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Musei Statali
ISPEZIONATA LA SEPOLTURA DI ANNA MARIA LUISA DE’ MEDICI
L’operazione è avvenuta nella cripta delle Cappelle Medicee
Secondo quanto previsto dalla convenzione firmata lo scorso 26 giugno a Firenze, stamattina è stata ispezionata la sepoltura di Anna Maria Luisa de’ Medici, secondogenita del granduca Cosimo III, nata nel 1667 e morta nel 1743, moglie dell’Elettore Palatino e ultima discendente del ramo granducale della dinastia. L’operazione è avvenuta nella cripta delle Cappelle Medicee, ai piedi del pilastro di sud-ovest, intorno al quale già da ieri era stato allestito il cantiere, secondo le direttive dei tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure, d’intesa con la Soprintendenza per il Polo Muselae Fiorentino, con i responsabili della Soprintendenza per i Beni Architettonici e della Soprintendenza Archeologica Toscana, e rappresentanti della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze e dei REM Museen di Mannheim (Germania) che sono i promotori dell’intera operazione in occasione del 270° anniversario della morte dell’Elettrice, che ha lasciato in Germania una profonda impronta. Per onorare la sua memoria, la Fondazione CES REM Museen di Mannheim, che rappresenta una delle realtà culturali più eminenti tra i Länder tedeschi, sta organizzando una mostra sulla famiglia Medici che si inaugurerà il 18 febbraio 2013.
Dopo la delicata fase di preparazione del cantiere – che si è svolta nell’intera giornata di ieri e ha visto impegnati i tecnici della Tecnoimpianti, della Hygien Control, della Dafne e la collaborazione di Fabio Fallai del Polo Biomedico di Careggi -, stamani in condizioni di atmosfera modificata e controllata la doppia cassa contenente le spoglie mortali dell’Elettrice Palatina è stata estratta dall’alveo dove giaceva dal marzo 1858.
Ad un primo esame visivo, nonostante i danni provocati dall’alluvione del 1966 – “implosione” del coperchio della cassa interna di piombo e strato di detriti sul fondo di questa – lo scheletro dell’Elettrice Palatina è apparso in connessione e il corredo con cui venne inumata completo; parte di questo sarà estratto e avviato al restauro.
Subito dopo l’esumazione hanno preso il via le operazioni di scansione 3D delle spoglie (per analisi antropologiche, della morfologia scheletrica), mentre già nel pomeriggio è iniziata la fase di studi riguardanti la patologia e la campionatura per isotopi del collagene per paleonutrizione. Sulla salma verranno effettuati anche interventi volti a conservare le condizioni climatiche (umidità e temperatura) in cui è stata trovata. Per questo motivo è stato deciso di inserire l’intera cassa in una speciale sacca, detta “polibarriera”, collegata a un generatore di azoto che, di fatto, la isolerà dagli agenti atmosferici esterni. Allo stesso tempo proseguiranno le operazioni di rimozione dei detriti sul fondo della cassa di piombo, mentre sarà realizzata una nuova cassa di zinco (fornita dalla ditta Ofisa di Firenze), entro cui verranno inserite entrambe quelle estratte stamani. L’inumazione definitiva dell’Elettrice Palatina avverrà nei primi giorni della prossima settimana.

ALCUNE INFORMAZIONI SULL’ULTIMA DEI MEDICI
Anna Maria Luisa de’ Medici, principessa elettrice del Palatinato fu l’unica figlia del Granduca Cosimo III e della principessa Margherita Luisa d'Orléans, nel 1690 divenne la seconda moglie di Johann Wilhelm von der Pfalz-Neuburg, Principe Elettore del Palatinato. La Principessa partì per Düsseldorf, capitale del Palatinato, il 6 maggio 1691, accompagnata dal fratello minore, Gian Gastone: l'Elettore la incontrò ad Innsbruck e là vennero celebrate le nozze. Morto il marito nel 1716, Anna Maria Luisa tornò a Firenze, dove rimase fino alla morte. Con lei si esaurì il ramo granducale della dinastia Medicea, ma è a lei che si deve il mantenimento a Firenze di gran parte delle “gioie di famiglia” – le opere d’arte raccolte dai Medici in tre secoli di storia – attraverso il Patto di famiglia sottoscritto il 31 ottobre 1737, dove veniva sancito che “La Serenissima Elettrice dà e trasferisce a Sua Maestà Reale (il Granduca Francesco Stefano di Lorena) […] tutti i Mobili, Effetti e Rarità, della successione del Serenissimo Granduca suo Fratello, come Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioie ed altre cose preziose, […] che sua Altezza Reale si impegna a conservare, a condizione espressa che di quello è per ornamento dello Stato, e per utilità del Pubblico, e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato, o levato fuori della Capitale, e dello Stato del Gran Ducato”. Nel suo testamento, Anna Maria Luisa così scrisse le sue volontà: “Quando l’anima sarà separata dal corpo voglio che, solamente dalle mie donne, mi sia lavato il volto e le mani e nel restante intendo che il mio cadavere non sia scoperto né aperto. E, perché l’esecuzione del funerale e accompagnamento del cadavere non può patire delazioni, perciò ordino e voglio immediatamente dopo la mia morte resti adempito nel modo e forma da me prescritta nel suddetto mio testamento et ad arbitrio dei miei esecutori che debbino subito interporlo, affinché tutto resti con la maggior prontezza effettuato”. Le volontà di Anna Maria Luisa non furono rispettate e il suo corpo venne sottoposto ad autopsia, per essere poi depositato nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo.

LA SEPOLTURA E IL CORREDO FUNEBRE
Sin dal marzo 1858, il corpo dell’Elettrice Palatina giace in un vano ai piedi del pilastro di sud-ovest della cripta delle Cappelle Medicee. La sua sepoltura, secondo quanto descritto da Luigi Passerini nel verbale della ricognizione eseguita anche sul corpo nel settembre del 1857 (e reso noto nel 1888) dovrebbe presentarsi come un corpo “ridotto a scheletro e vestito di velluto scuro” in una cassa di cipresso, coperta di velluto nero con croce di gallone d’oro, contenente una cassa di piombo. Sempre secondo i documenti storici, il corredo funebre era composto dalla corona elettorale di metallo dorato tenuta ferma da un grande ago d’argento; un crocifisso d’argento; una medaglia d’oro (recto: Principessa - verso: Sole che irradia il mondo); e due copie dell’iscrizione funbre dettata da Anton Francesco Gori (lo stesso autore di quella dedicata al granduca Gian Gastone) incisa su metallo e scritta su cartapecora e inserita in un “cannone” (tubo metallico)

09/10/2012 17.02
Soprintendenza Speciale di Firenze


 
 


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