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Comune di Barberino Val d'Elsa
LA FONTE DEL LATTE TORNA A VIVERE
Inaugurata a Petrognano la riscoperta del monumento cinquecentesco dedicato a Santa Caterina da Siena. Scoperta anche l’effigie in ceramica realizzata in collaborazione con il Museo di Montelupo
All’inaugurazione, che questa mattina si è tenuta nel bosco di Petrognano per presentare alla comunità l’opera di riscoperta e valorizzazione della fonte del latte c’era anche la discendente, da parte materna, di Giovambattista Capponi, il nobile fiorentino che nel 1569 fece costruire la monumentalizzazione della sorgente dedicata a Santa Caterina da Siena. Nicoletta Venerosi Pesciolini, proprietaria dell’area, ha definito il tempietto “un luogo di solitudine confortata, di grande suggestione per la storia e le tradizioni che la accompagnano da secoli e in grado di sorprendere favorevolmente chiunque la riscopra”. “Sono molto contenta – ha proseguito – del fatto che la fonte sia tornata a vivere grazie all’opera di valorizzazione messa in atto dai volontari del gruppo archeologico Achu”. Una collaborazione, quella nata tra l’associazione e la proprietà che anche Giacomo Cencetti, presidente del Gruppo Archeologico Achu, tiene a mettere in risalto. “La fonte è un’importante testimonianza del patrimonio storico-culturale del nostro territorio; la sensibilità e l’attenzione dei proprietari e la passione dei nostri volontari, in primis Bruno Rinaldi, ci hanno permesso di farla rivivere, l’intenzione è quella di ‘adottare’ il monumento, secondo l’accordo che ci apprestiamo a firmare con la proprietà, per poter raccogliere fondi finalizzati al restauro, alla tutela e alla conoscenza della fonte”. L’edificio è stato interessato da un’opera di valorizzazione che ha consentito la realizzazione della via di accesso e la ripulitura di tutta l’area boschiva nella quale il tempietto è incastonato. Nel corso dell’inaugurazione, arricchita da letture e canti, è stata scoperta l’effigie in ceramica, realizzata in collaborazione con il Museo di Montelupo, che arricchisce la fonte e rappresenta Santa Caterina da Siena. L’occasione, alla quale hanno preso parte numerosi cittadini, amministratori e consiglieri comunali di Barberino e Tavarnelle e Don Luciano Marchetti per la benedizione, è il secondo appuntamento della tre giorni, organizzata dall’Unione comunale di Barberino e Tavarnelle. L’evento si concluderà domani, domenica 7 ottobre, a Sant’Appiano con la cena al Salone dei Cento a cura delle maestre cuciniere della Parrocchia e gli eventi culturali che si alterneranno nel pomeriggio a partire dalle 17. “Abbiamo inteso rendere omaggio - ha detto il sindaco Maurizio Semplici – alla riscoperta della fonte mettendo in piedi un programma di incontri che mira a promuovere la conoscenza del nostro passato partendo dalle testimonianze architettoniche, l’iniziativa di domani a Sant’Appiano chiuderà con la poesia di Paolo Ciotti, la danza di Anna Brancaccio e la musica del maestro liutaio Simone Sorini questo viaggio affascinante nella storia di Barberino che tutti possiamo conoscere anche grazie all’incredibile passione dei volontari Achu”. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Auser Barberino-Tavarnelle.



Notizie sulla Fonte sacra di Petrognano:

Il tempio di Santa Caterina, fatto erigere nel 1569 da Giovambattista Neri Capponi, figlio di Gino Capponi e Caterina Strozzi, è conosciuto anche come Sacra Fonte di Petrognano. Delle sue qualità benefiche, se non miracolose, ne sono testimoni Santa Caterina da Siena, Sant’Ignazio e in tempi più recenti le puerpere del contado fiorentino. Bevendone una certa quantità la santa senese mi mise in salvo da una grave broncopolmonite che la colpì intorno al 1370, e successivamente Sant’Ignazio, colpito anch’egli da febbre, uscì dalla malattia pochi giorni dopo aver ingerito l’acqua salutare. Ma la sorgente, detta anche del latte, da un’errata traduzione del latino del termine ‘lattice’ riportato sulla parte muraria della fonte, aveva un’ascendente anche sulle giovani donne che avevano appena partorito. Le puerpere, carenti di latte, erano solite dissetarsi bevendo acqua della fonte nella speranza di poter tornare a svezzare i neonati naturalmente. E ancora oggi molte sono le donne che, nonostante il passare del tempo, continuano ad alimentare il filo della tradizione.

06/10/2012 17.49
Comune di Barberino Val d'Elsa


 
 


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