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Redazione di Met
Via alla seconda edizione del Festival delle Religioni
Il ministro: “L’ora di religione va ripensata”
Tagliato il nastro della seconda edizione del Festival delle Religioni, dopo la giornata di preview di martedì 12 in Palazzo Vecchio. Kermesse che si è aperta alle 15.30, con le parole del Ministro Stefania Giannini, portate dal suo Consigliere, Alberto Melloni. Un intervento che ha voluto far luce sulle numerose falle del sistema, dovuto al sedimentarsi di errori e ritardi storici. Ed in merito all’ora di religione a scuola, deficitaria e da ripensare, il ministro ha aggiunto parole nette: “La preparazione degli studenti e degli insegnanti richiede dunque non soluzioni vintage o immobilismi, ma il pragmatismo illuminato di una politica di respiro europeo.”

“Perciò – affonda il testo del Ministro Giannini - il problema che noi ci troviamo davanti non è quello di denunciare il concordato, abolire l’ora di religione, formare qualche migliaio di insegnanti con un Phd in scienze religiose (…) ma di capire se il nostro sistema – con tutte le sue sclerosi e inefficienze, le sue aspirazioni e le sue energie – è in grado di superare con le forze che ha l’impasse in cui si trova e aprire una fase nella quale ci sia più sapere storico-religioso in quel che si insegna e una recettività maggiore in chi studia le discipline curriculari. (…) Quel che oggi ci è richiesto è muovere ogni pedina di questa delicata e malata macchina dello Stato con grande cautela: non c’è un euro da spendere male, non c’è un minuto da perdere (…)”.

Importante anche il contributo del Professor Margiotta Broglio, che ha ricordato come il “diritto” non debba essere trascurato: “abbiamo tutti gli strumenti normativi per far sì che il rispetto di ogni insegnamento religioso trovi spazio nel pluralismo. Fare riferimento alla nostra storia, anche in campo giuridico, sgombra il campo da ogni dubbio"


Bruni / Odifreddi.

Serrato il botta e risposta tra padre Giancarlo Bruni, biblista di fama internazionale e membro della Comunità ecumenica di Bose, con il matematico Piergiorgio Odifreddi; incontro moderato dal giornalista de Il Foglio Maurizio Crippa.

Due visioni quasi inconciliabili che hanno reso l'incontro estremamente stimolante: se Piergiorgio Odifreddi ha detto "quando parliamo di religione e di fede, parliamo di sensi, cerebrale, cioè riti fatti meccanicamente (…) come posso sapere di aver a che fare con Dio? Sono interessato ad un dialogo, ma la teologia la leggo come un bel libro di fantascienza, perché opera della nostra testa", Padre Bruni ha riportato un’altra esperienza: "Siamo creature in ricerca di qualche frammento di luce. Fa parte del DNA. Quelli che spingono verso l’alto sono desideri e domande che da sempre accompagnano l'uomo. Siamo viandanti alla ricerca di luce. Non sappiamo se troveremo l'acqua, ma sicuramente abbiamo sete”.

Mancuso/Givone

Numeroso e attento il pubblico all’incontro con Sergio Givone e Vito Mancuso sul tema “Oltre le ragioni della ragione”. “Il cuore – ha detto Givone – costringe la ragione a un soprassalto che è fonte di meraviglia, angoscia, stupore, paura, speranza, incubo. E conoscere il cuore della ragione vuol dire andare oltre”. “Il cristianesimo – ha continuato – mette di fronte a qualcosa non deducibile dalla ragione. È difficilmente credibile, ma può essere creduto. Vuol dire credere che l’ultima parola non è la morte”.

Vito Mancuso ha sottolineato come la ragione sia sovrana, domina e il suo dominio è positivo perché porta chiarezza e luce. Il sonno della ragione genera mostri, mentre la veglia produce bellezza, armonia, luce” “L’ultimo passo della ragione - ha detto - è che si sono molte cose che la sorpassano, ma la ragione le deve riconoscere”

Severino/ Bertolone/Cantone

Molto intenso l’incontro su mafia e Chiesa. Mons Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro – Squillace ha ricordato la figura di don Pino Puglisi. “Il fenomeno della mafia – ha detto – non fu compreso nella sua pericolosità da tutti i preti. Per questo non Puglisi non è stato capito. Il suo essere straordinario stava nel vivere il Vangelo. Lui aveva toccato la criminalità perché toccava i cuori dei giovani. Ha fatto un’opera di bonifica morale. La corruzione e la mafia sono la stessa cosa. Come dice papa Francesco per il peccato c’è il perdono per il corrotto no, perché lui non si pente”. Inoltre l’arcivescovo ha sottolineato come l’arma più efficace contro le mafie sia il sequestro dei beni.

Mentre Paola Severino, ex ministro della Giustizia, che ha firmato la legge contro la corruzione, ha sottolineato come etica e diritto siano intrecciati tra loro. “Ma le leggi bastano?”, ha detto. “No, serve qualcosa di più: il cambiamento culturale. Per fare questo è necessario che i bambini siano educati a certi temi. Se noi siamo considerati un paese di corrotti vorrei ricordare che all’Fbi, a Washington c’è una statua di Giovanni Falcone, considerato un grande esempio. Quindi siamo esportatori di modelli di legalità”.

Raffaele Cantone ha inviato la sua riflessione nell’intervista a Antonella Gaetani

È importante aver parlato di corruzione in un festival che si occupa di religione. Questo è un segnale culturale di grande valore. Vuol dire che si comprende come le questioni che riguardano la correttezza civile non siano separate dalla religione. Tale scelta mostra un segnale culturale di cambiamento.

La corruzione nel nostro paese ha una temperatura media. È un fenomeno diffuso e innervato nella società cui si sta prendendo cognizione non solo dell’intensità, ma anche pericolosità. Questo è un cambiamento culturale da non sottovalutare perché vuol dire che la corruzione non è più considerata un peccato veniale. È cambiata la percezione del fenomeno. Non meritiamo l’appellativo del paese più corrotto d’Europa.

Le indagini su Milano, Roma, Venezia ci dimostrano chiaramente quanto sia profondo il fenomeno corruttivo, ma nello stesso tempo dimostrano che c’è una società che reagisce con la forza a tutto questo. Penso che candidati per bene e autorevoli siano il vero antidoto a tutto questo. La politica deve capire e scegliere per evitare che certi fenomeni si ripetano. Ma insieme alla politica devono agire anche i corpi intermedi delIa società importanti, come gli ordini professionali, le agenzie educative, la società civile. Tutti questi strumenti devono essere messi insieme e fare rete.

La religione, in particolare quella cattolica, ha un grande punto di forza: il perdono. Fino all’ultimo un soggetto può cambiare e può essere perdonato. Non ci può essere perdono senza meccanismi restitutori. Ma non basta andare in chiesa o fingere di fare elargizioni in favore dei poveri. Bisogna cambiare vita. Oggi sulla mafia la chiesa ha una posizione consolidata.

La grande rivoluzione da papa Francesco è, invece, l’attenzione alla corruzione. E lo fa con una forza visionaria, come nella sua espressione: la “corruzione spuzza”. Parla in modo diretto, con espressioni che restano nella testa e possono portare al cambiamento.

Papa Francesco quando dice che il peccato si può perdonare e la corruzione no dimostra che ha ben compreso come la corruzione sia un meccanismo che mini nel profondo un paese. Sa bene quanto sia corrosiva la corruzione. Questo è un aiuto enorme per chi prova a combattere la corruzione. Un intervento pastorale di questo tipo, fatto da una figura autorevole come il Papa, è più utile degli arresti e dei sequestri. Può rappresentare un cambiamento epocale per innescare il cambiamento culturale necessario per abbattere la corruzione.

Domani 16 maggio, si comincia alle 10.30 alle Oblate con l’incontro dedicato a “Aborto e adozioni: oltre i limiti dell’etica o no?”, a cui parteciperanno Cristiana Capotondi (autrice di un cortometraggio sul tema), Alessandro Cecchi Paone e Mario Adinolfi. L’incontro sarà moderato da Franceca Immacolata Chaouqui.

Alle 11.30, al Gabinetto Vieusseux l’Imam Yahya Pallavicini e Abbas Damiano Di Palma si confrontano sul tema:“Sunniti e Sciiti. Oltre le divisione e la propaganda”. Modera il vaticanista di Repubblica Marco Ansaldo.

Nel pomeriggio, alle 15, al Cenacolo di Santa Croce Magdi Cristiano Allam e Paolo Mieli si confrontano sul tema Isis: oltre il fanatismo. Modera la giornalista Claudia Fusani.

Alle 16, presso l’Oratorio S. Tommaso, Valdo Spini, Alessandro D’Alessandro e Dinni Rolfo dialogano sulla religione oltre la fede incalzati dalle domande del direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini.

Alle 16.30, presso la Biblioteca delle Oblate, un incontro su Sarajevo con mons. Vincenzo Paglia, il giornalista Zuhir Louassini e Mario Benotti. Un appuntamento che cade proprio alla vigilia della visita di Papa Francesco, il 6 giugno, alla città martire di Sarajevo.

Alle 18, presso il Cenacolo di Santa Croce il filosofo Zygmunt Bauman e il gesuita Stanislaw Obirek si confrontano sul tema: Oltre i confini. Conversazioni su Dio e sull’uomo con l’editorialista del Corriere della Sera Mauro Magatti.

16/05/2015 8.06
Redazione di Met


 
 


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