Il libro della vita è un progetto, un invito alla lettura, che il Comune di Scandicci propone a tutta la città metropolitana fiorentina partendo dal presupposto che è ancora possibile fare comunità intorno al libro. Il libro della vita è un progetto dedicato alle nostre comunità che ha come missione una divulgazione di alto livello e allo stesso tempo formata da parole condivise, comprensibili a tutti.
È stato chiesto a undici autori, autorevolissimi nei loro campi e di eterogenea provenienza, di raccontare una storia. Ovvero di raccontare in cinquanta minuti il libro che ha cambiato la loro vita, di uomini, di studiosi, di intellettuali, di professionisti. Un libro su cui hanno riflettuto, che hanno riletto mille volte, di cui sanno tanto e che ritengono essere importantissimo. Un racconto a braccio, ma fatto attraverso un testo meditato, preparato, non improvvisato. Un libro come contesto e insieme pretesto per condividere con noi una storia, e condividere con noi che la vita di una comunità passa attraverso la condivisione delle storie.
I protagonisti: Alberto Melloni, Sergio Givone, Luigi Lombardi Vallauri, Franco Cardini, Giovanni Gozzini, Sergio Staino, Marco Malvaldi, Giampiero Maracchi, Tomaso Montanari, Riccardo Illy, Fabio Picchi.
I libri raccontati dagli autori: Il Giornale dell'Anima di Papa Giovanni XXIII, Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij, I Centomila canti di Milarepa, Il Maestro e Margheria di Michail Bulgakov, Guerra e Pace di Lev Tolstoj, Paperino di Walt Disney, Pensieri lenti e veloci di Daniel Kahneman, Manuale di Management di Peter F. Drucker, Apologia della Storia di Marc Bloch, Asterix il Gallico di René Goscinny e Albert Uderzo, Candido di Voltaire. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Il libro della vita è il primo evento pubblico organizzato all'interno del nuovo auditorium di Scandicci, progettato da Richard Rogers nell'ambito del project financing per il Centro cittadino).
Calendario
Domenica 11 gennaio 2015, ore 11:00
ALBERTO MELLONI presenta
Il Giornale dell'Anima, di Papa Giovanni XXIII
Domenica 25 gennaio 2015, ore 11:00
SERGIO GIVONE presenta
Memorie dal sottosuolo, di Fëdor Dostoevskij
Domenica 08 febbraio 2015, ore 11:00
LUIGI LOMBARDI VALLAURI presenta
I Centomila Canti di Milarepa
Domenica 22 febbraio 2015, ore 11:00
FRANCO CARDINI presenta
Il Maestro e Margherita, di Michail Bulgakov
Domenica 01 marzo 2015, ore 11:00
GIOVANNI GOZZINI presenta
Guerra e pace, di Lev Tolstoj
Domenica 15 marzo 2015, ore 11:00
SERGIO STAINO presenta
Paperino, di Walt Disney
Domenica 22 marzo 2015, ore 11:00
MARCO MALVALDI presenta
Pensieri lenti e veloci, di Daniel Kahneman
Domenica 12 aprile 2015, ore 11:00
RICCARDO ILLY presenta
Manuale di Management, di Peter F. Drucker
Domenica 19 aprile 2015, ore 11:00
TOMASO MONTANARI presenta
Apologia della Storia, di Marc Bloch
Domenica 10 maggio 2015, ore 11:00
GIAMPIERO MARACCHI presenta
Asterix il Gallico, di René Goscinny e Albert Uderzo
Domenica 24 maggio 2015, ore 11:00
FABIO PICCHI presenta
Candido o l'ottimismo, di Voltaire
Domenica 11 gennaio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Alberto Melloni parla di
Il Giornale dell'anima
di Papa Giovanni XXIII
Alberto Melloni storico, è tra i massimi studiosi di storia del cristianesimo e in particolare del Concilio Vaticano II. È ordinario di storia del cristianesimo nell' Università di Modena-Reggio Emilia, titolare della cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace dell'Università di Bologna, dirige la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Ha lavorato alla Storia del Concilio Vaticano II diretta da Giuseppe Alberigo, e ha diretto l'Edizione nazionale dei diari di A.G. Roncalli (Bologna 2003-2008), il Dizionario del sapere storico religioso del 900 (Il Mulino, Bologna 2010) e nel 2011 Cristiani d'Italia. Chiese, stato, società 1861-2011 (Treccani, Roma 2011). Cura in fondazione il progetto di edizione critica Conciliorum oecumenicorum generaliumque decreta per il Corpus Christianorum, l'edizione digitale dei concili di tutte le chiese di tutti i tempi nel progetto Mansi3, il network di ricerca europeo su papa Pio XI per la parte Chiesa e fascismo e l'Enciclopedia costantiniana della Treccani. Ha pubblicato sul diritto canonico medievale, su Chiesa e politica nel Novecento, sul conclave: in anni recenti sono usciti Papa Giovanni. Un cristiano e il suo concilio (Einaudi, Torino 2009), Pacem in terris. Storia dell'ultima enciclica di papa Giovanni (Roma-Bari 2010), Le cinque perle di Giovanni Paolo II (Milano 2011). È socio dell'Académie internationale des sciences religieuses, membro del comitato scientifico dell'Enciclopedia Italiana, dell'executive board delle JPI Cultural Heritage dell'Unione Europea, del board della fondazione Refo500, della direzione del Dizionario biografico degli italiani, del consiglio internazionale della «Revue d'histoire ecclésiastique» di Lovanio, della «Schweizerischen Zeitschrift für Religions- und Kulturgeschichte» di Friburgo e di «Studia Historiæ Ecclesiasticæ» della University of South Africa. Collabora a La grande storia di Rai 3 e ad approfondimenti del canale Rai Storia. Scrive per il «Corriere della Sera».
“Il Giornale dell’anima è lo strumento più adatto per conoscere Giovanni XXIII, parlare scrivere di lui, interpretarne il pensiero, l’attività, la spiritualità, la pietas, la fedeltà alla tradizione, le aperture pastorali, la misericordia non disgiunta dall’inflessibile condanna di errori e deviazioni, la quieta conversazione, il senso cristiano dell’humor, il tacere delle sue labbra e il sanguinare del suo cuore. … Risento la voce di Papa Giovanni, in una pausa di riposo nei giardini vaticani, mentre tiene fra le mani il plico dei quaderni contenenti le sue ingenue confidenze con Dio: “Comprendo che di un papa si voglia conoscere tutto e tutto servire alla storia… La mia anima è in questi fogli più che in qualsiasi altro mio scritto…. Nel suo Giornale, Papa Giovanni è tutto lui o quasi tutto, sino alle ultime battute finali, serene e accorate, suadenti e incoraggianti: “Nell’ora dell’addio, o meglio dell’arrivederci, ancora richiamo a tutto ciò che più vale nella vita: Gesù Cristo benedetto, la sua santa Chiesa, il suo Vangelo e, nel Vangelo, soprattutto il Pater noster , e nello spirito e nel cuore di Gesù e del Vangelo, la verità e la bontà, la bontà mite e benigna, operosa e paziente, invitta e vittoriosa”. (Introduzione alla 13ma ed. 2000 Edizioni S. Paolo)
Domenica 25 gennaio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Sergio Givone parla di
Memorie dal sottosuolo
di Fëdor Dostoevskij
Sergio Givone è professore ordinario di Estetica nell’Università di Firenze dal 1991. Ha insegnato nelle Università di Perugia e di Torino. E’ autore di numerose pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in francese, spagnolo, tedesco e catalano. Tra di esse: Hybris e melancholia (Mursia, Milano 1974), Dostoevskij e la filosofia (Laterza, Roma-Bari 1986), Disincanto del mondo e pensiero tragico (Il saggiatore, Milano 1988), Storia del nulla (Laterza, Roma-Bari 1995), Metafisica della peste (Einaudi, Torino 2012). E’ autore anche di tre romanzi: Favola delle cose ultime (Torino 1998), Nel nome di un dio barbaro (Torino 2002) e Non c’è più tempo (Torino 2008). Dal giugno 2012 al maggio 2014 è stato assessore alla cultura per il Comune di Firenze.
Con questo romanzo breve (tanto breve quanto intenso e innovativo) Dostoevkij compie la grande svolta: verso quello che lui stesso chiamerà il “doppio abisso”, e cioè l’abisso del bene e l’abisso del male e di tutte le contraddizioni che abitano il cuore dell’uomo. Scandagliando con spietata lucidità le ambiguità che si annidano nella coscienza di ciascuno (l’uomo del sottosuolo è un uomo qualunque, un uomo come tutti) Dostoevkij scopre alcune delle figure che nei grandi romanzi della maturità si faranno autonome e daranno luogo a personaggi memorabili: ad esempio il superuomo, che pretendendo di collocarsi al di là del bene e del male affonda nel male, oppure l’uomo che si degrada fino all’autodistruzione, o l’uomo che sperimenta in sé la dialettica religiosa di ateismo e fede. Perciò il racconto appare come una vera e propria sinopia del grande affresco che i romanzi successivi realizzeranno e conserva tratti di straordinaria attualità.
Domenica 08 febbraio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Luigi Lombardi Vallauri parla di
I Centomila canti di Milarepa
Luigi Lombardi Vallauri è un filosofo del diritto, già ordinario di filosofia del diritto presso l'Università degli Studi di Firenze, dal 2011 è stato chiamato per "chiara fama" dall'Università degli studi di Sassari. Dopo una formazione teologica, si è laureato in Giurisprudenza e, dal 1970, è professore ordinario di Filosofia del diritto nell'Università di Firenze. Dal 1976 al 1998 ha inoltre insegnato Filosofia del diritto presso l'Università cattolica di Milano. Autore di una vastissima serie di saggi filosofico-giuridici, pubblicati tra il 1967 e il 1981, Lombardi Vallauri è passato nel 1989, con Terre: Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell’Oltre, alla filosofia della religione e della spiritualità, aprendo un nuovo filone della sua ricerca. Successivamente, con Nera Luce: Saggio su cattolicesimo e apofatismo, apparso nel 2001, Lombardi ha condotto una critica serrata ai dogmi del cattolicesimo, dirigendo la propria ricerca filosofica verso una mistica laica che coniuga il pensiero scientifico occidentale con le tecniche di meditazione tipiche delle filosofie orientali. Conseguente è anche il suo interesse per la tutela giuridica dei diritti degli animali, di cui è ritenuto tra i massimi esperti mondiali. È vegano.
Nell'opera capitale del buddhismo tibetano, compilata nel XV secolo dallo «yogin folle di gTsang», alla Vita di Milarepa, in cui si raccontano le vicissitudini, i crimini, le prove e il riscatto del Grande Mago, fa seguito la vasta raccolta dei Canti che qui presentiamo, consacrata alle sue successive avventure. In brevi, scintillanti episodi non di rado di alta comicità, pervasi di delicata irriverenza, sono incastonati gli ammaestramenti impartiti in forma poetica da Milarepa, che con parole semplici, quali solo possono sgorgare dall'esperienza e da una conoscenza certa, insegna con sapienza impareggiabile l'arte sottile della meditazione, dando nel contempo libera espressione alla gioia e alla libertà sconfinate che ne sono il frutto. E gli incontri, spesso prodigiosi, con numerosi personaggi – beffardi esseri «non umani», dotti compiaciuti della loro scienza polverosa, discepoli devoti o riottosi, taumaturghi pronti alla sfida, creature umili disposte a essere toccate nel cuore – diventano altrettante occasioni per additare quella condizione naturale della mente tersa e imperturbabile in cui tutti i fenomeni appaiono quali sono, eterei e inafferrabili, in un perenne zampillio di immagini, pensieri, sensazioni che, insostanziali ed effimeri, solcano senza ostacoli il cielo vuoto della coscienza. I centomila canti di Milarepa, vera e propria summa del buddhismo tantrico, sono ancora oggi fonte d'ispirazione e oggetto di venerazione nel mondo tibetano. [Dalla presentazione dell'edizione Adelphi]
Domenica 22 febbraio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Franco Cardini parla di
Il maestro e Margherita
di Michail Bulgakov
Franco Cardini è uno storico e saggista considerato tra i massimi studiosi del Medioevo. Nel 1967 diventa assistente volontario di Ernesto Sestan. Assistente ordinario alla cattedra di storia medievale e moderna della facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Firenze, poi professore incaricato di storia medievale nella stessa università e, nel1985, professore associato e ordinario all'Università di Bari; nel 1989 ottiene la cattedra di Storia medievale a Firenze. Attualmente è professore ordinario presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane (Sum) e fa parte del Consiglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Il campo di studi principale di Cardini è quello della storia delle Crociate, affrontato con studi su scritti cristiani e arabo-islamici. Cardini ritiene che le crociate non siano state uno scontro di civiltà o guerra di religione, ma un "pellegrinaggio armato" volto a mettere la Terra Santa sotto il controllo politico di singoli potentati cristiani. Tutto questo senza che vi fosse la percezione, da una parte come dall'altra, dell'esistenza di due schieramenti nettamente distinti in funzione delle divisioni religiose: cristiani e musulmani si sono combattuti ma si sono anche alleati a seconda delle convenienze contingenti. Dal luglio 1994 allo stesso mese del 1996 è stato membro del consiglio d'amministrazione della RAI. È socio di numerose organizzazioni scientifiche italiane e straniere e ha ottenuto numerosi riconoscimenti per i suoi studi accademici, tra cui si ricorda l'elezione ad Accademico Ordinario della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Dal 1997 è membro del comitato consultivo del Myfest di Cattolica. È stato direttore editoriale del mensile della Fondazione Federico II diPalermo, L'Euromediterraneo. È stato fondatore della rivista "Percorsi" e collabora frequentemente con il quotidiano Avvenire. Da gennaio 2012 è entrato a far parte del comitato scientifico della rivista Eurasia. Dal 2012 è membro del Collegio dei Reggenti dell'Associazione Fiorentini nel Mondo. Tra i suoi ultimi libri, “Gerusalemme” e “Istanbul”.
Il Maestro e Margherita è stato pubblicato tra il 1966 e il 1967. La trama è incentrata sulle persecuzioni politiche subite da uno scrittore e drammaturgo (definito il Maestro) da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, sul suo amore con Margherita Nikolaevna, e sul suo riscatto grazie a una visita del Diavolo nell'Unione Sovietica atea di quel tempo; alla sua storia s'intreccia parallela quella del processo evangelico al Messia e di Ponzio Pilato, vicende che sono anche oggetto di un contestato lavoro teatrale del Maestro. Molti critici considerano quest'opera, dallo spiccato contenuto satirico nei confronti dell'immobile realtà sovietica, uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento. Eugenio Montale definì il romanzo «un miracolo che ognuno deve salutare con commozione», mentre Veniamin Kaverin scrisse «per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale».
Domenica 01 marzo 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Giovanni Gozzini parla di
Guerra e pace di Lev Tolstoj
Giovanni Gozzini insegna Storia contemporanea e Storia del giornalismo alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Siena. È autore di studi su Firenze nell’Ottocento (Firenze francese, Firenze 1989; Il segreto dell’elemosina, Firenze 1994) sulla storia dello sterminio nazista (La strada per Auschwitz, Milano 1996), sulla storia del Pci (Storia del Partito comunista italiano, v.7, Dall’attentato a Togliatti all’VIII congresso, Torino 1998), sulla storia del giornalismo (Storia del giornalismo, Milano 2000) sulla storia delle migrazioni internazioni (Migrazioni di ieri e di oggi. Una storia comparata, Milano 2006) e sulla storia della globalizzazione (Un’idea di giustizia, Torino 2010). È membro della direzione della rivista «Passato e presente», dal 2000 al 2007 è stato direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze e dal 2007 al 2008 assessore alla cultura del Comune di Firenze.
Guerra e pace è un romanzo storico di Lev Tolstoj. Pubblicato per la prima volta tra il 1865 ed il 1869 sulla rivista Russkij Vestnik, riguarda la storia di due famiglie, iBolkonskij e i Rostov, durante la campagna napoleonica in Russia (1812). Tolstoj paragonava la sua opera alle grandi creazioni omeriche, e nella sua immensità Guerra e pace si potrebbe dire un romanzo infinito, nel senso che l'autore sembra essere riuscito a trovare la forma perfetta con cui descrivere in letteratura l'uomo nel tempo. Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, il racconto sembra unire la forza della storicità, e la precisione drammaturgica (persino di Napoleone si fa un ritratto indimenticabile) ad un potente e lucido sguardo metafisico che domina il grande flusso degli eventi, da quelli colossali (come la battaglia di Borodino) a quelli più intimi. Per la precisione con cui i diversissimi piani del racconto si innestano all'interno del grande disegno monologico e filosofico dell'autore, Guerra e pace potrebbe definirsi la più grande prova di epica moderna, e un vero e proprio "miracolo" espressivo e tecnico. "Guerra e pace" è considerato da molti critici un romanzo storico (tra i più importanti di tutte le letterature), in quanto offre un ampio affresco della nobiltà russa nel periodo napoleonico. Rapportato al suo tempo, Guerra e pace proponeva un nuovo tipo di narrativa, in cui un gran numero di personaggicostituivano una trama in cui si dipanavano niente meno che i due capitali soggetti ricordati nel titolo, combinati con argomenti altrettanto vasti, quali gioventù, vecchiaia e matrimonio. Benché oggi sia senz'altro giudicato un romanzo, esso infrangeva così tante convenzioni di tale genere, che molti critici coevi non ritenevano di potervelo annoverare.
Domenica 15 marzo 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Sergio Staino parla di
Paperino di Walt Disney
Fumettista, disegnatore, regista, Dopo essersi laureato in architettura insegna nella provincia di Firenze e, per questo, si stabilisce a Scandicci. Successivamente si dedica al mondo dei fumetti debuttando con il personaggio che lo ha reso famoso, Bobo - per molti somigliante ad Umberto Eco, è invece dichiaratamente ispirato a se stesso - che pubblica per la prima volta nel 1979 sulla rivista Linus diretta da Oreste del Buono. Negli anni Ottanta collabora con i quotidiani Il Messaggero e l'Unità (con la quale ancora lavora); nel 1986 fonda e dirige il settimanale satirico Tango, su cui compaiono alcune delle più importanti firme della satira del periodo, da Gino e Michele a David Riondino, da Michele Serra a Lorenzo Beccati, da Francesco Tullio Altan a Ellekappa, da Daniele Panebarco ad Andrea Pazienza, oltre ad ospiti d'eccezione come Francesco Guccini. Nel 1987, forte del successo ottenuto dalla versione cartacea del settimanale, Staino porta su Raitre Teletango. Successive collaborazioni con la televisione pubblica, nel 1990 e nel 1993, danno vita ad un varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci, Cielito lindo. Durante quello stesso periodo, Sergio Staino si cimenta inoltre anche con la regia e la sceneggiatura, prima con il film Cavalli si nasce, interpretato da Paolo Hendel e David Riondino, e poi conNon chiamarmi Omar, sviluppato a partire da un racconto di Altan e realizzato con un notevole cast (Gastone Moschin, Stefania Sandrelli e Ornella Muti). Nel 2007 realizza "M", "periodico di filosofia da ridere e politica da piangere", in edicola ogni lunedì come supplemento a l'Unità con cadenza settimanale, continuando le sue collaborazioni anche con televisione, cinema e teatro. Tra i premi ricevuti, ricordiamo il Premio Satira Politica Forte dei Marmi (1984), lo Yellow Kid al Salone Internazionale del Fumetto, il Premio Tenco (1986) e il Premio Persea (2002). Dal 2003 Sergio Staino è presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti e pubblica sull'organo stampa dell'associazione, L'Ateo, alcune sue vignette. Nel 2009 è candidato per Sinistra e Libertà alle elezioni europee pur essendo iscritto al PD. È socio onorario dell'associazione "Suoni dalla Terra" con sede a Capaci (PA).
Paolino Paperino (Donald Duck in originale o Donald Fauntleroy Duck), più noto come Paperino, è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati della Disney. È un papero bianco con becco e zampe arancioni. Solitamente indossa una blusa e un berretto da marinaio - ma senzapantaloni. Alcuni credono che la Finlandia lo abbia censurato perché non porta i pantaloni, ma è una leggenda metropolitana. Secondo l'albero genealogico ideato da Don Rosa in base alle indicazioni contenute nelle storie a fumetti di Carl Barks, è figlio diOrtensia de' Paperoni (sorella di Paperon de' Paperoni) e Quackmore Duck (figlio di Nonna Papera), ha una sorella gemella,Della Duck, madre di Qui, Quo, Qua.È stato definito «l'antieroe per eccellenza, l'incarnazione dell'uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi, le suenevrosi».
Domenica 22 marzo 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Marco Malvaldi parla di
Pensieri lenti e veloci
di Daniel Kanheman
Nato a Pisa, attualmente vive nella sua città natale. Studente della Scuola Normale Superiore di Pisa e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, ha esordito nella narrativa nel 2007 con il giallo La briscola in cinque, pubblicato con la casa editrice Sellerio. Nel 2008 ha pubblicato Il gioco delle tre carte, seguito da Il re dei giochi, del 2010. Nel 2012 è uscito invece La carta più alta. Nei quattro libri, che compongono la serie del BarLume, compaiono gli stessi personaggi principali: il barrista Massimo, gli anziani frequentatori del bar che spesso si esprimono in vernacolo pisano (nonno Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca), il commissario Fusco e la banconiera Tiziana. Malvaldi ha inoltre pubblicato un quinto giallo intitolato Odore di chiuso, con protagonista Pellegrino Artusi e ambientato quindi alla fine dell'800. Nell'ottobre 2011 ha pubblicato Scacco alla torre, presentato al Pisa Book Festival. Il libro è una guida per una passeggiata nella sua città natale.[2] Uno dei primi racconti presenti nel libro, Finalmente soli, che narra di una passeggiata notturna, è ispirato ad uno scatto del fotografo Nicola Ughi, suo ritrattista ufficiale e anch'egli pisano. A fine ottobre 2012 Sellerio ha pubblicato un nuovo giallo di Malvaldi, dal titolo Milioni di milioni, ambientato nell'immaginario paese toscano di Montesodi Marittimo. Il libro è stato presentato nella prestigiosa sede dell'ISIS Niccolini-Palli, Liceo Classico di Livorno. Nel settembre 2013 Sellerio pubblica il romanzo Argento vivo, la cui vicenda ruota attorno a un doppio furto: quello di unaPeugeot 206 color argento e quella di un computer portatile del medesimo colore; e di una doppia coppia - Paola e Giacomo e Letizia e Leonardo - le cui vicende si aggrovigliano e si sciolgono a corrente alternata. Nel luglio 2013 vince il Premio letterario La Tore Isola d'Elba.
A lungo in vetta alle classifiche americane, acclamato in tutti i think tank che contano, destinato a diventare un riferimento per diverse discipline, il libro del premio Nobel Daniel Kahneman accompagna il lettore in un viaggio che spiega i due fondamentali meccanismi della mente umana: da una parte l'intuito, la scelta irrazionale, il pensiero immediato; dall'altra la logica, la razionalità, la scelta meditata. Kahneman esplora le straordinarie capacità, e anche gli errori e i pregiudizi, del «fast thinking», un sistema di pensiero che influenza profondamente i nostri comportamenti e le dinamiche della società e dell'economia, così come dello «slow thinking», pigro e più costoso in termini di energie psichiche, efficace quando risolve la distorsione delle scelte istintive. Kahneman compone così una mappa completa della struttura e delle modalità di funzionamento del pensiero, fornendoci nel contempo preziosi suggerimenti per contrastare i meccanismi mentali «veloci», che ci portano a sbagliare, e sollecitare quelli più «lenti», che ci aiutano a ragionare.
Domenica 19 aprile 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Tomaso Montanari parla di
Apologia della storia,
di Marc Bloch
Tomaso Montanari, Normalista, è professore associato di Storia dell'Arte moderna all'Università degli Studi di Napoli Federico II. I suoi studi riguardano soprattutto l'arte europea dell'età barocca. Dopo aver collaborato a Il Fatto Quotidiano, con articoli e un blog, e al Corriere del Mezzogiorno, dal novembre 2014 scrive su Repubblica, sul cui sito tiene un blog:
http://articolo9.blogautore.repubblica.it. Fino al 2013 ha scritto anche per il Corriere Fiorentino, il dorso locale del Corriere della Sera, dal quale è stato licenziato per incompatibilità con "la linea del giornale" dopo aver pubblicato un saggio assai critico nei confronti di Matteo Renzi (Le pietre e il popolo, 2013). Ha vinto il Premio Giorgio Bassani di Italia Nostra (novembre 2012), e ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'onorificenza di Commendatore «per il suo impegno a difesa del nostro patrimonio» (marzo 2013). E' stato membro della Commissione per la riforma del Ministero per i Beni Culturali istituita dal ministro Massimo Bray nel settembre 2013.
Apologia della storia o Mestiere di storico è un'opera incompiuta di Marc Bloch. Si presenta come uno dei maggiori classici della riflessione di metodologia storica del Novecento. Pubblicato postumo per la prima volta nel 1949, grazie all'amico e compagno di studi Lucien Febvre, la versione definitiva è stata curata nel 1993 dal figlio dell'autore, Etienne Bloch. Marc Bloch scrisse l'opera all'indomani della disfatta francese del 1940: la riflessione sulla storiografia porta lo scrittore ad analizzare le problematiche legate al perché e all'utilità pratica del mestiere dello storico. Alla domanda "a che serve la storia" Marc Bloch risponde sostenendo che la storiografia analizza "il passato in funzione del presente e il presente in funzione del passato". Nella riflessione del francese lo storico non è solamente uno studioso dedito a ricerche del passato che non hanno alcuna utilità nella società contemporanea: il recupero della "memoria collettiva" diventa per Bloch un punto di riflessione importante per ogni società, che da una migliore conoscenza del passato potrà meglio risolvere i problemi del presente. L'Apologia fornisce anche altri spunti metodologici importanti, come la collaborazione interdisciplinare della storiografia con altre discipline umanistiche come la sociologia e la psicologia, senza escluderne altre come l'economia. Altro compito che Bloch ritiene fondamentale per uno storico è lo sforzo che quest'ultimo, in maniera onesta e rigorosa, deve compiere per comprendere e non solo per spiegare la storia. Conoscere le date, le battaglie e i protagonisti non è così importante quanto ricostruire un "contesto" storico adeguato.
Domenica 12 aprile 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Riccardo Illy parla di
Manuale di Management,
di Peter F. Drucker
Nato da una famiglia valdese, di origine ungherese (la famiglia ha fondato la Illycaffè, importante azienda nel settore del caffè), dopo il diploma ha incominciato a lavorare nell'impresa della sua famiglia (dal 1977). In questa società modernizzò il merchandising, creò nel 1983 il settore marketing, fino ad allora inesistente, e riorganizzò la struttura commerciale, divenendo direttore commerciale. È stato vicepresidente dell'Associazione degli Industriali di Trieste. Giovanissimo ha sposato Rossana Bettini, giornalista enogastronoma, da cui ha avuto una figlia, Daria, insegnante di educazione fisica e personal trainer. Dal 1992 al 1995 è stato amministratore delegato di Illycaffè, mentre dal 1995 fino ad oggi occupa nella stessa azienda il ruolo di vicepresidente. L'impresa, fondata dal nonno paterno di origine ungherese nel 1933, oggi è presente in oltre centoquaranta paesi. Nel 1989 ha esposto le sue idee economiche nel libro Dal caffè all'Espresso, edito da Arnoldo Mondadori Editore e tradotto in inglese, francese e tedesco, divenendo in seguito (a metà degli anni novanta) anche giornalista pubblicista. Ha inoltre pubblicato Polietica con Paolo Maurensig (Marsilio, 2003), La rana Cinese con Paolo Fragiacomo (Mondadori, 2006) e Così perdiamo il Nord (Mondadori, 2008). Dal 1993 al 2001 è stato sindaco di Trieste, anno in cui è stato eletto alla Camera dei deputati tra le file dell'Ulivo. Ha aderito al gruppo misto in qualità di membro indipendente, ha fatto parte della IX Commissione parlamentare (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) ed è stato segretario della Commissione parlamentare consultiva in ordine dell'attuazione della riforma amministrativa. È stato presidente del Comitato Promotore della Direttrice Ferroviaria Europea Transpadana. Ha ricevuto i titoli di Commendatore e Grande Ufficiale dal presidente della Repubblica italiana, la "Gran Decorazione d'Onore in Oro" dal Presidente della Repubblica austriaca, ed il premio Die Quadriga a Berlino. Ha conseguito la laurea honoris causa in Scienze Politiche presso l'Università di Trieste presentando la lectio doctoralissul tema dell'allargamento ad Est dell'Unione Europea. Pur avendo aderito da tempo al progetto politico di Romano Prodi, non ha mai voluto iscriversi a nessun partito. Pertanto risulta essere un "indipendente di Centrosinistra". Dopo aver contribuito a cambiare la legge elettorale delFriuli-Venezia Giulia e dopo aver promosso la nascita della lista civica Cittadini per il Presidente, è stato eletto Presidente della Regione il 9 giugno 2003 con il 53,1% dei voti alla guida di Intesa Democratica, una coalizione comprendente partiti e movimenti dell'Ulivo.
Il libro, un classico della letteratura manageriale, costituisce la più vasta esposizione di quanto Peter Drucker è andato elaborando nella sua lunga attività di studioso e di consulente delle maggiori aziende di tutto il mondo. Partendo dalla considerazione del peso determinante che le organizzazioni hanno nella società pluralistica moderna, Drucker analizza l'attività che i manager svolgono al loro interno. Ne deriva una concezione del management come "funzione" sociale, che l'autore approfondisce discutendo i problemi di fronte ai quali si trova la società attuale. Il libro esamina gli obiettivi dei manager, i loro compiti, le metodologie utilizzate nella loro attività. Esempi e casi di aziende o istituzioni americane arricchiscono l'opera.
Domenica 10 maggio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Giampiero Maracchi parla di
Asterix
di René Goscinny e Albert Uderzo
Professore Ordinario di Climatologia della Università di Firenze, Responsabile e docente del Master in Meteorologia e Climatologia Applicate della Università di Firenze, Direttore del Regional Meteorological Training Centre della World Meteorological Organisation, Giampiero Maracchi è anche Accademico della Accademia della Scienza detta dei XL ed Accademico Emerito della Accademia dei Georgofili. E' stato Direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR fino al 1 novembre 2009, Chairman della Azione COST 79 della U.E. “Applications in Agroclimatology”, coordinatore di numerosi progetti nazionali e Internazionali dell’ambito della Meteorologia, della Climatologia e le sue applicazioni, tra i vertici dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dell'Accademia dei Georgofili. Ha scritto più di 400 tra pubblicazioni scientifiche e libri.
Asterix (nell'originale francese Astérix o Astérix le Gaulois, tradotto Asterix il Gallico) è una serie a fumetti francese creata da René Goscinny (testi) e Albert Uderzo (disegni).
Ambientata nell'antica Gallia al tempo di Giulio Cesare, attorno al 50 a.C., ha per protagonisti il guerriero gallico Asterix, il suo miglior amico Obelix, trasportatore di menhir, e tutti gli abitanti del loro piccolo villaggio gallico in Armorica, che si ostina a resistere alla conquista romana grazie all'aiuto di una pozione magica preparata dal druido Panoramix, in grado di conferire una forza sovrumana a chi la beve.
Domenica 24 maggio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11:00
Fabio Picchi parla di
Candido, di Voltaire
Fabio Picchi nasce fiorentino il 22 giugno 1954 aspirando immediatamente, per il labronico cognome, alla cittadinanza e natalità livornese. Irrequieto nel suo percorso scolastico, perseguitato da un perenne e perentorio: “Il ragazzo è intelligente ma non si applica...”, trova nei cinema pomeridiani e nei teatri serali felice soddisfazione e profondo insegnamento. Si innamora di tutto ciò che legge e vede. Passa dalla Facoltà di Lettere, per 5 minuti, e per 3 ore da Scienze Politiche. Trova lavoro nell'alba delle prime Radio e Televisioni libere fiorentine. Si rifugia per 6 minuti nella ditta paterna annunciando poi a tutta la famiglia che avrebbe aperto un ristorante. Fu così che l'8 settembre del 1979, dandosi una forte manata sulla fronte, entra nel mondo adulto con il suo Cibrèo. Dopo l'incontro con sua moglie, l'attrice, autrice-regista Maria Cassi, nel 2003 fonda con lei il Teatro del Sale inaugurando una nuova stagione di condivisa creatività, che trova anche nella nascita del mensile l'Ambasciata Teatrale un ulteriore luogo d'incontro culturale con i tanti collaboratori e i tanti straordinari amici. Attualmente, collabora con Sveva Sagramola nell'ambito della trasmissione “GEO” tutti i lunedì pomeriggio , e con altre realtà televisive nazionali. Autore di quattro libri di ricette con RAI ERI e Mondadori e di due romanzi con Mondadori, sta scrivendo il suo settimo libro che uscirà nel 2015 per la casa editrice Giunti. Da anni porta in giro per il mondo la “Lezione di Cucina n° 0”, che lui stesso definisce “l'ultima lezione di cucina a cui vi iscrivereste mai”.
Candido, o l'ottimismo (Candide, ou l'Optimisme), talvolta Candido, ovvero l'ottimismo, spesso contratto in Candido, è unracconto filosofico di Voltaire che mira a confutare le dottrine ottimistiche quale quella leibniziana. Lo scrittore francese fu stimolato sicuramente dal terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città, mietendo molte vittime. Voltaire scrisse prima un poema sul cataclisma (1756) e successivamente redasse il Candido (1759). Voltaire scrive il Candido in un periodo successivo a numerose persecuzioni nei suoi confronti che l’hanno portato sulla via di una visione disincantata del mondo. Nonostante la presa d’atto dell’esistenza del male, non risulta, comunque, che Voltaire nel Candido esalti il pessimismo, quanto si limiti a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto su cui Leibniz montò il cardine della propria filosofia. Non a caso l'illuminista francese incarna nella figura del precettore Pangloss il filosofo tedesco, intento ad istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure.