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Redazione di Met
TEMPO DI LUTTO PER L’ISSP
Cominciata oggi la “zingarata”: alle ore 11 i teloni neri hanno simbolicamente coperto la sede, mentre due “fantasmi” hanno distribuito ai passanti volantini informativi. Al tempo stesso, è stata bloccata l’home page del sito internet
Puntuali alle ore 11 di questa mattina, dalle finestre dell’Istituto di studi storici postali onlus sono calati i teli neri per mettere lo storico edificio di via Ser Lapo Mazzei, quello che fu la casa del mercante trecentesco Francesco di Marco Datini, a... lutto. Al tempo stesso, l’home page del sito (www.issp.po.it) è stata oscurata e due “fantasmi” hanno distribuito volantini informativi nel centro storico ai passanti.
L’edificio ed il sito internet resteranno oscurati per una settimana. “È la nostra «zingarata»”, spiega il direttore dell’Issp Andrea Giuntini. “Come abbiamo spiegato ieri in conferenza stampa, purtroppo siamo ad un bivio: i continui tagli alle risorse per le attività ordinarie e le sempre più complesse procedure amministrative ci ingessano e, se va avanti così, presto raggiungeremo il livello di guardia. E questo davanti ad una progettualità di alto livello, come dimostrano i risultati raggiunti e che all’estero ci invidiano. I contributi riconosciutici per iniziative particolari, e penso ad esempio al riordino dei fondi postali conservati all’Archivio centrale dello stato di Roma sostenuto dall’Anas, o al progetto di valorizzazione web della Toscana di un tempo eseguito con il Cesvot, ci fanno onore, ci spronano a dare di più ma, al tempo stesso, non possono essere utilizzati per le spese fisse, come l’affitto o le utenze. L’anno scorso, contro un fabbisogno per queste ultime voci di 63mila euro, ne sono arrivati 21mila”.
E poi, si arriva al paradosso. “In base allo statuto, se l’Istituto dovesse chiudere, sarà obbligato a cedere il patrimonio librario (oltre 28 mila tra volumi ed articoli, 1.179 testate specialistiche...) al sistema bibliotecario provinciale, e i costi per la conservazione in carico a quest’ultimo di certo saranno maggiori di quelli attuali. Non conviene, dunque, trovare una formula che possa accogliere le nostre esigenze?”.
Intanto, Prato parla; si rende conto che potrebbe perdere una realtà priva di confronti in Italia. E che in Europa si interfaccia con strutture come il Comité pour l’histoire de la poste, la Conference of european communication museums, l’International philatelic libraries association.

15/06/2010 16.29
Redazione di Met


 
 


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