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Redazione di Met
SPENDING REVIEW: LE PROVINCE SFRATTANO LE PREFETTURE
Saitta ha proposto una sorta di scambio: la Provincia di Torino rinuncerà a quegli edifici e ne otterrà altri del demanio dello Stesso valore
(di Valentina Roncati) (ANSA) Dal dicembre 2012, prefetture, questure, uffici decentrati dello stato e provveditorati alle opere pubbliche potrebbero trovarsi senza sedi dove lavorare. La spending review prevede infatti, che gli enti locali "concedano alle amministrazioni dello Stato l'uso gratuito di immobili di loro proprietà". Il decreto prevede anche gli uffici dello Stato che sono in affitto presso i privati beneficeranno, d'ufficio, di una decurtazione del canone pari al 15%. Gli enti locali, è detto all'articolo 3 del decreto, possono, entro il 31 dicembre 2012, recedere dai contratti in essere e questo stanno pensando di fare molte amministrazioni provinciali: soffocate dai tagli, non vedranno più arrivare i canoni di affitto sui quali contavano, e la soluzione più semplice non rimane per loro quella dello sfratto e poi della vendita degli immobili tramite gare. A Bergamo, per esempio, il presidente della Provincia, il leghista Ettore Pirovano ha annunciato di aver invitato la prefettura a trovare una sede alternativa ai 2.600 metri quadrati attualmente occupati nel palazzo di via Tasso, nel cuore di Bergamo, che da anni ospita entrambi gli enti e che è però di proprietà della Provincia. "In realtà non è uno sfratto - spiega Pirovano - ma una rescissione anticipata del contratto, nel pieno rispetto del decreto sulla spending review. Il decreto dice che gli enti locali possono recedere dal contratto entro il 31 dicembre 2012, anche in deroga ai termini di avviso prestabiliti. Seguiremo questa strada. Credo che quattro mesi di preavviso siano sufficienti". Sulla stessa strada il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, il quale ha intimato lo "sfratto" alla prefettura. E si accinge ad intimarlo anche alle altre istituzioni pubbliche che hanno sede in immobili di proprietà dell'amministrazione provinciale. "Tutti i nostri palazzi storici - spiega Meroi - saranno inseriti immediatamente nel piano delle alienazioni immobiliari, che presto il consiglio provinciale approverà e successivamente verranno messi in vendita". "Non ho alcuna intenzione di lasciare a Monti e ai suoi banchieri - conclude Meroi - edifici storici che fanno parte del patrimonio della Tuscia". Con questo articolo inserito nella spending review che riguarda gli immobili di proprietà delle amministrazioni locali che ospitano uffici dello Stato, è stato calcolato che il governo conta di risparmiare 130 milioni l'anno di canoni ma la insofferenza degli enti locali rispetto ai tagli attuati in questi anni è talmente forte che molte amministrazioni stanno seriamente valutando di rescindere i contratti e di vendere per sempre il patrimonio. "La Provincia di Torino finora incamerava 2 milioni di euro l'anno per l'affitto di una caserma, dei locali dove si trova la questura e degli uffici della Prefettura - spiega il presidente della Provincia, Antonio Saitta - da fine anno questi soldi non entreranno più. Non solo: bisogna pagare l'iva e mantenere gli edifici. Già prima non ci guadagnavamo ma il senso dello Stato ci imponeva una reciprocità nei rapporti. Ora la rivolta è generale, per molti amministratori 'se e' guerra, che guerra sià. Quello attuato dal governo è in ogni caso un atto di sfiducia nei nostri confronti". Per evitare lo sfratto di uffici così importanti, Saitta ha proposto una sorta di scambio: la Provincia riunicerà a quegli edifici e ne otterrà altri del demanio dello Stesso valore (50 milioni di euro) che cercherà di vendere per compensare così i minori introiti tagliati dalle finanziarie. Vedremo come andrà a finire. (ANSA).

25/07/2012 18.25
Redazione di Met


 
 


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