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Regione Toscana
IL TERZO SETTORE: “LAVORIAMO TUTTI INSIEME PER COMBATTERE LA CRISI”
Dalla Conferenza annuale sullo stato delle autonomie sociali in Toscana esce una parola d’ordine: massima cooperazione tra associazioni e istituzioni per riuscire a rispondere ai bisogni dei cittadini nonostante i tagli drastici alle risorse. Il presidente del Consiglio Alberto Monaci:“Voi siete essenziali e dovete controllarci”
Lavorare insieme, in una rete di partner di pari dignità, per rispondere al meglio alla situazione di crisi che stiamo attraversando, che rischia di mettere a rischio l’erogazione dei servizi e la stessa coesione sociale in Toscana. E’ questo il messaggio che esce dalla Conferenza annuale sullo stato delle autonomie sociali in Toscana, organizzata dalla Copas (Conferenza permanente delle autonomie sociali), che si è tenuta questa mattina in palazzo Bastogi.

Come ha spiegato la presidente della Copas Eleonora Vanni, la conferenza è l’occasione per continuare il percorso di riflessione su tematiche di particolare rilevanza, dal welfare alla partecipazione, dal federalismo alla finanza locale, che la Copas ha affrontato nel 2011 con una serie di iniziative sul territorio toscano. “In un anno la situazione è molto cambiata e la crisi si è acuita – ha detto Vanni – e noi dobbiamo capire come affrontare la situazione, offrendo come è nostro compito spunti e contributi all’amministrazione. La nostra proposta è quella di lavorare insieme e di allontanarsi il più possibile da una mentalità di tipo ragionieristico nel mero tentativo di aggiustare i conti. Dobbiamo mettere insieme, con la massima cooperazione, capacità, opportunità e risorse, non svuotando i luoghi della partecipazione. Il rischio è infatti che davanti alla carenza di risorse non solo le famiglie e le associazioni, ma anche le stesse istituzioni guardino solo al proprio ambito con ricadute gravi sulla coesione sociale”.

Sul ruolo fondamentale della Copas si è soffermato il presidente del Consiglio Alberto Monaci, il quale ha portato i saluti alla Conferenza. “Voi siete essenziali – ha detto Monaci – e avete il dovere di controllare quello che noi facciamo. Dovete imporre una visione complessiva degli strumenti che servono per il sociale e controllare che vengano attuati”. “La Toscana era una regione ricca e, se penso ad esempio alle Fondazioni, – ha proseguito il presidente del Consiglio – abbiamo il dovere di dirci che abbiamo sperperato grandi patrimoni. Ora siamo a un passaggio molto stretto, assistiamo a situazioni in cui le istituzioni si mettono in difficoltà da sole. Qui noi abbiamo operato una scelta: la sobrietà. Qui non ci sono sprechi insulsi e saremo coerenti fino in fondo”.

Il vicepresidente della Copas Vincenzo Striano ha voluto sottolineare la complessità della situazione del sociale, in cui “c’è il paradosso che molti servizi non potrebbero essere garantiti senza l’apporto del volontariato e tuttavia il volontariato non viene sostenuto come ci si aspetterebbe”. “Dobbiamo riportare il governo al centro – ha aggiunto Striano –; invece si rischia di lasciare andare tutto in nome della logica del mercato. Il welfare non è un lusso, è un modo di vivere che può generare anche molta occupazione”. Anche secondo Luciano Franchi, presidente del Forum del terzo settore della Toscana, “non dobbiamo farci travolgere, ma trovare nuovi modi per rispondere ai bisogni”. Una sfida non facile, anche a giudicare dai numeri forniti. Ad esempio, analizzando i rapporti tra servizi pubblici locali e il terzo settore, l’Irpet rileva che l’esternalizzazione dei servizi socio-assistenziali ed educativi è in aumento, ma che a seguito del taglio delle risorse la strategia applicata è quella di eliminare i servizi non indispensabili, di incrementare le quote di partecipazione a carico degli utenti e di ricercare operatori a prezzi sempre più ridotti, in una spirale che mette in difficoltà sia i cittadini sia gli operatori del terzo settore. “La Regione ha orecchie attente al terzo settore – ha commentato infine l’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca – e il terzo settore deve essere ora capace di trasformare gli orientamenti in proposte concrete. Ma bisogna anche tenere presente che la Regione lavora in condizioni di perenne stress organizzativo: riusciamo a programmare solo il trimestre successivo, e spesso poi tutto viene scompaginato, e i trasferimenti del governo nazionale per il welfare si sono ridotti in maniera inaccettabile”. (cem)

24/09/2012 18.13
Regione Toscana


 
 


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