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Provincia di Pistoia
PROVINCIA DI PISTOIA: IL GIUOCO AL TEMPO DI CARAVAGGIO
Mostra a Villa Smilea nel comune di Montale
Si è svolta in Provincia la conferenza stampa organizzata dal Comitato Organizzatore di Montale per fare il punto sulla mostra *Il giuoco al tempo di Caravaggio*, inaugurata lo scorso 7 dicembre a Villa Smilea, che resterà aperta fino al 6 gennaio 2014, e sugli eventi collaterali in programma.
I proventi della mostra, che vede anche il patrocinio della Provincia di Pistoia, saranno interamente destinati all*AUO Meyer di Firenze e all*associazione *Un cuore un mondo*, per bambini affetti da patologie cardiache.
Erano presenti: il presidente della Provincia, Federica Fratoni; per il comune di Montale, il sindaco, David Scatragli, il vicesindaco, Gianna Risaliti, e l'assessore alla cultura, Dino Polvani; rappresentanti dell' associazione "Un cuore un Mondo", Mirco Meoni, e dell'AOU Meyer, Dr. Federico Mussa.


IL GIUOCO AL TEMPO DI CARAVAGGIO.
Dipinti, giochi, testimonianze dalla fine del Cinquecento ai primi del Settecento.
a cura di Pierluigi Carofano comitato scientifico:
Giacomo Berra, Alberto Cottino, Marco Ciampolini, Franco Paliaga
Allestimento Arch. Claudio Innocenti
MONTALE, VILLA CASTELLO SMILEA
7 DICEMBRE 2013 – 6GENNAIO 2014
CON IL PATROCINIO DI:
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
REGIONE TOSCANA
CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA
PROVINCIA DI PISTOIA
Prestatori pubblici: Museo Civico di Palazzo Madama, Torino; Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, Roma, Museo degli strumenti musicali, Roma; Pinacoteca Capitolina, Roma; Museo Davia Bargellini, Bologna; Museo Civico Amedeo Lia, La Spezia; Civiche Raccolte Bertarelli, Milano.
Il gioco, per definizione, presuppone la regola. È necessario un sistema di regole che definisca le modalità ed i termini del gioco. Anche giochi semplici, cosiddetti “di svago” come “mosca cieca” o “ruba bandiera” prevedono un tempo stabilito, una penitenza ed un premio finale. Per questo motivo il sistema di regole è fondamentale. Prima di giocare bisogna stabilire un inizio ed una fine, indicare uno scopo e circoscriverne il luogo e dell’azione: l’arena, il tavolino, il teatro, la scacchiera, il campo. In questo modo, delimitando spazi e tempi per instaurarvi il proprio ordine, il gioco è in grado di produrre un modo provvisorio entro un mondo ordinario. Per accedervi basta volerlo. Il gioco, mentre garantisce che l’illusione, di breve durata, sia senza conseguenze, si limita ad esigere dal giocatore un’accettazione piena ed incondizionata della regola; cosa non da poco.
Questa mostra nasce proprio dalla consapevolezza di quanto il gioco abbia influito sul comportamento umano nell’età moderna, prendendo spunto dall’iconografia del Baro di Caravaggio, del quale esponiamo una versione realizzata all’interno del “laboratorio” del grande maestro lombardo.
La diffusione d’immagini del giocoa partire dal Medioevo è sempre stata collegata alla sua condanna da parte delle autorità ecclesiastiche: lo si vede in numerose stampe tedesche del Quattrocento. Per questo motivo ci è parso interessante tentare di porre all’attenzione del grande pubblico un momento della storia dell’arte (a partire dalla fine del Cinquecento) in cui il gioco viene raffigurato non più come immagine che funga da monito, da condanna del vizio, ma altresì come fenomeno di relazione sociodinamica che in qualche modo favorisce lo scambio anche tra diverse classi sociali. È interessante verificare come tutto questo accada nel periodo della piena Controriforma e che artisti impegnati a eseguire devotissime pubbliche pale d’altare svolgessero contemporaneamente un’attività per una committenza privata spesso legata anche al mondo ecclesiastico. Questo è un nodo centrale della mostra che sarà sviluppato ampiamente anche nei saggi presenti in catalogo.
Procedendo a larghe falcate, e per exempla, la mostra è organizzata intorno a otto nuclei tematici che intendono richiamare vari momenti del gioco, ma anche della festa nelle sue più ampie manifestazioni. Per questo motivo, a fianco di opere di stretta pertinenza caravaggesca raffiguranti giochi di strada e da osteria (giochi con le carte, con la scacchiera, con i dadi, gioco della morra etc.) sono esposte opere con giochi legati alle feste di paese e da salotto, arrivando a coprire un arco temporale che giunge sino ai primi del Settecento. Una piccola sezione è dedicata a Guido Reni e Bartolomeo Schedoni, due grandi artisti che hanno avuto una vita difficile proprio a causa del vizio del gioco.
Inoltre, peculiarità di questa mostra è quella diesporre a fianco dei dipinti oggetti del gioco, alcuni veramente rari per la loro bellezza e completezza come un mazzo di carte milanesi del Seicento, una Tombola del Settecento e ben due biribissi (l’antenato della moderna roulette) del Seicento.
Il percorso della mostra si chiude con una vera e propria scoperta: a fianco del Baroqui attribuito a Caravaggio e collaboratore vengono esposti per la prima volta due dipinti attribuiti a Nicolas Tournier raffiguranti il Concerto ed i Giocatori di Carte, copie pressoché coeve dagli originali di Bartolomeo Manfredi, distrutti dall’attentato di via dei Georgofilid el 1993.

Visite guidate a cura dell’Ass. ArteMia
Laboratori didattici per bambini a cura dell’Ass. Orecchio Acerbo
Programma eventi collaterali e informazioni suwww.ilgiuocoaltempodicaravaggio.it

Fondazione Meyer

18/12/2013 13.07
Provincia di Pistoia


 
 


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