniti (collezione Paul Kozel di Miami, Jeff Resnick di New York e Michael H. Wojtanosky in Ohio).
FRANCO FONTANA
Nato a Modena nel 1933, comincia a fotografare nel 1961. La sua prima personale è del 1968, anno di svolta della sua ricerca artistica che lo porterà a esporre in tutto il mondo. Al suo attivo ci sono più di 400 mostre, tra collettive e personali, e la presenza in oltre 400 collezioni di musei internazionali tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, la National Gallery di Pechino, il Metropolitan Museum di Tokyo, il Musée d’Art Moderne di Parigi, il Victoria & Albert Museum di Londra. Fontana ha firmato moltissime campagne pubblicitarie di note aziende come Fiat, Volkswagen, Sony, Volvo, Versace, Kodak, Canon e continua a collaborare con importanti riviste e testate giornalistiche sia italiane che straniere tra cui Venerdì di Repubblica, Sette del Corriere della Sera, Panorama, Vogue-Usa, Vogue-France, Time-Life, Frankfurter Allgemeine. Ha tenuto diverse conferenze e workshop ed ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi a Stoccarda, Modena, Roma, Gorizia, Venezia, Tokyo, Sorrento, Cordoba e Pisa. Gli sono stati dedicati oltre 40 libri, pubblicati da editori italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani e giapponesi. Attualmente è responsabile della direzione artistica dell’International Photomeeting di San Marino, del Toscana Fotofestival e degli Incontri Internazionali di Fotografia in Sicilia.
MARINA GAVAZZI
Nata a Milano nel 1962, attualmente vive tra il capoluogo lombardo ed Antibes, in Francia. Comincia ad esporre nel 1996 con una mostra personale alla Galerie Médiart di Parigi. Nel 1998 espone alla Galleria Arte 92 di Milano, alla Galerie Pascal Retelet a Saint Paul de Vence e partecipa alla Biennale di Pittura di Bordighera. Del 1999 sono la personale al Centre Culturel de Quaregnon, in Belgio, e la sua partecipazione ad alcune fiere internazionali e nazionali come l’Art Jonction a Nizza, il Miart di Milano e il Lineart di Gent, in Belgio; da ricordare inoltre la sua presenza alla mostra collettiva “White out” alla Gallery Fine di Londra. Il 2000 la vede impegnata con una mostra alla Galerie Van der Straeten di Amsterdam e con diverse fiere d’arte: partecipa all’Art Miami, all’Arte Fiera di Bologna e all’Art Jonction di Nizza. Nel 2001 presenta le proprie creazioni alla Galerie Pascal Polar, all’Art Bruxelles e alla Galerie Pascal Retelet a Saint Paul de Vence. L’anno seguente espone a Milano, Lille ed a Roma. Nel 2003 partecipa al Contemporarte e alla collettiva “Noi-Voi” presso il Palazzo della Triennale, a Milano, mostra questa ultima proposta anche a Palazzo Terragni di Meda. Del 2004 sono le personali a Kew, Merano e Verona. Nello stesso anno partecipa al “Festival Fotografo” di Savignano sul Rubicone (FO). Nel 2005 espone al Miami Art Centre, al Palm Beach3 Photography e alla Galleria Modenarte.
GIULIANO GHELLI
Nasce a Firenze nel 1944. La sua prima personale viene allestita nel 1961 alla Galleria Numero di Milano. Nel 1973 vince una borsa di studio del Comune di Firenze e viene segnalato da Tommaso Paloscia come uno dei migliori cinquanta artisti italiani. Nel 1974 pubblica un volume di disegni con testi di Lara Vinca Masini ed espone a Parigi, presso l’Università di Lettere, e poi a New York. Seguono altre mostre all’estero: Los Angeles, Francoforte, Sidney, Brema, Siviglia, Bruxelles, Barcellona, ecc. In Italia è presente alla X Quadriennale di Roma e alla X Biennale di Mentone. Arriva presto a superare le cento mostre personali. Nel 1992 ottiene una sede prestigiosa come la Sala del Tesoro del Castello Sforzesco a Milano. Nel 1995 la Mercedes Benz gli commissiona venti dipinti di grandi dimensioni per la nuova sede di Roma. Nel 2000 vince il concorso per la realizzazione di un murale su Pinocchio a Collodi. Il Museo Pecci di Prato ospita, nel marzo 2001, una sua personale riallestita in aprile alla Galleria d’Arte Moderna ad Arezzo. Nell’inverno dello stesso anno Palazzo Panciatichi a Firenze espone le sue opere. A partire dal 2002 i suoi busti dipinti vengono scelti come “Premio Milano per la Moda”. Nello stesso anno viene selezioanto come unico artista italiano per il calendario 2003 della Toyota, pubblicato in 1.100.000 esemplari. Tra il 2004 e il 2005 espone a Miami, Portsmouth, Furnes (Belgio), Francoforte, Palermo, Cosenza, a Villa Demidoff a Firenze, a Mosca al M’ARS Contemporary Art Museum, alla Chiesa di San Francesco a Castelfiorentino. Nel dicembre 2005 dona una sua opera alla Pinacoteca Regionale di Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana.
RENATO MAMBOR
Nato a Roma nel 1936, Mambor è stato un protagonista negli anni Sessanta della “Scuola di Piazza del Popolo”, risposta italiana alla Pop Art americana a cui aderirono artisti quali Schifano, Pascali, Angeli, Festa, Lo Savio. Sagome e segnali stradali, ricalchi fotografici, timbri con omini, tele eseguite con rulli da tappezzeria, costituirono la sua cifra di riduzione stilizzata delle icone della cultura massmediale. Il suo interesse per il teatro lo porta a fondare, nel 1975, il gruppo Trousse per perseguire “un teatro fortemente visivo, ma attento alle dinamiche psicodrammatiche”. È negli anni Novanta che torna alla pittura sviluppando ricerche sul tema della percezione. Propone ampie narrazioni grafiche (Istituto nazionale per la Grafica, Roma 1998, Galleria Civica di Modena 1999), ma realizza anche installazioni spettacolari, come i sei autobus svuotati, abitati ciascuno da un artista, per la mostra di Roma “Fermata d’autobus” nel 1996. Nella performance “Fasce di pensiero” (1998) ribadisce il senso generale del suo lavoro: “ritrovare dentro l’occhio lo sguardo che arriva alla coscienza”.
CONCETTO POZZATI
Nasce nel 1935 a Vò di Padova. Nel 1949 si trasferisce a Bologna dove frequenta l’Istituto d’Arte. Nel 1955 è a Parigi per perfezionarsi in grafica pubblicitaria nell’atelier di Sepo, con il quale nel 1960 fonda a Bologna una Scuola d’Arte Pubblicitaria. Diventato assistente all’Istituto d’Arte della sua città, dal 1956 al 1967 insegna grafica pubblicitaria e si dedica alla realizzazione di scenografie per alcuni teatri stabili. Dal 1967 è insegnante all’Accademia di Belle Arti di Urbino, di cui è rettore fino al 1973. Insegna anche all’Accademia di Firenze e, attualmente, è titolare di una cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1955 partecipa alle più importanti manifestazioni d’arte nazionali e internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti. Dal 1960 scrive anche su numerose riviste specializzate, interessandosi ai problemi di critica e teoria dell’arte. Ha tenuto personali in tutta Italia e all’estero: Germania, Francia, Slovenia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Giappone, Brasile. Tra le mostre antologiche più significative si segnalano le Biennali di Venezia del ’64, ’72 e ’82, quelle alla Pinacoteca e all’Università di Parma (1968), a Palazzo Grassi a Venezia (1974), al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1976), alla Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti di Verona (1986), a San Paolo del Brasile (1987), all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi (1989), alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna (1991), alla Galrija Tivoli di Lubiana, a Palazzo Massari a Ferrara e alla Pinacoteca dei Concordi a Rovigo (1997).
ALFREDO RAPETTI
Nato a Milano nel 1961, inizia a dipingere giovanissimo sotto la spinta del nonno materno, Alfredo de Pedrini, presidente dell’Associazione Arti Grafiche. È proprio grazie a lui che Rapetti conosce e frequenta molti pittori milanesi degli anni Sessanta e Settanta. A sedici anni segue per due anni i corsi della Scuola del Fumetto di Milano, portando avanti nel frattempo la sua collaborazione con fanzine, giornali liceali e universitari. Tra gli anni Settanta e Ottanta dipinge in modo discontinuo, mutando tecniche e stile. Dal 1996 al 2000 condivide lo studio con Alessandro Algardi e Mario Arlati. Nel 1998 inizia a collaborare con il fotografo Fabrizio Ferri ad una serie di progetti multimediali e dal 1999 comincia ad esporre in varie collettive e personali sia in Italia (Milano, Roma, Modena, Avigliano Umbro, Modica, Firenze) che all’estero (Parigi, Berlino, Monaco). Tra le mostre più importanti sono da segnalare gli eventi espositivi personali alla Galleria Cà d’Oro di Roma e alla KPMG di Berlino nel 2003, alla Maretti Arte Monaco a Monaco, alla Fondazione Ideazione di Roma, allo Spazio 30 di Milano, a Villa Olmo a Como nel 2004 e all’Istituto Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia a Palermo nel 2005. Per il 2006 sono previste sue mostre a Los Angeles, Nizza, Riga, Roma, Salerno, Matera e Brescia.
EUGENIO RIOTTO
Figlio di agricoltori, nasce a Petralia Soprana (Palermo) nel 1951. Ancora bambino si trasferisce con la famiglia a Roma e successivamente a Hyères, in Costa Azzurra (Francia), dove scopre la propria vocazione artistica. Nel 1966 torna in Italia e si stabilisce a Viareggio. Il padre gli rifiuta il permesso di iscriversi ad una scuola d’arte, ma poco dopo fa un felice incontro con Carlo Oreste Strocco, allievo di Giacomo Grosso ed ex docente presso l’Accademia Albertina di Torino. Di giorno Riotto lavora nei campi, la sera è “a bottega” dall’anziano professore che gli insegna, oltre alla storia dell’arte, il disegno dal vero e la pittura ad olio. Dopo il matrimonio si trasferisce in Liguria, dove partecipa a esposizioni collettive, quindi torna in Toscana e si stabilisce a Pietrasanta (Lucca). È qui che, fra il 1993 e il 2002, si accosta alla scultura. Dopo la separazione dalla moglie, fondamentale è l’incontro con Lia Sacchetti Grazzini, nota imprenditrice milanese, sua nuova compagna e mecenate. Dal 2004 continuano le sue personali in Italia (Firenze, Pontremoli, Camaiore, Pisa, Pietrasanta, Reggio Emilia, Forlì, Bologna, Brescia, Roma) e all’estero (Cracovia, New York, Castroverde in Portogallo, Cannes).
JOE TILSON
Nato a Londra nel 1928, vive e lavora tra la capitale britannica e Cortona. Dal 1949 al 1959 ha studiato alla St. Martin’s School of Art. A partire dagli anni Cinquanta ha partecipato alle esposizioni “Young Contemporaries” presso le Gallerie RBA. Tra il 1951 e il 1959 ha studiato al Royal College of Art di Londra. Dopo aver vinto una borsa di studio nel 1955 per andare a Roma, ha viaggiato in Italia e Spagna fino al 1957. Dal 1958 al 1963 è stato insegnante alla St. Martin’s School of Art di Londra. Nel 1960 viene premiato dalla Fondazione Gulbenkian. Nel 1961 è stato il rappresentante inglese della Biennale di Parigi. Nel 1962 ha allestito la sua prima mostra personale alla Galleria Marlborough di Londra. È stato relatore alla Slade School di Londra e al King’s College dell’Università di Durham, Newcastle upon Tyne, tra il 1962 e il 1963. Negli anni Sessanta aderisce al movimento Pop ma, dopo pochi anni, se ne distacca. Nel 1965 ha vinto il primo premio alla International Exhibition of Graphic Art di Lubiana. Nel 1966 ha tenuto delle lezioni alla School of Visual Arts di New York ed è stato invitato come relatore alla Hochschule für Bildende Künste di Amburgo per il biennio 1971-72. Ha pubblicato come scrittore il libro “Alchimie dei simboli 2001” per le edizioni Skira. Tra le tappe più significative della sua attività artistica ricordiamo: la Biennale di Parigi nel 1961, la personale alla Marlborough Gallery di Londra nel 1962, le retrospettive di Rotterdam (1973) e Parma (1975), la partecipazione alla XXXII Biennale di Venezia nel 1984, la mostra alla Arnolfini Gallery di Bristol sempre nel 1984. Nel 2002, la Royal Academy of Arts gli ha dedicato una grande retrospettiva intitolata “Joe Tilson: Pop to Present”.
LOLITA TIMOFEEVA
Nasce a Riga (Lettonia) nel 1964. Dopo il diploma conseguito all’Istituto tecnico della sua città seguendo l’indirizzo di moda, si laurea in Arti Applicate all’Università Kossighin di Mosca. Nel 1991 si trasferisce in Italia e dopo due anni comincia ad esporre sia in gallerie private che in spazi pubblici a Ferrara, Ravenna, Bologna, Milano, Venezia, Barcellona, Riga, Ginevra, Verona, Travisi, Palma di Maiorca, Arnhem, Firenze, Bruxelles, Faenza, Modena, Prato, Lecce, Madrid, Sulmona, Goteborg, ecc. Nel 1997 espone alla XLVII Biennale di Venezia in rappresentanza del suo paese d’origine. Tra le esposizioni degli ultimi anni ci sono quelle tenute al Parlamento Europeo di Bruxelles, al Palagio di Parte Guelfa di Firenze, alla Galleria L’ Ariete di Bologna e alla Biblioteca Nazionale Russa di Letteratura estera di Mosca. Nel 2004 ha preso parte all’evento espositivo “Identità e Diversità. Il Cappello e la Creatività”, tenutosi a Palazzo Medici Riccardi di Firenze e allestito poi, l’anno successivo, al M’ARS Conteporary Art Museum di Mosca. Nel 2005 ha presentato le sue opere a San Pietroburgo con una personale alla Fortezza di San Pietro e Paolo. Alcuni suoi lavori sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private: Museo Alternativo Remo Brindisi (Lido di Spina, Ferrara), Forum Artis Museum (Montese, Modena), Young Museum (Revere, Mantova), Cà La Ghironda (Zola Predosa, Bologna), Collezione Thyssen-Bornemisza (Madrid), Museo Casal Solleric (Palma di Maiorca) e Museo Internazionale di Ceramica (Faenza).
MAURO VACCAI
Nasce a Piteccio (PT), nel 1954, dove vive e lavora attualmente. Prende il diploma di geometra e si iscrive alla Facoltà di Agraria a Firenze senza però arrivare alla laurea. A distogliere la sua attenzione dagli studi è l’amore per l’arte. Scultore, pittore e disegnatore si dedica a rappresentazioni religiose ma anche a soggetti profani. Nell’ambito della scultura si confronta con diversi materiali: marmo, pietra arenaria, cotto e ferro. Tra il 1992 e il 1993 realizza una delle opere più importanti della sua carriera: affresca l’abside della Pieve di Santa Maria Assunta di Piteccio.
In questa sede dipinge “Le nozze di Cana” e “La pesca Miracolosa”. Sempre per Piteccio, crea per la piazza Vittorio Veneto una grande scultura con i “Sette peccati capitali” rappresentati con sette figure in tondino di ferro attorno ad una grande sfera dello stesso materiale. Nel 2001 presenta, nell’ambito della rassegna “Scudi d’Argento”, l’opera in pietra “S. Martino” a Palazzo Vecchio a Firenze. Nel 2003 realizza sempre per la stessa pieve di Piteccio una serie di altorilievi in marmo bianco di Carrara raffiguranti le quattordici stazioni della Via Crucis. Nel 2004 espone nella “Sala Giolly Meeting Point” a Camposanto (MO). L’anno seguente ha iniziato a collaborare con la “Galleria MOdenArte” nella città emiliana. Nell’estate del 2005 ha donato un opera in occasione di un asta benefica organizzata dal Lions Club Michelangelo di Firenze, presso Villa Viviani, a Settignano (FI).
27/04/2006 10.13
Provincia di Firenze