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Un quinto posto può rappresentare un’impresa? Sì, quando la gara è di 9 chilometri, la partenza è in massa tutti insieme e senza esclusione di colpi, si gareggia con la temperatura sotto lo 0 e nel pieno di una nevicata che sa di Natale anticipato, e le avverse condizioni meteo unite alla durezza ed agli imprevisti della regata costringono al ritiro ben 12 dei 47 equipaggi iscritti.
Quindi la quinta piazza conquistata dal dragon boat della Società Canottieri “Firenze” alla ventiseiesima edizione dell’Armada Cup, gara internazionale di fondo che si svolge a Berna, sul bacino di Wohlen, in Svizzera, rappresenta una vera e propria impresa.
Un’impresa preparata con meticolosità nei due mesi precedenti dai draghi biancorossi, che come obiettivo primario per la loro quarta partecipazione alla prestigiosa gara di fondo svizzera (forse la più dura del circuito con la sua partenza di massa che ogni anno porta le barche a scontrarsi tra loro se non addirittura ad affondare e le varie insidie del percorso, 9 chilometri con un solo giro di boa ed una serie di secche incalcolabili dall’inizio alla fine) aveva il conseguimento del miglior piazzamento di sempre dopo il dodicesimo posto del 2009, il sesto del 2010 ed il settimo del 2011.
L’obiettivo dunque è stato raggiunto, ma alla fine il drago del circolo del Ponte Vecchio, rinforzato per l’occasione da alcuni membri di Comunali Firenze, Arno Pisa e Canoa Club Vicenza (l’ex canoista Iduino Santoni, olimpionico a Barcellona 1992 sul K4), ha anche un pizzico di rammarico per ciò che poteva essere ed invece non è stato.
Perfetto in partenza, il dragon boat del club remiero fiorentino è rimasto nel gruppo di testa per i primi due chilometri, ma alla prima curva da affrontare è stato bloccato da una delle tante insidie disseminate naturalmente sul percorso: una secca che ha letteralmente fatto arenare la barca biancorossa e che di fatto ha bloccato per circa un minuto, tanto il tempo impiegato per uscirne, la propria corsa.
A quel punto il dragon boat della Canottieri, perso il contatto con i primi e scivolato intorno alla decima posizione, ha iniziato una stoica rimonta: già sesto al giro di boa, la barca fiorentina è tornata sui quarti e quinti, ingaggiando poi un duello a colpi di scatti e richiami, da poco dopo il giro di boa fino all’arrivo, con un altro equipaggio italiano, i laziali dell’Albadrago.
I due draghi italiani sono arrivati al traguardo praticamente al fotofinish, che ha però premiato la rimonta biancorossa decretando il quinto posto della “Firenze” sull’Albadrago per appena 27 centesimi di secondo.
La vittoria è andata agli svizzeri del DBC Beider Basel di Basilea, che per appena due secondi hanno prevalso sui tedeschi del Hochrhein Paddler di Bad Säckinger, mentre al terzo posto a undici secondi dal successo sono arrivati i francesi dello Sport Nautique di Besançon. Tra il podio ed il dragon boat fiorentino primo tra gli italiani, gli svizzeri del Kanuclub di Rapperswil-Jona, comune del cantone di San Gallo.
I distacchi, alla luce dello stop imposto dalla secca, lasciano più di un pensiero al drago della “Firenze”: il podio, distante un minuto e dodici secondi, senza l’imprevisto sarebbe stato alla portata.
Il quinto posto conquistato a Berna regala comunque al gruppo fiorentino, oltre al fatto di essere per il terzo anno consecutivo la prima barca italiana arrivata alla fine dell’Armada Cup, una grandissima soddisfazione, per un risultato storico.
Di seguito gli uomini che fecero l’impresa: Giancarlo Miolla, Danilo Ceri, Carlo Caccetta, Diego Petralia, Massimo Franchini, Lorenzo Giachetti, Francesco Montanari, Roberto Cammilli, Daniele Tarchi, Leonardo Guarducci, Alvise Tassi, Niccolò Bagnoli, Francesco Landucci, Lorenzo Manetti, Iduino Santoni, Luca Frascione, Michele Puccini, Gabriele Di Sacco, Claudio Mannini, Sandro Tazioli, Linda Colligiani (tamburina), Michele Ferruzzi (timoniere).