E' stata inaugurata sabato pomeriggio alla villa del Mulinaccio la mostra Bisenzio, 100 anni di vita sul fiume, promossa dal Comune di Vaiano con il patrocinio della Provincia di Prato, che rimarrà aperta fino al 4 dicembre. Immediato il successo di pubblico, che ha affollato le sale del primo e del secondo piano della villa, dove con grandi pannelli e centinaia di foto la Fondazione CDSE ha dato vita a una pagina di storia della Val di Bisenzio attraverso lo scorrere delle acque.
Il sindaco di Vaiano Primo Bosi e la direttrice del CDSE Alessia Cecconi, insieme a Luisa Ciardi, hanno simbolicamente tagliato il nastro della scenografica mostra che segue nei secoli la vita del fiume e della comunità che vive grazie alle opportunità offerte dal Bisenzio.
Il pannello di apertura dell'allestimento, a cura della presidente della Fondazione Annalisa Marchi, parte dal paleo Bisenzio, che fino a un milione di anni fa terminava nella zona di Mercatale dove si forma la caratteristica ansa, per ricordare poi le origini etrusche di tanti toponimi di affluenti della vallata, i tentativi di imbrigliare le acque troppo impetuose del fiume dei Romani e le notti insonni dei monaci della Badia di Vaiano, che avevano il doppio compito di controllare gli argini e di mantenere la strada maestra “di Lombardia”. Tra il 1557 e il 1801 si contano infatti ben 70 episodi disastrosi, con una media di una piena ogni tre anni. Abbastanza per interessare anche Galileo Galilei e per chiedergli un parere in merito. Gli interventi poi si dovettero fare con la nascita della proto industria, con i mulini prima e le gualchiere, le cartiere, le ramiere, le ferriere e i cento anni di industria tessile poi.
Davide Pozzi ricostruisce invece le molte affascinanti ipotesi sulle sorgenti del Bisenzio, mai individuate con certezza. Non vi è infatti in tutto l'Appennino pratese un luogo che storicamente o per tradizione possa essere indicato come l'inizio del fiume. L'ipotesi più accreditata è che il Bisenzio nasca alla confluenza di altri corsi d'acqua e a questo farebbe pensare anche il nome stesso Bi-sentium, che significa “doppio corso”. Proprio Davide Pozzi e Annalisa Marchi sono gli autori dell'ipotesi oggi più convincente che segue il metodo della ricerca della vena d'acqua principale, cioè che il Bisenzio nasca alla confluenza tra il Fosso delle Barbe e il Torrente Trogola.
Di grande interesse e valore anche il pannello curato dall'architetto Giuseppe Guanci, una mappa che lungo l'asta del fiume, da Santa Lucia fino a Mercatale di Vernio, ricostruisce gli insediamenti di mulini, ferriere, ramiere, cartiere, gualchiere e fabbriche. Dal lanificio della Torricella, evoluzione di un mulino prima e di una gualchiera poi, a Santa Lucia, fino al Carbonizzo Meucci e alla follatura Mocali a Vernio la cartina mostra uno spaccato delle strutture che via via hanno sfruttato le acque del Bisenzio per tante produzioni diverse.
BISENZIO, 100 ANNI DI VISTA SUL FIUME, VILLA DEL MULINACCIO - VAIANO
Orari: sabato 15-19, domenica 10-13 e 15-19 - Ingresso libero
Info e prenotazioni laboratori e visite guidate allo 0574 942476 (dal lunedì al giovedì ore 15-18) oppure
info@fondazionecdse.it.