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Redazione di Met
‘L’aldilà - visto dai mistici cristiani’: l’ultimo saggio di Antonio Clementi
Incontro con l’autore il 7 novembre alla Gonzaga University di Firenze. Intervengono Carmelo Mezzasalma e Bruno Meucci, oltre al preside dell’università ospitante J. Patrick Burke e alla curatrice Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore. Ingresso libero
«Tutti coloro che si professano credenti ma hanno ripudiato la mistica in nome di un cristianesimo “autentico” e senza troppi fronzoli, dovranno certamente ricredersi, perché pienamente inseriti nel dinamismo eterno della Trinità, saremo avvolti dal suo Mistero e quindi dall’autentica e definitiva Mistica».

E’ la frase finale dell’ultimo libro di Antonio Clementi, padre passionista di Sant’Angelo a Vetralla, e ben sintetizza la sua posizione in seno al pensiero cattolico e le finalità di tale volume, così come di altri suoi scritti precedenti. Il libro, intitolato ‘L’aldilà - visto dai mistici cristiani’, edizione Simple 2014, sarà illustrato da Carmelo Mezzasalma e Bruno Meucci alla presenza dell’autore venerdì 7 novembre, alle 17, nella sede della Gonzaga University di Firenze (via La Pira 15). L’incontro, che sarà introdotto dal saluto del preside della università gesuitica J. Patrick Burke, è a cura di Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore di Firenze. Ingresso libero.

«Quando Giovanni nel suo Vangelo afferma che il Logos di Dio si è fatto carne, - scrive Antonio Clementi a p. 68 de ‘L’aldilà’ - significa che l’incontro della Divinità con l’uomo non poteva situarsi su un piano esclusivamente spirituale ma necessitava della mediazione della carne». Come spiega Monica Ferrando nella prefazione del libro citando tale passo, «nell’affermare l’assoluta centralità del corpo nell’ambito della riflessione teologica Antonio Clementi non dice qualcosa di scontato, ma di scomodo. La novità è che per dirlo non costruisce un discorso teologico, che sarebbe smentire l’intenzione che lo ispira, ma preferisce far parlare coloro che, dopo e dentro Gesù, si sono lasciati incarnare dalla parola: i mistici».

«Tra i meriti di questo libro – aggiunge Monica Ferrando - vi è […] quello di tentare di raddrizzare (seguendo l’indicazione dello spirito) proprio una stortura del pensiero: là dove, nel contesto del materialismo contemporaneo, si parla di vita a tutti i costi, è la morte a trionfare e là dove si ha il coraggio di parlare di morte e di aldilà si parla finalmente di vita. La parola in questione, però, non è riservata al discorso intellettuale, come accade di solito in teologia, ma è la parola estratta dai mistici, da coloro cioè che più di altri sono stati vicini, non solo nel loro spirito ma anche nel loro corpo, al Vangelo».

03/11/2014 12.39
Redazione di Met


 
 


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