Comune di Firenze
FIRENZE: INAUGURATO IL CENTRO PACI PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO
Il sindaco Renzi: “Una risposta importante che punta sull’integrazione e possibile grazie alla collaborazione con il terzo settore”
Inaugurato giovedì mattina dal sindaco Matteo Renzi il centro PACI per i rifugiati e i richiedenti asilo presso la Madonnina del Grappa. Si tratta di una struttura polifunzionale dove gli ospiti (130) potranno abitare e avviare processi di integrazione sul territorio: dai corsi di alfabetizzazione e di lingua italiana all’inserimento nelle scuole dei minori, dall’assistenza per il disbrigo delle pratiche burocratiche alla formazione professionale, dal supporto all’inserimento lavorativo alla consulenza legale. All’inaugurazione erano presenti anche l’assessore al welfare Stefania Saccardi, Fabrizio Stelo capogabinetto della Prefettura di Firenze e Marcella Marchese funzionaria della prefettura responsabile per i rifugiati e richiedenti asilo, Don Corso Guicciardini e Don Vincenzo Russo dell’Opera della Madonnina del Grappa e rappresentanti del consorzio Coeso e del consorzio Fabrica che gestiscono la struttura.
“È un’inaugurazione importante per la città – ha detto il sindaco Renzi –. Simbolicamente la facciamo nel giorno dell’anniversario dell’uccisione di Mor e Modou, ed è una risposta significativa anche dal punto di vista politico”. “Questo – ha proseguito – è un progetto che tende ad integrare ed ha dei risultati molto positivi. È la dimostrazione di come questa città sia solida e solidale; e lo dobbiamo al lavoro del mondo del terzo settore. Si tratta infatti di un bel livello di collaborazione tra il terzo settore e le strutture dell’Amministrazione, ed è la testimonianza che, nonostante la scarsità di risorse diminuite nell’ultimo biennio, si riesce, tutti insieme, a dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini. Da questo punto di vista – ha concluso in sindaco – sono orgoglioso di essere il sindaco di una città che realizza progetti come questo”.
“Quella che inauguriamo stamani è la sede stabile che sostituisce la provvisoria che fu aperta nell’aprile del 2010 – ha spiegato l’assessore Saccardi – . Si tratta di uno dei quattro centri PACI in Italia (oltre a Firenze sono a Milano, Torino e Roma) grazie al quale facciamo progetti di integrazione e assistenza di grande qualità dedicati ai richiedenti asilo e rifugiati. È un progetto sostenuto economicamente dal ministero dell’Interno e per questo ringraziamo la Prefettura di Firenze per averci dato una mano ad attivare questo progetto. Nei due anni di apertura abbiamo percentuale altissima di processi integrazione: il 69% delle persone uscite dalla struttura infatti hanno concluso positivamente un progetto di integrazione sul territorio e di ricerca dell’autonomia. Molti hanno trovato lavoro dopo aver fatto percorsi di formazione professionali, molti sono stati aiutati nella ricerca di un alloggio sul libero mercato. Un buon esempio quindi di come su questo territorio riusciamo a fare integrazione. Inoltre, grazie al centro PACI, portiamo il numero dei posti in accoglienza per i rifugiati e i richiedenti asilo quasi a 200 posti perché si va ad aggiungere al progetto SPRAR attivo a Villa Pieragnoli da diversi anni. Siamo quindi soddisfatti – ha concluso l’assessore – che Firenze dia una dimostrazione di grande civiltà anche sotto questo profilo”.
Dall’aprile 2010 al 3 dicembre 2012 le persone ospitate nel centro sono state 275 di cui la stragrande maggioranza (87%) uomini (9% le donne, 4% minori). La nazionalità maggiormente presente risulta quella somala, seguita ma a molta distanza da quella eritrea.
Il centro PACI è sostenuto da finanziamento ministeriale con durata di 7 anni (ogni tre anni viene rinnovato) per un totale di circa 18.000.000 di euro.
L’accoglienza è articolata in accoglienza temporanea (massimo 60 giorni); accoglienza finalizzata al sostegno e alla formazione e integrata con percorsi interdisciplinari mirati all’inclusione lavorativa (180 giorni); ospitalità in semi-autonomia anche attraverso modelli alloggiativi sperimentali per un periodo non superiore ai 60 giorni. In circostanze motivate possono essere concesse proroghe.
Nella struttura gli ospiti trovano, oltre al vitto, alloggio e vestiario, anche una équipe multidisciplinare che, dopo aver effettuato un’analisi del bisogno individuale, progetta insieme ai servizi territoriali un progetto personalizzato durante il quale la persona viene supportata da personale addetto.
Inoltre vi vengono svolte attività che vanno dall’inserimento dei minori nelle scuole all’assistenza per il disbrigo delle pratiche burocratico-amministrative, dai corsi di alfabetizzazione e di italiano a quelli di formazione e riqualificazione professionale, dal supporto all’inserimento lavorativo al sostegno alla ricerca di opportunità abitative, dall’informazione alla consulenza legale.
Nella sede provvisoria sono stati attivati già 18 corsi di formazione attivati: 192 le persone che li hanno frequentati, 104 le borse lavoro attivate, 58 le persone contrattualizzate. Molto frequentati anche i corsi di italiano (45 su tre livelli) con 203 partecipanti. Sono stati invece 48 gli start up abitativi avviati.
13/12/2012 19.43
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