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Comune di Firenze
CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZE, NUOVO ORARIO DELLE SEDUTE, CAMBIA L’ITER PER MOZIONI E INTERROGAZIONI, GETTONE DI PRESENZA SOLO A CHI PARTECIPA PER METÀ RIUNIONE
Ecco la proposta formulata da Spini su mandato dei capigruppo di Palazzo Vecchio: “Potenziare, razionalizzare, risparmiare”
Salone dei Dugento, sede del Consiglio comunale di Firenze
Potenziare, razionalizzare, risparmiare. Sono le parole d’ordine che hanno fatto da linee guida per la proposta predisposta dal capogruppo Valdo Spini (su mandato dei capigruppo) di un migliore funzionamento del consiglio comunale. Le ‘nuove regole’ che potrebbero già diventare operative entro la fine di maggio, volontà politica permettendo, sono state illustrate stamani da Spini insieme al vice capogruppo del Pd Angelo Bassi, al capogruppo Giovanni Galli, al consigliere Tommaso Grassi e il consigliere Marco Semplici (PdL). I punti da rivedere, secondo quanto spiegato da Valdo Spini, riguardano l’orario di inizio delle sedute, l’ ordine dei lavori (dalle 12 alle 14 si discutono le mozioni non collegate alle delibere all’ordine del giorno). Alle 15 si comincia con il question time di 45 minuti. Seguono le interrogazioni e interpellanze a ‘iter normale ed eventualmente le mozioni residue. La proposta prevede anche la valorizzazione delle delibere e la rinuncia al gettone nel caso di partecipazione ai lavori del consiglio e delle commissioni per meno di metà del tempo di svolgimento. “Questa rinuncia – ha detto Spini- dovrà trovare codificazione in una modifica regolamentare, ed avrà positivi effetti sia sul regolare funzionamento delle commissioni che del costo delle istituzioni”. E a proposito dei costi Spini ha ricordato che nel 2011 le riunioni del consiglio comunale sono costate 167mial euro e quelle delle commissioni 567.911. “In questo momento difficile per la democrazia italiana – ha spiegato Spini- ognuno deve cercare di fare quello che può per il corretto funzionamento delle istituzioni e per il loro prestigio. Di qui alcune modeste ma concrete proposte rivolte ai gruppi consiliari per il corretto funzionamento del Consiglio Comunale. Si propone ai gruppi consiliari che Firenze, prima città d’Italia, adotti misure di autoregolamentazione che aumentino la partecipazione e valgano a diminuire le spese. La proposta è di sancire che fatti salvi i diritti di voto e di intervento, il Consiglio Comunale potrebbe deliberare che i gettoni vengano corrisposti solo se si partecipa ad almeno metà delle sedute sia del Consiglio Comunale che delle commissioni”. Queste proposte, per diventare effettive, devono essere discusse ed eventualmente modificate dai gruppi consiliari (la commissione affari istituzionali ha già fatto un primo vaglio). Potrebbero prendere la forma di emendamenti formali al regolamento o di momenti di prassi consiliare da assumere concordemente tra Presidenza e riunione dei capigruppo ed iniziare a avere immediatamente effetto. D’accordo sulle linee generali i capigruppo presenti. Bassi ha rilevato l’importanza di “fare modifiche che rendano il consiglio sempre più efficace” sottolineando l’importanza del “lavoro delle commissioni consiliari, luogo in cui il lavoro dei consiglieri diventa più incisivo e accurato”. Per Galli “è importante la razionalizzazione dei tempi, auspicando – dice il capogruppo “che si perda il valore ideologico di alcuni temi là dove deve invece prevalere l’interesse della città. E’ importante – aggiunge Galli- recuperare il valore politico ed effettivo degli argomenti”. “Queste proposte – spiega Spini - non sminuiscono certo l’importanza della revisione organica dello Statuto e del regolamento comunale. Non impediscono poi, anzi, possono permetterne, una più ampia riforma che potrebbe essere programmata per il settembre investendo date e giorni di riunione del consiglio comunale”.
Nel dettaglio i punti critici dell’attuale funzionamento del consiglio comunale sono :

-la puntualità dell’inizio dei lavori ed il rispetto dei tempi consentiti dal regolamento. Questo si ripercuote a catena sull’intero andamento dei lavori della intera giornata non rendendoli efficaci e partecipativi quanto sarebbe necessario;
- una certa fatica nello svolgimento delle “domande di attualità” e nell’inerente rapporto tra consiglio e giunta . Ambedue devono collaborare al meglio alla buona riuscita di questa significativa ed utile istituzione che rende oggettivamente più interessanti i lavori del consiglio comunale per le cittadine ed i cittadini che vi assistono;
-la mancata conoscenza di fatto da parte delle cittadini e dei cittadini degli argomenti che verranno realmente trattati nelle sedute aldilà della burocratica enunciazione dello stampato dell’ordine del giorno del consiglio comunale;
- l’iter delle mozioni, che troppo spesso vengono in consiglio essendo scaduti senza esito i termini del loro esame da parte delle commissioni e quindi in oggettivo ritardo nei loro testi rispetto ai fatti che le hanno determinate. In questo modo l’ordine del giorno del consiglio non si presenta certo nei migliori termini per chi lo vada a leggere;
- il ruolo e la collocazione delle delibere nello svolgimento del consiglio comunale stesso, spesso non sufficientemente valorizzato;
- i costi del funzionamento del consiglio e delle commissioni che nell’attuale situazione di austerità e di risanamento della finanza pubblica devono trovare anch’essi una loro razionalizzazione e il massimo possibile contenimento.
Da qui la proposta messa a punto da Spini procede ad esame comparato della attuale situazione di fatto e di quella di diritto:
- Inizio della seduta del consiglio con l’utilizzazione completa (e qualche volta anche aldilà) dei 30 minuti di ritardo sull’orario fissato consentiti dal regolamento. Si osserva che questo da luogo ad una considerazione non positiva in ordine alla serietà dei lavori nonché allo spreco dei tempi di lavoro dei funzionarie degli impiegati comunali che attendono l’arrivo dei consiglieri nel numero legale necessario;
- Comunicazioni e domande di attualità eccedono sistematicamente e sostanzialmente i termini loro assegnati dal regolamento e così pure i tempi di intervento;
- Seguono a queste le normali interrogazioni e interpellanze. Com’è noto, anch’esse sono spesso invecchiate perché vengono messe all’ordine del giorno in caso di una mancata risposta scritta della giunta che dovrebbe avvenire nei termini di trenta giorni.
- Deliberazioni. Dovrebbero avere tutto il rilievo che meritano valorizzandole come momento decisionale vero e proprio nella vita del Consiglio. Di fatto , per dare loro spazio, si procede spesso al mutamento dell’ordine del giorno;
- Mozioni. Portate in aula quasi sempre a tempi di esame delle commissioni scaduti e quindi invecchiate (con troppo scarso uso e rispetto dell’istituto dell’approvazione senza discussione in caso di unanimità delle commissioni).
Ne risulta un andamento del consiglio troppo frammentario, che va a conclusione nella serata con un evidente decalage di interesse e di partecipazione, sia interna, dei consiglieri, che esterna del pubblico che sarebbe invece augurabile vi fosse interessato al di là delle presenze di gruppo impegnati in manifestazioni di protesta o di sensibilizzazione su questo o quell’argomento.

Ed ecco le sette proposte immediate:
-il consiglio comunale continua a riunirsi il lunedì ma cambia il suo orario. Dalle ore 12 alle 14 vengono messe all’odg le Mozioni purché di argomento non collegato alle delibere all’odg-Il consiglio comunale effettua una breve sospensione e procede alle 15 al question time seguito subito dopo dalle deliberazioni, (in modo da impedire che il consiglio si svolga per varie ore su interrogazioni che possono anche riguardare situazioni settoriali o particolari).
-Seguono le interrogazioni e interpellanze a “iter normale”e successivamente le mozioni eventualmente residue.
-Le interrogazioni e interpellanze a iter “normale” vengono messe all’odg del consiglio dopo 15 giorni dalla data della loro presentazione alla giunta (rispetto ai trenta attuali)
-le mozioni possono avere due possibili iter a scelta dei presentatori: o in commissione o direttamente in aula onde evitarne il loro sistematico invecchiamento. Nel primo caso, di quelle approvate in commissione , il Presidente del Consiglio ne dà comunicazione all’aula.
-Si rinuncia – prima città in Italia – al gettone, nel caso di partecipazione ai lavori del Consiglio e delle Commissioni per meno di metà del tempo di svolgimento. Lo stesso vale per le riunioni di commissione nel caso di due riunioni che si svolgono lo stesso giorno e nel caso di partecipazione a Convegni non organizzati dall’A.C. Tale rinuncia dovrà trovare codificazione in una modifica regolamentare, ed avrà positivi effetti sia sul regolare funzionamento delle Commissioni che del costo delle Istituzioni. Naturalmente i consiglieri comunali mantengono i normali diritti di voto e di parola.

-Razionalizzazione del calendario delle commissioni in modo da permettere loro di riunirsi per tutto il tempo necessario ed evitare duplicazioni di riunioni che vengono a gravare sul bilancio dei nostri organi istituzionali.

17/04/2012 14.13
Comune di Firenze


 
 


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