Città Metropolitana di Firenze
Firenze, 'La dignità del vivere e del morire'
Martedì 10 gennaio, alle 17.30, incontro in Palazzo Medici Riccardi (Sala Luca Giordano) con Mons. Vincenzo Paglia e il suo libro 'Sorella morte'. Intervengono Dario Nardella, Luciano Violante e Maurizio Faggioni. Saluto del Card. Giuseppe Betori
C'è contrapposizione fra "buona morte" e "dolce morte"? E allora: dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? Sarà presentato a Firenze, martedì 10 gennaio, alle ore 17.30, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi (via Cavour 1), il libro di Mons. Vincenzo Paglia 'Sorella morte, la dignità del vivere e del morire' (ed. Piemme), su iniziativa del Comune e della Città Metropolitana di Firenze. Intervengono il Sindaco Dario Nardella, l'On. Luciano Violante, il Prof. Maurizio Faggioni. Porterà un saluto il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze. Modera Michele Brancale.
In allegato la copertina del libro, l'invito per la presentazione in Palazzo Medici Riccardi, una foto di Mons. Vincenzo Paglia
Monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo, uno dei più autorevoli esponenti della Chiesa di Francesco, presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, assistente spirituale della Comunità di Sant'Egidio, affronta con estrema delicatezza e lucidità tutti gli aspetti legati al "fine vita" che continuano a suscitare aspri confronti in Italia e nei paesi europei.
L'autore insiste sulla necessità di allargare gli orizzonti evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative. Sono in campo profonde dinamiche affettive, culturali e spirituali e sarebbe riduttivo trattare i problemi al di fuori di una visione umanistica e sapienziale.
Paglia non disdegna di mettere in guardia un Occidente che pare aver posto nel dimenticatoio alcune grandi verità: ogni persona, unica e irripetibile, è patrimonio dell'umanità; gli anziani e i morenti possono insegnarci qualcosa fino all'ultimo respiro; a nessuno piace morire dimenticato; solo accettando il traguardo della morte - che tutti ci affratella - potremo avere una vita intensa, feconda di relazioni personali autentiche e di valori umani condivisi, una vita degna di essere vissuta, fino alla fine.
07/01/2017 16.23
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